Il mondo disorientato dalla pandemia, da oltre un anno nella lotta al Covid. Con un insidioso virus che muta e rende ancor più incalzante la corsa ai vaccini. L’economia e l’emergenza sanitaria sempre più interdipendenti.
In uno scenario che muterà anche gli assetti geopolitici globali, l’Italia, rinnovata nella compagine di governo, guarda, però, con fiducia al futuro.
Mai tanta neve, come quest’anno, nelle località sciistiche italiane ma gli impianti sono rimasti chiusi per le misure di sicurezza. Paesaggi splendidi in attesa di turisti e sportivi.
Il settore in allarme. Secondo una ricerca dell’osservatorio turistico della montagna (JFC), la crisi rischia di far perdere al turismo montano invernale il 70,2% del fatturato (nelle ultime stagioni oltre 10 miliardi di euro), mentre lo sci incide per una quota di circa l’11% sul totale del PIL turistico nazionale, rappresentando quindi circa l’1% di quello complessivo.
Un’indagine della società di ricerche SWG evidenzia, negli ultimi anni, un’inversione di tendenza rispetto allo spopolamento della montagna, resa ancor più attrattiva dall’emergenza. Per cambiare orizzonte e vivere in una dimensione più autentica, a contatto con la natura. Una scelta esistenziale per giovani e non, con sfide e idee innovative. Un’analisi svolta dall’associazione “Riabitare l’Italia”, con il supporto SWG, su mille giovani tra i 18 e i 39 anni, spesso istruiti e con esperienza all’estero, li vede impegnati, in località montane, in progetti di agricoltura, allevamento, produzione innovativa e sostenibile.
L’Italia spera, dunque, di ripartire dalla montagna. Anche con lo sport e la cultura. Discipline e strumento di conoscenza. Per comunicare messaggi universali, condividere emozioni, superare limiti e incertezze del tempo presente. Per credere in prospettive future e affermare il senso di una spiritualità laica oltre ogni barriera umana, promuovendo percorsi di crescita collettiva condivisi. Obiettivo, il bene comune.
Cortina d’Ampezzo è la regina dei campionati del mondo di sci alpino 2021, fino al 21 febbraio. Gare maschili e femminili con 600 atleti provenienti da 71 nazioni, pronti ad aggiudicarsi i 13 titoli in palio.
“Se le leggendarie olimpiadi del ‘56 realizzavano il sogno dell’Italia della ricostruzione, la storia dei mondiali di Cortina 2021 è la storia dell’Italia della ripartenza, il primo evento sportivo mondiale in questa era pandemica”, ha affermato il sindaco Gianpietro Ghedina.
Un francobollo emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico raffigura un’atleta impegnata in una discesa libera. Sullo sfondo le Tofane di Cortina.
La competizione è partita, però, con alcuni giorni di ritardo, a causa delle avverse condizioni climatiche.
Per l’occasione, nelle montagne dolomitiche riconosciute dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, una mostra raccoglie le opere dell’artista contemporanea Rosa Mundi in memoria dell’archeologo Sebastiano Tusa e del curatore Aurelio Pes. Curatore lo storico dell’arte, architetto Giancamillo Custoza. In collaborazione con la famiglia Ghedina e la Galleria Contemporary Art & C..
Avvocato, donna di cultura, mecenate e filantropa, Chiara Modìca Donà dalle Rose, figura di spicco nel panorama intellettuale italiano ed internazionale, è promotrice dell’evento artistico con la Fondazione Donà dalle Rose, impegnata in numerose attività per l’arte e la cultura del collezionismo.
Rosa Mundi comunica, sin dal 1992, con pseudonimo, unicamente attraverso le sue opere e iniziative culturali mantenendo nel più stretto riserbo la sua identità per lasciare spazio solo all’essenza e al messaggio dell’arte.
“Sotto Sopra” è il titolo della mostra, allestita con attenzione alla sostenibilità, minimizzando l’impatto ambientale. Esposte fino al 28 dicembre, le installazioni evocano un tempo in cui le Tofane, il Faloria ed il Cristallo erano parte degli abissi di un grande mare.
Abissi marini metafora, oggi, della caducità della condizione umana.
Nella drammatica pandemia che ha travolto le già fragili certezze dell’umanità a livello globale, “Sotto Sopra” è l’orizzonte capovolto in cui il mondo e ogni essere vivente è chiamato ad essere parte fluttuante del cosmo.
La mostra è concepita come uno spazio a cielo aperto che intreccia alberi e sagome delle montagne. Nel cuore di Cortina, in un luogo simbolico: il Minigolf Helvetia voluto da Susi ed Ugo Ghedina, mezzo secolo fa, con le sue diciotto buche. Non lontano, il Museo paleontologico custodisce una preziosa raccolta di fossili del Triassico ritrovati in quel territorio. Creature marine, pietrificate e restituite alla vista dell’uomo, millenni dopo rivivono nelle sfere armillari di Rosa Mundi: Meduse, Rosone, Resurrection, Krak des chevaliers e Point de Vue.
Le meduse escono dal mare e si dirigono verso l’universo, racchiudendo, tra il Rosone e il giudizio universale, il destino dell’uomo. I punti cardinali si rarefanno e il “sotto” e il “sopra” perdono ogni riferimento, in una prospettiva di fluttuazione nello spazio.
Rosa Mundi, artista poliedrica dalla progettualità multiforme, ricercatrice antropologica e storica, indagatrice del reale, del fenomenico, dell’immaginifico e del metafisico, costruisce uno spazio infinito dentro le opere, in legno ed in ferro, denominate “Sfere armillari”, “Tamburo” e “The box”. Sovrapponendo due lastre di vetro plastificato raffiguranti l’inizio e la fine del pensiero umano che si fa da Verbo ad immagine, da racconto a ricordo, da sinfonia a memoria, da nota musicale a storia. Le immagini sono impresse con pigmenti naturali e tempera a freddo, mescolata ad un materiale naturale tratto dalle membrane delle meduse.
All’interno di ogni opera, i pensieri dell’artista nelle lingue definite “morte” quali aramaico, persiano, latino e greco antico.
La creatività di Rosa Mundi è anche introspezione, rielaborazione umana e sguardo sul mondo. Nella sua attività, ha sperimentato varie forme d’arte, plastica, pittorica, fotografica, performativa, cinematografica, in un percorso rivolto alla conoscenza di sé e del mondo sempre aperta verso l’infinito.
Cortina, montagna, neve, sport, arte e cultura. Un connubio perfetto. Elementi che richiamano, in sinergia tra loro, contenuti e valori.
La cultura antidoto contro l’ignoranza, la risposta più “performante” per vincere la pandemia. E la bellezza della natura e delle Dolomiti, riconosciute “bene culturale”.
Strumenti straordinari per guardare ad una concreta prospettiva di rinascita e di speranza da trasmettere alle nuove generazioni. Con l’obiettivo di offrire, attraverso l’amore per l’arte e lo sport, entusiasmo, gioia e quelle emozioni positive che avvicinano, a Cortina, artisti, atleti e amanti della montagna. Uniti per ripartire con flessibilità, scivolando con fiducia su nuove “piste”.
Il progetto della Fondazione Donà dalle Rose e dei soggetti coinvolti nell’iniziativa ampezzana accomuna l’amore per l’arte a un’idea di cultura educativa dello sport, gioco ma anche veicolo di valori e di impegno, nel rispetto della tradizione e dell’ambiente.
Per prendersi cura del mondo e, dunque, di noi stessi, consapevoli che questo terribile periodo non sarà una “parentesi” ma richiederà nuove energie e nuove visioni per un futuro diverso. Una grande sfida!
Elvira Frojo