Figlia del Reuccio della canzone italiana, Claudio Villa, Manuela scopre l’amore per la musica in tenera età e, a partire dal 1990, dopo anni di gavetta, con la partecipazione alla trasmissione “Piacere Rai Uno”, inaugura una carriera ricca di successi, pur tra sfide da affrontare e difficoltà. In Italia e all’estero, Manuela Villa porta avanti l’eredità culturale della musica paterna, senza rinunciare alla sua unicità e ai suoi progetti, come ci ha raccontato in questa intervista.
All’ultimo Festival di Sanremo, ha trionfato Angelina Mango e la sua vittoria è stata accompagnata da una serie di polemiche, alcune delle quali legate al fatto di essere una figlia d’arte. Anche lei conosce questo tipo di pregiudizio: cosa significa davvero essere figli d’arte? Esserlo può costituire un’opportunità o è piuttosto un limite?
Conosco questo tipo di pregiudizio, ma dico anche che se sei incapace lo sei con o senza nome. Il limite è di chi ha quel tipo di pregiudizio.
Claudio Villa rappresenta una delle icone più riconoscibili nella storia della musica italiana, ma è allo stesso tempo suo padre: cosa ha rappresentato per lei questo dualismo e come descriverebbe oggi il rapporto con la figura paterna?
Ho imparato a suddividere le due figure, anche se parliamo della stessa persona. Mio padre è una cosa, l’artista è un’altra. Ho dovuto per molte ragioni scindere.
La musica italiana è tra le eccellenze del nostro Paese maggiormente apprezzate all’estero: qual è stata l’esperienza di Claudio Villa sui mercati esteri e qual è oggi la sua eredità sia nazionale che internazionale?
L’esperienza di Claudio Villa all’estero è nota a tutti, per quanto mi riguarda ho solo un dovere nei suoi confronti, come nei miei, in Italia e all’estero, quella di continuare a seminare bene.
Anche lei ha avuto importanti esperienze all’estero: ci racconta le più emozionanti e significative?
Ricordo in particolare le esperienze lavorative in Unione Sovietica, Australia e Canada, molto importanti e significative per me.
Quando ha capito di voler intraprendere la carriera artistica e quali sono stati i primi passi che ha mosso nel mondo della musica?
L’ho capito molto presto, all’età di 5 anni, quando ho cominciato a studiare il pianoforte.
Quali sono per lei i momenti da incorniciare nel suo percorso di interprete e quali sono i brani ai quali è più affezionata?
Scelgo tutte le volte che mi hanno ostacolata per non farmi cantare. Quei momenti hanno fatto di me una sopravvissuta e chi sopravvive a tanto male gratuito è vincente comunque. “Un amore così grande” è il mio brano preferito.
Ci sono dei progetti in cantiere per il prossimo futuro? Può anticiparci qualcosa?
È in uscita il mio quinto romanzo e sono impegnata con il recital “Un amore così grande”, il 6 marzo al teatro di Abano e l’11 e 12 marzo al Teatro Ghione di Roma. Continuo poi il tour della commedia teatrale “Bastarde senza gloria”, mentre ad aprile partirò per un mini tour in Australia. Infine, sono in tv, su Rai2, con il programma “Bella Ma’” fino a maggio.