Daniela Cavallo, è italiana la più potente sindacalista della Germania

Daniela Cavallo, nata in Italia, è oggi una delle sindacaliste più potenti in Germania, ricoprendo il ruolo di presidente del consiglio di fabbrica globale della Volkswagen.
Daniela Cavallo, è italiana la più potente sindacalista della Germania

Daniela Cavallo rappresenta una straordinaria storia di successo e riscatto personale, che ha portato una figlia di immigrati italiani ai vertici del sindacato più potente della Germania. Nata da una famiglia di origine calabrese, Cavallo scherzava sul fatto di “parlare calabrese, non italiano”, durante un’intervista con Giovanni Di Lorenzo, direttore del giornale tedesco Die Zeit, anche lui figlio di immigrati italiani. Suo padre, arrivato in Germania come Gastarbeiter (lavoratore ospite), fece parte della prima ondata di immigrati chiamati dal governo di Konrad Adenauer attraverso accordi con Italia e Turchia. Il padre di Daniela lavorava alla Volkswagen, ed è proprio lì che Cavallo iniziò la sua carriera, realizzando il sogno del padre, che diceva: “Volkswagen è il miglior datore di lavoro della regione. Se ottieni un apprendistato lì, hai un futuro sicuro.

Ma quei posti di lavoro, una volta considerati “sicuri”, oggi non lo sono più, e proprio questa incertezza ha posto Cavallo in una posizione centrale nella difesa dei diritti dei lavoratori. Nonostante l’industria automobilistica affronti sfide strutturali e l’aumento della concorrenza globale, Cavallo ha scalato le gerarchie sindacali della VW, lavorando mentre studiava economia aziendale. È stata notata nei primi anni 2000 dal capo sindacale Bernd Osterloh, che l’ha incoraggiata a prendere ruoli di responsabilità. È stata la prima consigliera a prendersi un congedo tra il 2004 e il 2008 per la nascita dei suoi due figli, per poi tornare più forte di prima. Nel 2021, a 46 anni, ha ereditato la guida del consiglio di fabbrica da Osterloh, uno degli ultimi leader sindacali partiti dalla catena di montaggio. Cavallo, al contrario, ha sempre lavorato nell’amministrazione, acquisendo una reputazione di grande diplomazia e fermezza.

È stata spesso definita più diplomatica rispetto a Osterloh, ma altrettanto risoluta nelle sue decisioni, specie nell’affrontare le sfide attuali di Volkswagen, che includono la transizione verso l’elettrico e il rischio di chiusura di impianti produttivi​.

Foto: Facebook