
Curata da Gabriele Simongini e promossa dal Ministero della Cultura, l’esposizione celebra l’ottantesimo anniversario dalla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti (2 dicembre 1944), fondatore del movimento futurista. Il percorso espositivo, che inizialmente si sarebbe dovuto concludere il 28 febbraio, esplora il profondo legame tra il Futurismo e le innovazioni scientifiche e tecnologiche, concetti che oggi risultano più attuali che mai con l’avvento dell’intelligenza artificiale.
La mostra propone un’analisi inedita del Futurismo, mettendo in luce il suo contributo alla trasformazione della sensibilità moderna attraverso l’arte, la letteratura e il design. Sono esposte circa 350 opere, tra dipinti, sculture, progetti e disegni di artisti come Boccioni, Balla, Carrà, Severini e Depero, accanto a un’ampia selezione di manifesti, libri e film d’epoca. Un’attenzione particolare è dedicata alla matrice letteraria del movimento, sottolineando il ruolo di Marinetti come pioniere della sperimentazione linguistica e della parola in libertà.
Oltre alle opere, l’esposizione si distingue per la presenza di oggetti iconici, tra cui un idrovolante, automobili, motociclette e strumenti scientifici dell’epoca, che raccontano il Futurismo nella sua visione totalizzante della modernità. L’allestimento è arricchito da due installazioni site-specific di Magister Art e Lorenzo Marini, oltre a una serie di eventi di approfondimento che rendono la visita un’esperienza immersiva e multidisciplinare.
Grazie alla proroga, la mostra si arricchisce di nuovi capolavori, tra cui Lo studio de La città che sale di Umberto Boccioni (1910), Ritmi di oggetti di Carlo Carrà (1911) e Profumo di Luigi Russolo (1910), provenienti dalla Pinacoteca di Brera e dal Mart di Rovereto.
La proroga di “Il Tempo del Futurismo” è un’ulteriore conferma di quanto questo movimento sia ancora oggi fonte di ispirazione, capace di dialogare con il presente e di offrire nuove chiavi di lettura della contemporaneità.