Babbo Natale 2020, pochi regali e tante luci

Babbo Natale 2020, pochi regali e tante luci

Un Natale di restrizioni, limitazioni, divieti. Ma anche di pazienza, consapevolezza, responsabilità. Tra luci e ombre. Unica certezza è dover trascorrere le festività “a distanza” per contenere al massimo il contagio ed evitare i rischi di una terza e più difficile ondata.

L’approdo ad un vaccino efficace e sicuro, la ripresa della scuola, la possibilità di viaggiare ancora. Eventi di arte e di musica in presenza, riapertura di palestre. Ma la lista sarebbe lunga ed ognuno, forse, ha la propria attesa da Babbo Natale e per il 2021.

“Solo uno sforzo collettivo, solo un multilateralismo efficace, potranno consentire alla Comunità internazionale di superare questa emergenza e di affrontare sfide globali, dai cambiamenti climatici, ai flussi migratori, alla digitalizzazione e a quella, oggi più che mai attuale, della costruzione di società resilienti”, ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel messaggio inviato in occasione del 60° anniversario dell’accordo istitutivo dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse).

Nell’avvicinarsi di un Natale di solitudine senza precedenti, le strade si affollano per l’acquisto di qualche dono per i pochi parenti e amici che, durante l’arco delle festività, sarà possibile incontrare.

Mai come quest’anno, tuttavia, le luci delle città vestite a festa sembrano voler annunciare la gioia. E, nella diversità dei luoghi e delle tradizioni, in Italia e nel mondo, si accendono le luci della speranza affidando al nuovo anno aspettative e desideri interrotti.

Le “luminarie” risalgono all’antica usanza di addobbare l’albero natalizio con candele che rappresentavano metaforicamente la figura di Cristo come “luce del mondo”. Verso la fine del XIX secolo, alle candele si sono poi sostituite le luci alimentate con energia elettrica.

Alberi, luci e addobbi, da Nord a Sud, nel nostro Paese, nel Natale del Covid.

A Roma troneggia, a Piazza Venezia, “Spelacchio”, un abete naturale Abies Nordmanniana di circa 23 metri di altezza dal diametro di 12 metri alla base della chioma, con un’illuminazione di 100mila luci a led e 800 sfere in quattro colori. Acceso, quest’anno, da remoto, senza banda e cerimonia. E da via del Corso a piazza del Popolo un “cielo stellato” avvolgente di 1.500 metri è illuminato d’oro. Un incanto per i romani e per i pochi turisti. Tutti a fotografare lo spettacolo per catturare l’emozione di luce, in quest’anno così buio.

A Piazza Navona le tre monumentali fontane sono illuminate in blu e una proiezione in video-mapping anima la Fontana dei Quattro Fiumi con colore, musica e movimento. Presepe in Piazza del Campidoglio, presepe napoletano del ‘700 in Piazza di Spagna e presepe pinelliano in Piazza del Popolo. A Piazza Vittorio, nei Giardini Nicola Calipari, c’è un presepe robotico ideato dallo stilista Guillermo Mariotto, progettato in 3D dallo scultore Pellegrino Cuciniello “formato da tantissimi triangoli isosceli ricoperti di ceramica, capolavoro del made in Italy”, come spiega lo stilista. Le statuine, commissionate ad artisti e scultori italiani ed europei, hanno le sembianze di piccoli robot.

A Piazza del Popolo, protagonista è un progetto di illuminazione artistica denominato “Custodes”. Sulla Porta del Popolo, principale accesso storico alla città, sono proiettate immagini evocative di angeli protettori.

Lo scintillante albero di Piazza San Pietro proviene “da una zona della Slovenia che è bagnata dal sangue di martiri dopo la seconda guerra mondiale. Proprio perciò quest’albero sempreverde, vuole essere segno dell’amore di Dio che è sempreverde ed eterno. In Gesù, Dio si inchina verso ognuno di noi perché ci vuole immensamente bene e ci vuole donare la propria pace”, ha affermato l’arcivescovo sloveno di Maribor, mons. Alojzij Cvikl.

Accanto all’albero, il monumentale presepe della scuola di ceramica d’arte di Castelli (Teramo).

A Milano, venti alberi per festeggiare il Natale. Molte le strade illuminate con le tradizionali luminarie. Un grande tappeto di luce costituito da più di 180mila led bianchi e blu illumina la città della moda per oltre 4 chilometri. “Un gesto d’amore e speranza verso Milano e i suoi cittadini”, ha detto l’assessora Cristina Tajani. Quello alle porte sarà comunque un Natale all’insegna della sobrietà.

A Bologna, le luci di Natale sono al ritmo della musica ed interpretano le grandi canzoni d’autore. “La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare”, è la frase del Maestro Ezio Bossio che accompagna le luminarie. Mentre le parole della canzone “Futura” di Lucio Dalla sono la luce della speranza per illuminare l’incertezza del domani.

A Torino, “Luci d’artista”, alla sua 23esima edizione, è una vera e propria mostra d’arte contemporanea a cielo aperto. Quest’anno, con 420.000 luci, mostra la bellezza delle opere di 26 artisti di tutto il mondo, tra le quali, “Il volo dei numeri” di Mario Merz sulla Mole Antonelliana, “Amare le differenze” di Michelangelo Pistoletto in Piazza della Repubblica e “Tappeto Volante” di Daniel Buren in Piazza Palazzo di Città.

Il progetto “Brescia illumina” punta su luci e decorazioni per far brillare lo sguardo, attendendo un futuro migliore.

Trento non rinuncia a proporsi come “Città del Natale”. La rinascita attraverso la luce nell’incanto del progetto #illuminiAmo Trento “. Luce per scoprire anche i tesori della città sull’Adige. Installazioni luminose lungo il percorso del “Giro al Sass”, le strade intorno a Piazza Cesare Battisti. A Piazza Duomo, con il grande abete proveniente da Monte Bondone addobbato con 24mila luci, scenografie in video mapping. In Piazza Santa Maria Maggiore totem luminosi, in omaggio a Gianni Rodari. A Piazza Fiera, da sempre cuore pulsante del mercatino di Natale di Trento, l’iniziativa Breathe 2020 anima la piazza con una sfera interattiva con sette colori specchio corrispondenti a stati d’animo, mentre trame di luce illuminano il quartiere delle Albere, progettato da Renzo Piano.

“Natale di luce e di speranza” dona emozioni, a Genova, con una vera e propria esplosione di luci. Piazza De Ferrari, la piazza centrale della città, trasformata in una gemma scintillante.

Firenze proietta tre fasci luminosi dal centro cittadino verso il cielo per l’edizione 2020 dell’F-Light, il festival luminoso dal titolo “Sight – Dalla Selva Oscura alla Luce”. Omaggio a Dante e auspicio per il mondo, metafora di speranza.

Venezia è vestita di luce in un Natale “digitale”. Installazioni e videoproiezioni creative a piazza San Marco, Ponte di Rialto, nei sestieridi Santa Croce, Cannaregio, San Polo, Dorsoduro, San Marco e Castello e altri luoghi. L’albero di Natale, quest’anno, è un “faro” luminoso, composto da oltre 80 moduli di 1 metro per 50 cm, che, come ha spiegato l’artista Fabrizio Plessi, prende la forma di un albero della vita unendo simbolicamente terra, acqua e cielo ed interpretando così il senso più profondo del Natale.

A Napoli, il volto natalizio è un po’ sotto tono. Niente luminarie nelle piazze e nelle strade della città né fuochi di artificio per Capodanno. A Piazza Plebiscito, l’albero alto ben 14 metri e largo 10, illuminato da luci a led, ha una stella tridimensionale come puntale che disegna un arcobaleno di colori richiamando la frase “Andrà tutto bene”.

Ad Assisi, è la fede la protagonista della luce. Con un progetto promosso dal Sacro Convento che coniuga tradizione e tecnologia per celebrare il Natale 2020 segnato dal Covid. Assisi, vestita di luci scenografiche e colori, mostra in maniera innovativa la bellezza dei simboli cristiani del Natale.

Sulla Basilica di San Francesco è proiettata la Natività di Gesù, sulla facciata della cattedrale di San Rufino l’Annunciazione di Maria. La basilica di Santa Chiara, Rocca Maggiore e Rocca Minore, la Torre Civica della piazza del Comune e altri luoghi della città umbra, illuminati a colori, creano l’effetto di un presepe immaginario.

Il presepe reale, invece, conta una cinquantina di personaggi, tutti a grandezza naturale, distribuiti per le strade di Assisi. Tra questi, l’infermiera con camice verde, guanti e mascherina.

Via web, ilnataledifrancesco.it è il canale per seguire la narrazione della spiritualità di San Francesco.

Gli alberi illuminano anche le piazze di tutta Europa, colpita duramente dal Covid nel 2020. Una tradizione irrinunciabile, nonostante le tante restrizioni e difficoltà.

E a Parigi, oltre 50 mila persone hanno seguito online la cerimonia di accensione degli Champs Elysees, nella notte in lockdown. Tra addobbi e luminarie, un omino pan di zenzero alto 6 metri.

In tempo di pandemia, le luci di New York brillano più che mai. Al segno dello stupore di un’accecante grandiosità.

La tradizione delle luminarie natalizie non ha mai abbandonato la Grande Mela. Neppure dopo l’11 settembre 2001. E ora, “anzi è più doveroso che mai che brilliamo”, ha detto al New York Times la direttrice della divisione moda ed ex scenografa delle luci natalizie di Bergdorf-Goodman. Le nove vetrine del multipiano di lusso, il luogo di shopping preferito dalla Carrie Bradshaw di “Sex and the City”, sono piene di specchi e luci da discoteca. Addobbi giganteschi da ammirare a distanza, per evitare assembramenti.

In una città fantasma per il crollo del turismo internazionale e in piena crisi occupazionale, occorre prenotarsi per vedere da vicino l’albero più famoso del mondo, l’abete di 25 metri del Rockefeller Center avvolto in cinquantamila led. Accessi limitati. Permanenza di non più di 5 minuti e non oltre 4 persone, a due metri l’una dall’altra.

Seicentomila lampadine illuminano la facciata dei grandi magazzini Saks Fifth Avenue, con i tableaux vivants più attesi dell’anno. Tra i venti scenari (in streaming sul sito), un allestimento a tema “Come festeggiamo adesso” riproduce un cenone “distanziato”.

Mentre Bloomingdale’s fa risplendere le sue dodici vetrine con un colore primario “per essere visibili da molto lontano ed accendere una luce al fondo di un anno buio”.

Desideri di rinascita e di orgoglio nazionale. Sentimenti di pace e voglia di speranza. Ascoltando la malinconica musica del cuore ma guardando con fiducia al futuro.

Elvira Frojo