Con un annuncio a sorpresa, il grande compositore Ennio Morricone, classe 1928, premio Oscar alla carriera, dopo l’addio di giugno scorso a Lucca, ritornerà sulla scena nel 2020 per un concerto in Vaticano.
Firma di indimenticabili colonne sonore, Morricone ha recentemente ricevuto un riconoscimento per la diffusione dei film italiani in Giappone e per la musica composta per lo sceneggiato giapponese Musashi, dimostrando ‘come la musica possa veicolare sentimenti, valicando ogni confine’. Così ha affermato l’ambasciatore Keiichi Katakami, in occasione della consegna dell’onorificenza dell’Ordine del Sol Levante, a Roma.
E, mentre ci si interroga sulle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale anche nella musica, il compositore e pianista Giovanni Allevi ha appena pubblicato un nuovo disco ‘Hope’ (Speranza). E dice: ‘Le emozioni salveranno l’umanità dall’intelligenza artificiale. E’ dal buio dell’anima che nasce la scintilla, quel salto spaventoso e sublime che vuole colmare l’infinito’.
Sentiamo e percepiamo tutti, ogni giorno, il fascino e il potere della musica.
‘Senza la musica, la vita sarebbe un errore’ ha detto Nietzsche.
E’ proprio così. Il suono è uno strumento ancestrale dell’uomo. Attraverso il ritmo dei battiti del cuore, già il bambino in grembo riconosce la propria madre sin dai primi momenti di vita.
Per tutta la vita, la musica è energia vitale, seduzione. Ogni evento è scandito dal ricordo di un brano musicale che, a volte, vorremmo risentire all’infinito.
Ma la musica è anche ossigeno per la mente ed ha una riconosciuta azione curativa (musicoterapia), come afferma il Prof. Domenico Carratelli, neurologo e geriatra, già primario neurologo presso l’Ospedale S. Spirito di Roma, responsabile del “Centro Parkinson” della ASL Roma E, della “Unità Valutativa Alzheimer” e dei Centri Diurni Alzheimer della stessa Azienda.
Ogni ambiente, ogni contesto è arricchito dalla musica. Ma potrebbe dirci, Prof. Carratelli, quali sono i benefici della musica per il nostro benessere?
La pratica musicale, specie se iniziata in giovane età, aumenta la cosiddetta ‘riserva cognitiva’, quel tesoretto di capacità e funzionalità cerebrale che, in età anziana, contrasta poi lo sviluppo della demenza.
Abbinata al canto, la musica dà risposte molto efficaci anche nei deficit di lettura e di apprendimento.
L’ascolto attivo della musica migliora lo stato mentale e fisico, predispone all’empatia e alla socializzazione, elementi che esaltano la qualità della vita e la fortificano. E’ un’esperienza formativa che investe il cervello, cabina di regia della vita, che risponde attivando i centri della gratificazione, dell’empatia e della socialità. Una chiave di felicità e di benessere, la musica, in grado di allungare l’aspettativa di vita di almeno 10 anni.
Cos’è la musicoterapia e quali sono i suoi obiettivi, Prof. Carratelli?
La musicoterapia è l’uso della musica e degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia), da parte di un musicoterapeuta qualificato, in un processo volto a facilitare ed a favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira, dunque, a sviluppare le funzioni potenziali dell’individuo per una migliore qualità della vita e delle relazioni interpersonali grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.
Come opera l’azione della musicoterapia?
La musica dà alla persona malata la possibilità di esprimere e percepire le proprie emozioni, di mostrare o comunicare i propri sentimenti o stati d’animo attraverso un linguaggio non-verbale.
Lo psicoterapeuta è il veicolo di questo processo. Partecipazione attiva del paziente, rapporto di fiducia e interazione con lo psicoterapeuta, sono importanti requisiti di base per il successo della terapia.
In quali ambiti e in quali fasi può operare efficacemente la musicoterapia?
La musicoterapia può essere utilizzata, da sanitari professionisti, a vari livelli, quali l’insegnamento, la riabilitazione o la terapia.
Per quanto riguarda la terapia e la riabilitazione, gli ambiti di intervento riguardano preminentemente la neurologia e la psichiatria. In particolare: autismo infantile, ritardo mentale, disabilità motorie, morbo di Alzheimer ed altre demenze, psicosi e disturbi dell’umore, sindrome da dolore cronico, disturbi del comportamento alimentare, morbo di Parkinson.
Quali le attuali frontiere della musicoterapia in campo medico?
La musica è, oggi, considerata con crescente interesse in medicina rispetto ad un utilizzo, nel passato, quale terapia complementare. Le ricerche sui meccanismi fisiologici che sottostanno agli effetti della musica hanno permesso, infatti, di confermare il ruolo della musica nella regolazione dell’asse ipotalamo-ipofisario, del sistema nervoso autonomo e immunitario e, dunque, del metabolismo e del bilancio energetico. Gli studi più recenti affermano, inoltre, l’efficacia della musicoterapia in ulteriori ambiti, quali il recupero metabolico da stress, la modulazione di sintomi gastrointestinali e l’aumento del metabolismo lipidico.
Una panacea, dunque, la musica. Ma esiste un genere musicale che si ritiene abbia particolare efficacia?
La musica può essere la panacea contro molti mali. E non importa se si tratti di musica rock, pop, jazz, blues, metal o classica. E’ scientificamente provato che ascoltare della buona musica ha effetti positivi sui disturbi dell’umore, sui disagi psichici e sugli stati depressivi, pari all’efficacia dei farmaci.
Nella sua lunga esperienza professionale di specialista geriatra, cosa può dirci sull’utilizzo della musicoterapia per gli anziani?
L’anziano, anche quello che non ha ricevuto un’educazione musicale, ha una competenza esperienziale in tutto quello che concerne il campo sonoro-musicale: la conoscenza di canti, il ricordo di eventi sonori per lui significativi, le pratiche sociali inerenti la musica come il ballo, le serenate, i cantastorie, gli strumenti musicali. Questo bagaglio sonoro-musicale che l’anziano si porta dentro, che lo accompagna, che parla della sua storia, del suo vissuto, dei suoi sentimenti, della sua sensibilità, della sua cultura, diventa materiale su cui lavora lo psicoterapeuta.
L’anziano è, dunque, una persona ancora ricca di potenzialità, di speranze, di desideri e di bisogni da attivare, conservare, preservare e rispettare. La musicoterapia lavora sulle parti sane dell’anziano e suo obiettivo primario è quello di valorizzare tutte le potenzialità residue.
La musica diventa così un mezzo per prendersi cura degli anziani troppo nostalgicamente legati al passato e quindi incapaci di vivere un presente proiettato nel futuro, ma anche ad aiutarli ad accettare il proprio processo di invecchiamento o sofferenze, lutti, ecc..
La musicoterapia negli anziani favorisce, in particolare, rilassamento e socializzazione. Favorisce la gioia e il divertimento spontaneo, incoraggia visibilmente la creatività e l’autostima; favorisce la memoria e l’apprendimento: assicurando il contatto con la realtà e il sostegno psicologico.
L’utilizzo della musica a scopo terapeutico è dunque importantissimo per arginare malattie neurodegenerative tipiche dell’invecchiamento, quali demenza e Parkinson.
Naturalmente, è necessario integrare la musicoterapia con altre attività di animazione, oltre quelle sanitarie ed assistenziali, per contrastare il decadimento e il deterioramento fisico, mentale e psicologico, e per valorizzare la persona nella sua globalità.
Prof. Carratelli, da medico ma anche grande appassionato e conoscitore della musica, cosa può dirci?
Una lunga e buona vita passa anche attraverso il potere della musica. Perché la giusta colonna sonora può aggiungere vita agli anni, oltre che anni alla vita.
La musica va dritta al cuore, trasporta messaggi sublimi con potenza e dolcezza insieme. Cura l’anima e, insieme, il corpo. Come farne a meno?
Elvira Frojo