Inquinamento ridotto, cieli nitidi, mobilità aerea al minimo per la pandemia del COVID-19. Questi i nostri orizzonti.
Mai come ora la volta celeste stellata è affascinante e misteriosa. E pone tanti interrogativi. In attesa di risposte all’ansia per un futuro che appare ignoto ed incerto. Ma il virus sta rallentando la sua terribile corsa ed è tempo di fiducia e di speranza.
Dapprima è apparsa la Superluna, qualche giorno fa, più vicina, più grande e più luminosa del 15% della media. Luna piena al perigeo, dicono gli astrofici. Un’occasione per riflettere guardando il cielo notturno anche dal balcone o dalla finestra di casa propria, in questo periodo di isolamento domestico.
E ancora dal cielo c’è attesa per un fenomeno che, in tempo di pandemia, può essere un segno di speranza, nella sospensione del tempo e dello spazio.
Una cometa particolare, dopo il Cristo risorto, potrebbe brillare nel cielo. Si spera che la cometa Atlas, la cometa ‘con due code’, la più luminosa degli ultimi 25 anni (l’ultima visibile a occhio nudo fu la Hale-Bopp, nel 1997), dopo seimila anni, possa farsi ammirare da fine aprile al 20 maggio. Anche se non mancano le incertezze sull’evoluzione del corpo celeste, secondo le più recenti osservazioni telescopiche.
‘Con l’avvicinarsi al Sole il corpo celeste, per effetto del vento solare, comincerà ad illuminarsi sempre più producendo due code, una gassosa, l’altra composta da polvere, che le doneranno un aspetto particolarmente suggestivo’, spiega Lyudmila Koshman, astronoma del Planetario di Mosca*.*
Un segno quasi profetico di speranza. Immaginiamo così la cometa Atlas mentre guardiamo con fiducia al ‘dopo pandemia’ nelle giornate ‘sospese’ in casa.
E anche la maxi stella ‘cometa di Miranda’, uno dei simboli della città di Terni nel periodo natalizio, resterà accesa come segno di speranza finché non cesserà l**‘**emergenza.
Intanto l’opera energica e preziosa di Papa Francesco continua a scrivere la Storia di un drammatico evento. Per tutta l’umanità, al di là di ogni distinzione e confine, per credenti e non credenti. La messa, ogni mattina, da Santa Marta è il ‘buongiorno’ del Pontefice. E’, per tutti, la speranza che la sua preghiera possa salvarci.
Sempre accanto alle Autorità, alla scienza, al personale sanitario, alle Forze dell’ordine, ai malati e alle loro famiglie e alle persone più fragili, in un’Italia in preda alla paura, il Pontefice è icona dell’universale sentire. È il Papa della preghiera alla Madonna di Santa Maria Maggiore e al Crocefisso di San Marcello al Corso, portato in processione durante la peste di Roma del 1522. ‘Ho chiesto al Signore di fermare l’epidemia: Signore, fermala con la tua mano. Ho pregato per questo’, ha detto in un’intervista.
È il Papa dell’amore e della speranza per tutti: ‘Tutti sono figli di Dio e sono guardati da Lui. Anche chi non ha ancora incontrato Dio, chi non ha il dono della fede, può trovare la strada, nelle cose buone in cui crede: può trovare la forza nell’amore per i propri figli, per la famiglia, per i fratelli. Uno può dire: ‘Non posso pregare perché non credo’. Ma nello stesso tempo, tuttavia, può credere nell’amore delle persone che ha intorno e lì trovare speranza’.
La salvezza è arrivata direttamente ai cuori sofferenti dell’umanità con l’indulgenza plenaria del Pontefice durante la preghiera del 27 marzo e nel giorno di Pasqua.
‘Ora, mentre stiamo in mare agitato ti imploriamo: svegliati Signore, non lasciarci in balia della tempesta’ è stata la supplica di Papa Francesco sotto una pioggia battente, nel meraviglioso colonnato di una piazza San Pietro deserta, mentre il Crocefisso di San Marcello sembra versare lacrime. Una preghiera desiderata, attesa e seguita nelle case del mondo intero. Una carezza per tutti.
‘Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti’. Queste le parole del Pontefice nella toccante cerimonia del 27 marzo.
‘Non è tempo per indifferenza, egoismo, divisione e dimenticanza’, ha detto il Papa durante la cerimonia pasquale.‘La resurrezione è un altro contagio che si trasmette da cuore a cuore, è il contagio della speranza. Cristo è risorto. È la vittoria dell’amore sulla radice del male, che non scavalca la sofferenza e la morte, ma le attraversa, trasformando i mali in bene’.
E mai come ora le Istituzioni sono riferimento delle nostre giornate.
Sono parole di grande potenza unite da un profondo senso di umanità quelle del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella entrato nelle case con accorato messaggio il 27 marzo, come più volte in questo periodo. Vicinanza alla nostra comunità, ferita dalla pandemia, monito al Governo e all’Europa per iniziative di coesione e di solidarietà, per la graduale ripresa dell’economia e della vita sociale.
Il fuori onda trasmesso per un errore tecnico ne ha ancor più avvicinato e resa più cara l’immagine al Paese. ‘Giovanni (Grasso, direttore dell’ufficio stampa), non vado dal barbiere neanche io’ a causa di un ‘ciuffo ribelle’. Un inconveniente cui è seguito un sincero ‘mi dispiace’. ‘Nella ricostruzione il nostro popolo ha sempre saputo esprimere il meglio di sé’, ha detto il Capo dello Stato con determinazione.
E ancora, sul fronte delle Istituzioni, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte non ha mai abbassato la guardia contro il nemico invisibile, manifestando rigore e concretezza nella gestione di una complessa e difficile situazione. Per la ‘fase 2’ dell’emergenza – dopo il 3 maggio, si spera – ha messo in campo una task force di eccellenze tra giuristi, economisti, imprenditori, sociologi e scienziati. Fisseranno i ‘passi’ per gestire la ricostruzione del Paese con modelli innovativi in ambito finanziario, economico e sociale. Un’opportunità che potrebbe costituire una ‘rinascita’ per il nostro Paese, in un’Europa rafforzata.
Nutrimento di speranza e di amore arriva anche dalla musica, preziosa alleata e compagna di questo lungo periodo domestico per ‘resistere’ alla paura e all’isolamento. Artisti che cantano in diretta streaming dalle proprie case. Concerti e canzoni fruibili in web.
Un abbraccio globale del grande artista per ‘il cuore pulsante del mondo ferito, meravigliosa fucina internazionale che è orgoglio d’Italia’ per raccogliere con la voce universale della musica ‘quella benedizione del Cielo che ci restituisce coraggio, fiducia, ottimismo, nella certezza della fede. Credo nella forza di pregare insieme, credo nella Pasqua cristiana, simbolo universale di una rinascita di cui tutti quanti, credenti e non, abbiamo bisogno’.
*‘Preghiamo per la rinascita. Italia un modello vincente, motore di un rinascimento che tutti auspichiamo’,*è stato il messaggio del tenore, accompagnato dall’organo di Emanuele Vianelli.
E mentre anche Roma rende omaggio al mondo con un abbraccio che viene dal Campidoglio alle note di Deborah’s Theme (C’era una volta in America) di Ennio Morricone (suonata dal giovane chitarrista Jacopo Mastrangelo), la scienza ci dice che la musica può combattere anche il coronavirus. Ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (Mit) hanno tradotto in note musicali la struttura della proteina spike del virus SarsCov2. Il risultato, pubblicato sul sito della rivista Science, è un concerto per flauti e strumenti a corde che potrebbe costituire un modo nuovo per studiare la proteina.
L’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite – OCHA ha, infine, pubblicato 29 specifiche icone umanitarie in supporto all’attività di comunicazione. Simboli su chiusura totale delle attività, isolamento, distanziamento sociale, prevenzione dell’infezione, tamponi e gestione dei casi infetti. Un linguaggio accessibile e universale, a supporto degli operatori umanitari per condividere informazioni in un’emergenza che richiede risposte tempestive e coordinate.
Tra segni e simboli per combattere il virus, restiamo ancora a casa, per ora! Guardando al cielo stellato che rispecchia le nostre ansie, paure e incertezze, ascoltiamo i messaggi di coraggio e di speranza affinché la cometa illumini la notte buia e riporti nel cuore la fiducia in un futuro migliore.
Elvira Frojo