C’è una connessione tra epidemia e peccato? Il coronavirus omicida è un castigo divino?
‘Dio con questa epidemia c’entra eccome! Ma nel bene’. Questa la risposta di don Francesco Vermigli, docente di Teologia dogmatica. ‘Ogni crisi, anche una crisi civile e sanitaria come quella del coronavirus, può diventare occasione di una conversione del nostro modo di stare nella realtà… L’egoismo deve lasciar spazio alla carità, l’indifferenza religiosa farsi fiducia costante nel Signore….Alla Chiesa, in un contesto come questo, è richiesto in un modo del tutto particolare e profetico di farsi testimone di speranza e di fiducia nella forza e nella benevolenza di Dio per gli uomini’.
E, mentre le cronache ci mostrano ogni giorno la violenza del virusela pandemia continua a diffondersi nel mondo lasciando tutti sospesi e smarriti, oltre che per la malattia, per le conseguenze sul piano produttivo, industriale e sociale degli Stati del mondo, conforto e speranza viene dalla preghiera di Papa Francesco che, da oltre due settimane, ci accompagna da Santa Marta, alle 7 del mattino, in diretta streaming.
Il Papa che ha affidato l’umanità alla Vergine Maria recandosi, in forma privata, giorni fa, a Santa Maria Maggiore e a San Marcello a Roma, ha ora annunciato la più energica risposta della fede per unire tutti i cristiani, di qualsiasi religione, in un abbraccio universale. Un ‘ponte’ per raggiungere il cuore di chiunque, mentre anche i flash mob si sono ormai quasi spenti nel silenzio delle città deserte, sopraffatti dal rispetto del dolore per i tanti italiani colpiti dalla terribile emergenza sanitaria.
Nel corso dell’Angelus di domenica scorsa in streaming dalla Città del Vaticano, Papa Francesco ha detto: ‘In questi giorni di prova, mentre l’umanità trema per la minaccia della pandemia, invito tutti i Capi delle Chiese e i leader di tutte le Comunità cristiane, insieme a tutti i cristiani delle varie confessioni, a invocare l’Altissimo, Dio onnipotente, recitando contemporaneamente il ‘Padre Nostro’ mercoledì prossimo 25 marzo a mezzogiorno, nel giorno in cui molti cristiani ricordano l’annuncio alla Vergine Maria dell’Incarnazione del Verbo. Possa il Signore ascoltare la preghiera unanime di tutti i suoi discepoli che si preparano a celebrare la vittoria di Cristo Risorto’.
Con questa stessa intenzione – si legge nel sito di Vatican News – il Papa ha annunciato di voler presiedere un momento di preghiera sul Sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota, venerdì prossimo alle ore 18, invitando tutti a partecipare spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione.
‘Ascolteremo la Parola di Dio – ha detto Papa Bergoglio – eleveremo la nostra supplica, adoreremo il Santissimo Sacramento, con il quale al termine darò la Benedizione ‘Urbi et Orbi’, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria. Alla pandemia del virus vogliamo rispondere con l’universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza. Rimaniamo uniti. Facciamo sentire la nostra vicinanza alle persone più sole e più provate’.
Quindi, il Pontefice si è affacciato dalla finestra su Piazza San Pietro, deserta per le restrizioni di sicurezza, e ha dato la sua benedizione.
Come si legge in una nota del portavoce della Santa Sede Matteo Bruni ‘l’indulgenza plenaria sarà concessa secondo le condizioni previste dal recente decreto della Penitenzieria Apostolica*…** Per la dottrina cattolica l’indulgenza plenaria – ha ricordato – cancella la pena temporale data dal sacerdote al fedele durante la confessione*’.
Come ‘buona madre, la Chiesa implora il Signore perché l’umanità sia liberata da un tale flagello, invocando l’intercessione della Beata Vergine Maria, Madre di Misericordia e Salute degli infermi, e del suo Sposo San Giuseppe, sotto il cui patrocinio la Chiesa da sempre cammina nel mondo’, si legge nella nota che accompagna il decreto emanato il 19 marzo scorso a favore dei malati di coronavirus, operatori sanitari, familiari e di tutti coloro che, a qualsivoglia titolo, anche con la preghiera, si prendono cura di essi.
Il vescovo della diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca, monsignor Vito Angiuli, tracciando un parallelo tra la Quaresima e la ‘quarantena’ legata alla difesa dall*’*epidemia, ha detto: ‘L’epidemia del coronavirus COVID-19 si è abbattuta su tutto il mondo come una tempesta di sabbia nel deserto. In alcune zone desertiche, capita che le forti raffiche di vento sollevino le particelle di sabbia facendole vibrare e rotolare sul terreno. Queste si rompono in particelle di polvere più piccole che cominciano a viaggiare in sospensione fino a diventare una tempesta che sposta enormi quantità di sabbia, tanto da sembrare un muro di polvere che può raggiungere anche un chilometro e mezzo d’altezza. Necessariamente tutto si deve fermare e attendere che la tempesta passi. Quando essa sopraggiunge, non si può fare altro se non rifugiarsi in un luogo coperto e aspettare che la tormenta si plachi e diminuisca d’intensità….Un’esortazione a vivere questo momento con fiducia e speranza – ha detto ancora – nella convinzione che insieme potremo debellare la malattia. La quaresima, infatti, è un cammino verso la Pasqua, festa della guarigione corporale e della salvezza spirituale…LaVergine de finibus terrae ci sostenga e ci accompagni con la sua materna protezione’.
Uniamoci, dunque, tutti alla comunione universale di preghiera del ‘Padre Nostro’ il 25 marzo alle ore 12.
Un evento storico l’annunciata indulgenza plenaria, con la preghiera in streaming, del 27 marzo.
Per la religione cattolica, dogma della salvezza delle anime. Un approdo per ognuno di noi che, oggi, vorrebbe uscire migliore da questa ‘tempesta’ che ci travolge come granelli di sabbia mentre cerchiamo disperatamente di unirci ad altre particelle sospese. In attesa che la bufera passi.
Elvira Frojo