Fase 2, la vita ricomincia in Italia, con ritmo lento, per il ritorno ad una normalità civile e sociale.
Tra tante incertezze e in un contesto di crisi economica che a molti, ora, fa paura più del contagio.
Dopo lo scenario drammatico delle morti causate dal Covid-19, con la riapertura delle attività commerciali e produttive e dei confini regionali e con l’Europa, non viene meno l’impegno del volontariato sociale. Sette milioni di persone, in maggioranza giovani, sono il cuore dell’Italia che continua a dare risposte di vita e speranza nel futuro. È il ‘cuore della prossimità’ che sostiene povertà morali e materiali.
Nel periodo della pandemia, la solidarietà ha generato l’impegno da parte di organizzazioni, del mondo dell’imprenditoria e della moda, con concrete iniziative e numerosi progetti. Attività straordinarie per i più bisognosi e più fragili e un rafforzato senso di umanità è stato espresso anche da tante persone che hanno sentito l’esigenza di tendere una mano, in varie forme, con un personale contributo diretto. Vicini di casa, conoscenti, ‘sentinelle’ pronte ad aiutare persone sole, anziane, disorientate, non indipendenti.
Ovunque in Italia, da Nord a Sud, non si ferma la catena della solidarietà. In campo, associazioni di volontariato sociale che, da sempre, hanno a cuore ‘gli ultimi’. È un lavoro senza sosta verso storie di solitudine e di dolore che, a volte, riguardano anche persone ‘comuni’ e che può donare speranza.
Dalla Caritas alla Comunità di Sant’Egidio, alla Croce Rossa, per citarne qualcuna, tante sono le forze in campo in una gara di solidarietà non solo nella fase più critica dell’emergenza.
Secondo le ultime rilevazioni Istat, sono 1 milione e 800mila le famiglie che, in Italia, vivono in povertà assoluta.
La pandemia, aumentata la richiesta di beni di prima necessità, cibo, viveri e pasti a domicilio, empori solidali, mense, vestiario, a causa della grave crisi ha determinato nuove domande di aiuto economico anche per spese di gestione della casa, insieme al maggiore bisogno di ascolto e di sostegno psicologico.
‘Vivere da cristiani senza carità è una sciagura. E una sciagura per noi stessi e per tutte le persone che ci sono accanto’. Così ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Cei. ‘È dunque fondamentale entrare in una dimensione di perenne missione verso gli ultimi e verso i poveri. Gli ‘ultimi’ sono gli ‘sconfitti della vita’ che sono stati abbandonati da tutti; sono gli esclusi del nostro sistema sociale ed economico prodotti da quella ‘cultura dello scarto’ più volte denunciata da Papa Francesco. Gli ultimi sono gli immigrati, i poveri delle periferie e i precari delle metropoli, sono le donne umiliate e gli anziani abbandonati, sono i giovani esclusi dal lavoro e le famiglie maltrattate da una cultura individualista e materialista’.
Nella Capitale, le porte della Comunità di Sant’Egidio sono rimaste aperte anche in periodo di lockdown. Mense e centri di accoglienza per anziani, senza tetto, nuovi poveri generati dall’emergenza, hanno quasi raddoppiato le richieste alla mensa di via Dandolo a Roma. E oltre 20mila pasti e pacchi alimentari sono stati distribuiti, in periodo di pandemia, in una decina di quartieri della periferia della Capitale, oltre che a Trastevere.
Circa mille volontari ‘temporanei’ hanno consentito, in questo periodo, di allargare la rete d’aiuto. È stato istituito un numero di telefono, attivo tutti giorni, per garantire assistenza socio-sanitaria attraverso la telemedicina nel periodo di chiusura degli ambulatori. Analogo supporto telefonico è stato creato a Genova per sostenere i bambini nelle lezioni on line.
Promossa una rete di solidarietà tra Sant’Egidio e la divisione filantropica di Google, Fondazione Google.org, la quale ha donato alla Comunità 250mila dollari per dare sostegno, in alcune città italiane, a persone senza dimora**,** anziani soli e famiglie più fragili, con acquisto di pacchi alimentari e prodotti di igiene personale.
Per la Croce Rossa italiana è il ‘Tempo della Gentilezza’.
In una lettera aperta ai volontari, il Presidente Francesco Rocca ha ricordato ‘ognuno di noi può fare la differenza. Ognuno di noi può essere esempio come lo sono quotidianamente i nostri volontari in prima linea nelle ambulanze o a fianco dei medici in ospedale. Così come quelli che contribuiscono a tenere aperti i Comitati con tanti servizi solo apparentemente più ‘semplici’, ma non meno importanti. Ognuno di noi può contribuire a sconfiggere questo virus. Il pensiero che ci guida, ossia le nostre idee, siano il faro in questi momenti bui che possiamo e dobbiamo trasformare in una nuova rivoluzione, quella del Tempo della gentilezza’.
Ed è al Centro Operativo Nazionale Emergenza della Croce Rossa di Roma che confluiscono quasi tutte le donazioni di aziende e privati per l’emergenza coronavirus e molti prodotti, dai disinfettanti alle mascherine. Gli operatori della Croce Rossa si occupano, poi, della distribuzione dei beni nelle varie regioni.
Circa ottanta i volontari di protezione civile del Lazio impegnati per il cosiddetto ‘Magazzino Covid 19’, un grande spazio a Roma, sulla Via Ardeatina, messo a disposizione dall’associazione nazionale dei Vigili del Fuoco in congedo (Anvvfc). Una raccolta di materiale (dispositivi di protezione individuale, respiratori e altre attrezzature) da catalogare e distribuire a ospedali, Rsa, case circondariali, strutture alberghiere, comuni.
Durante la fase acuta, è stata garantita anche assistenza alla popolazione nelle zone rosse. Supporto ai Coc (Centri operativi comunali) e alle amministrazioni, distribuzione di farmaci e beni primari alle categorie più fragili ed esposte al rischio di contagio o poste in isolamento fiduciario, supporto all’Aeroporto di Fiumicino per i controlli con termoscanner ai passeggeri in arrivo e in partenza, attività di scarico e trasporto dei materiali in arrivo con i voli Cargo, trasporto dei dispositivi di protezione personale negli ospedali e nelle altre strutture del servizio sanitario regionale.
La Caritas in prima linea nella solidarietà. Raddoppiato il numero delle persone che per la prima volta si sono rivolte ai Centri di ascolto e ai servizi delle Caritas diocesane rispetto al periodo di pre-emergenza. Sono stati riorganizzati i servizi e gli interventi di fronte al mutare dei bisogni e delle richieste e, oltre all’ospitalità residenziale ordinaria, ulteriori strutture edilizie sono state destinate dalle diocesi a medici e infermieri, persone in quarantena e persone senza dimora.
Anche l’Anpas (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) e le Misericordie d’Italia solidali, a supporto della Protezione civile e del servizio sanitario nazionale per l’emergenza.
Solidarietà con poco, a portata di mano, in molti supermercati della Capitale lasciando nel ‘carrello’ generi alimentari per aiutare chi è in difficoltà economica. Ecco ‘La spesa sospesa’, l’iniziativa promossa a Roma dall’Unitalsi, in collaborazione con l’assessorato alla Persona, scuola e comunità solidale di Roma Capitale. ‘In questo momento di emergenza Coronavirus, questa iniziativa solidale può aiutare in maniera concreta le persone più bisognose della città‘. Ha spiegato Preziosa Terrinoni, presidente Unitalsi della Sezione Romana-Laziale*. ‘Con questa raccolta vogliamo promuovere la dignità delle famiglie che vivono momenti complessi anche per la sospensione delle attività lavorative’.*
‘Solidarietà’ è ora più che mai anche la parola d’ordine dei Governi e dell’Europa. ‘Siamo chiamati a scelte impegnative. Non siamo soli. L’Italia non è sola in questa difficile risalita. L’Europa manifesta di aver ritrovato l’autentico spirito della sua integrazione. Si va affermando, sempre più forte, la consapevolezza che la solidarietà tra i Paesi dell’Unione non è una scelta tra le tante. È la sola via possibile per affrontare con successo la crisi più grave che le nostre generazioni abbiano vissuto. Nessun Paese avrà un futuro accettabile senza l’Unione europea. Neppure il più forte. Neppure il meno colpito dal virus’, ha affermato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’anniversario della Festa Nazionale della Repubblica.
‘Mi piace parlare dei tre linguaggi: il linguaggio della testa, il linguaggio del cuore e il linguaggio delle mani. Ci deve essere armonia tra i tre. In modo tale che tu pensi quello che senti e quello che fai, senti quello che pensi e quello che fai, e fai quello che senti e quello che pensi. Questo è il concreto. Restare solamente nel piano virtuale è come vivere in una testa senza corpo’, ha detto Papa Francesco ai giovani.
‘L’egoismo indifferente è virus ancora peggiore…Non pietismo, non assistenzialismo, ma compassione, che viene dal cuore’, ha detto ancora il Pontefice.
È tempo di solidarietà e di amore! Per ripensare anche alla propria vita.
Elvira Frojo