Eurogames: a Roma le “Olimpiadi arcobaleno”

La prima parte dell’estate italiana si colora delle tonalità dell’arcobaleno. Sabato 8 giugno si terrà il gay pride per le strade della capitale, un mese dopo sarà l’ora degli Eurogames, le “Olimpiadi” LGBT. E il 2019 è un anno particolare…

L’Italia ha e avrà sempre bisogno dell’onda Pride. Per ridestarsi da quel torpore che ciclicamente sembra paralizzarla e per lavarsi via di dosso ogni residuo d’ignoranza, qualunquismo e violenza.

Al bando la “sobrietà” e largo alla natura gioiosa di una manifestazione che ha da sempre fatto di quei colori, quelle piume, quei boa di struzzo e quelle paillettes un creativo segno di riconoscimento e di espressione, in un mondo in cui la nudità e la provocazione sembrano essere concesse solo per fini di marketing.

In Italia, ma anche nel resto del mondo, l’onda Pride sta per partire e, come tutti gli anni, un’invasione pacifica di gruppi LGBT è pronta a colorare le città da nord a sud dello Stivale. Le celebrazioni che partiranno quest’anno sono particolarmente sentite.

Il 2019 incarna, infatti, un valore simbolico importante per la comunità gay: ricorre il cinquantesimo anniversario delle rivolte di Stonewall Inn, di quello che è considerato il momento di nascita del movimento di liberazione gay moderno. Nel gay bar di Christopher Street (Greenwich Village, New York) il 28 giugno 1969 per la prima volta la comunità omosessuale si ribellò alle continue retate e schedature delle forze dell’ordine, in quella che divenne una guerriglia urbana contro l’insensata repressione messa in atto dalla polizia.

Un anno dopo quella rabbia si era trasformata in presa di coscienza, nel primo Gay Pride, una parata in cui ogni singolo partecipante si vestì di libertà, di colori sgargianti, di costumi e slogan per ribellarsi ancora una volta al modo in cui la polizia, e la comunità, avevano trattato i gay nei decenni precedenti.

Da quel momento la manifestazione è dilagata negli altri paesi e negli ultimi anni le parate sono aumentate a dismisura, coinvolgendo anche l’Italia. Per ricordare i fatti di Stonewall Inn quasi tutti i gay pride si celebrano nel mese di giugno, in ricordo di quella simbolica notte di 50 anni fa che contribuì a fissare la comunità gay nella geografia sociale di tutto il mondo.

L’onda arcobaleno è già partita nel finale del mese scorso ma è a giugno che il movimento pride culminerà nelle manifestazioni più grandi e partecipate. Il Gay Pride di Roma è tra i più attesi di tutta Italia e quest’anno gli organizzatori dedicheranno la manifestazione alla celebrazione dei 25 anni del primo Pride Nazionale. L’8 giugno la parata partirà, come da tradizione, da Piazza Repubblica e attraverserà le vie principali di Roma fino ad arrivare a Piazza Madonna di Loreto. Il programma prevede anche numerosi eventi collaterali, attività culturali e sociali a cui si potrà partecipare in occasione del Roma Pride come aperitivi, mostre, dibattiti su argomenti legati al mondo gay.

Il Pride come voce e corpo di un’affermazione di civiltà, dunque, dignità e partecipazione attiva ai processi politici che possono decidere il futuro di chi per troppo tempo è stato costretto al silenzio, a quella marginalità che può essere vinta grazie a solidarietà e reciprocità.

Eurogames: a Roma le “Olimpiadi arcobaleno”

Dall’11 al 13 luglio l’Italia ospiterà la diciassettesima edizione degli Eurogames: cinquemila atleti da tutto il mondo gareggeranno in 13 impianti della Capitale per sostenere la lotta contro ogni forma di discriminazione.

Si terrà allo stadio Tre Fontane, il prossimo 11 luglio, la cerimonia d’apertura della diciassettesima edizione degli Eurogames, il più grande evento multi-sportivo continentale nato per promuovere i diritti LGBT nello sport e sostenere la lotta contro ogni forma di discriminazione. Dall’11 al 13 luglio oltre cinquemila atleti in arrivo da tutto il mondo gareggeranno sui campi di 13 impianti della Capitale per confrontarsi in 17 diverse discipline. Un appuntamento questo mai approdato prima in Italia e che darà vita a una tre giorni di sport all’insegna del rispetto, dell’inclusione e dell’uguaglianza. Dal 1992, anno della prima edizione realizzata in Olanda, i “Giochi dei diritti” hanno toccato 11 nazioni del Vecchio Continente e nel 2019 faranno tappa per la prima volta in Italia.

Tutte le competizioni degli EuroGames 2019 di Roma si terranno presso 13 impianti sportivi della Capitale e si articoleranno per tre giorni su 17 discipline: calcio, calcio a 5, basket, pallavolo, beach volley, rugby, tennis, badminton, bocce, bowling, nuoto, pallanuoto, danza sportiva, golf, atletica leggera, ciclismo e podismo. L’evento è aperto a chiunque, indipendentemente dall’orientamento sessuale, dall’identità di genere o età.

Per l’occasione abbiamo intervistato il Presidente di Roma Eurogames 2019 (nonché coordinatore nazionale di Gaycs Italia), Adriano Bartolucci Proietti, che ci ha spiegato l’importanza (sportiva e sociale) che questo appuntamento incarna per il nostro Paese.

Presidente, come siete arrivati a organizzare un evento simile?

Adriano Bartolucci Proietti – Presidente di Roma Eurogames

La storia di AICS (Associazione Italiana Cultura e Sport) è cinquantenaria ed è una realtà sportiva tra le principali in Italia, con oltre 1 milione di iscritti. Al suo interno esiste un dipartimento LGBT denominato GAYCS che io coordino da quasi 6 anni e che da quando è nato, nel 2011, si è fatto carico di una serie di iniziative finalizzate alla promozione della pratica sportiva come strumento per l’abbattimento di pregiudizi. Da tutto ciò è nato il piano che porta agli Eurogames: 3 anni fa siamo stati coinvolti in questo progetto e porteremo per la prima volta, in 17 edizioni, i giochi in Italia, in una città che nonostante tutto all’estero gode di una grande credibilità. È un evento che può aiutare a comprendere un contesto particolare, diverso; un mondo che fa parte della vita che ci circonda. Lo sport, poi, fa il resto.

Che aspettative ha?
Personalmente, come militante del movimento LGBT, spero di poter contribuire nel cambiare la situazione che caratterizza il nostro Paese, anche in ambito sportivo. Spero che gli Eurogames siano un momento di svolta che possano spronare sportivi omosessuali a poter fare coming out. La mia aspettativa è che i giochi possano cambiare le carte in tavola, dimostrando come la comunità LGBT può dare il proprio contributo al mondo sportivo, perché lo sport unisce la gente e abbatte le barriere.

Lei era in Scozia 3 anni fa il giorno dell’assegnazione dei giochi a Roma. Cosa c’è stato dietro la realizzazione del progetto vincente? Parliamo di una grande sfida, che ci ha coinvolto da subito e che abbiamo colto al volo. Abbiamo costruito un progetto di massima che ci ha entusiasmato molto, anche grazie all’idea di dare una grande possibilità a Roma e all’Italia per quanto riguarda lo sport LGBT. Nel solco di questo auspicio abbiamo presentato un progetto che potesse poggiare su questo principio, sul fatto che l’Italia possa uscire dal suo cono d’ombra. Roma Capitale ci ha messo in grado di poter usufruire di molti impianti e strutture e sta a noi il compito di poterle anche rivalorizzare. Roma, che per me era già nelle condizioni di ospitare un’Olimpiade, ora sarà la casa di un evento che per organizzazione e svolgimento è molto simile.

Anche Giovanni Malagò, numero uno del CONI, non vi ha fatto mancare il suo supporto…
Il presidente è stato un sostenitore della prima ora di Eurogames, non ha mai fatto mancare il suo contributo e ha dato il patrocinio del CONI a questo evento. Sappiamo che non potrà sostenerci economicamente ma sappiamo che attraverso Malagò il comitato olimpico ci supporta e sarà un piacere averlo alla cerimonia inaugurale dei giochi.

Lo stadio Tre Fontane di Roma

Pensa che una manifestazione come questa possa servire ancor di più a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei diritti civili? Assolutamente sì! Lo sport è uno dei veicoli più importanti e potenti che abbiamo a disposizione per veicolare il nostro messaggio di uguaglianza, anzi, attraverso lo sport possiamo fare un vero e proprio lavoro educativo soprattutto sulle nuove generazioni. Sport significa confronto, prestazione, fisicità in un contesto dove le regole sono uguali per tutti. La battaglia per i diritti civili ha bisogno di essere sostenuta nel quotidiano, nelle piccole cose, deve aiutare le persone a superare ciò che sembra diverso ma non lo è.

A che punto crede sia l’Italia sul tema dei diritti civili? Molto è stato fatto ma non abbastanza. La legge Cirinnà è un traguardo incredibile –visto come vanno le cose nel nostro Paese- ma non è certo un punto di arrivo. Il tema centrale resta quello legato ai figli, alle adozioni e soprattutto all’approvazione di una legge che punisca l’omotransfobia. Siamo fermi nessun passo concreto è stato fatto oggi siamo in una condizione di fermo totale. Il nostro impegno è quello di contribuire alla discussione promuovendo iniziative ed attività volte alla rivendicazione di questi diritti mancati.

Si tratta della 17esima edizione dei Giochi, ma è la prima volta che si svolgeranno in Italia. Pensa che per il nostro Paese sia una sorta di prova di maturità?
È una grande prova di maturità, spero possa fare da apripista ad un grande cambiamento nella percezione che si ha della comunità LGBT anche nello sport. Come detto, deve anche essere uno sprone per gli sportivi omosessuali che ancora vivono nell’ombra e non hanno ancora fatto coming out. Qualcosa si sta muovendo ma è ancora molto poco, il pregiudizio di molti purtroppo è alto condiziona l’opinione pubblica. Gli Eurogames hanno l’obiettivo di sensibilizzare su questo aspetto.

www.romaeurogames2019.org