Una vita non basterebbe per vedere tutto il mondo, e allora iniziate da un posto, magari dal Perú: perché ha un nome carino, perché si parla spagnolo e quindi le cose son più facili per gli italiani. E poi ci sono gli alpaca. Insomma, scegliete voi il motivo, ma andate. Ciò che vi resterà negli occhi e nel cuore varrà il viaggio, i chilometri e la fatica.
3.00, 4.30, 5.00, 5.50. Ecco la collezione di sveglie da portare in Perú, un viaggio che vi farà dimenticare i comfort ma in cambio vi ricorderà tutto ciò che nella vita di città vi siete dimenticati.
Lima, Paracas e Islas Ballestas
A Lima, passateci solo in time-lapse con sosta a Barranco per dare un saluto all’Oceano Pacifico e mangiare il ceviche, tra i piatti più diffusi del Paese. Partite appena possibile per la Riserva di Paracas, un luogo dove la natura è padrona e in cui vi ritroverete a strapiombo sull’Oceano, davanti a scogliere rosse altissime e alle nuvole in un cielo con dieci strati di profondità. L’unico segno umano che vale la pena vedere è il Candelabro o Cactus (ancora non hanno deciso). Animali? Andate alle Islas Ballestas con una delle prime barche. Vedere le otarie, i pellicani e i pinguini di Humboldt nel loro habitat naturale vi farà capire il vero significato della parola libertà. Portatevi un cappello e un impermeabile, indispensabili. Il guano degli uccelli dell’isola non perdona, colpisce liberamente chi capita a tiro. Ma ne vale la pena per degli stormi così belli, precisi, infiniti.
Nazca
Le Linee di Nazca
Le distanze in Perú sono enormi. Il consiglio è quello di viaggiare in bus e di notte per riposare e non “sprecare tempo”. Arrivati a Nazca, se superate la paura di salire su un aeroplanino davvero -ino, potrete sorvolare per mezz’ora sulle Lineas de Nazca. Le figure sono 11 e per ognuna faranno due virate per farvele vedere da più prospettive. Mettete in conto un po’ di nausea, ma l’emozione che proverete è di quelle forti.
Arequipa
Sorvegliata da vulcani con la punta innevata, Arequipa non vi deluderà. Soprattutto il tempo che passerete nel Monasterio de Santa Catalina de Siena: pareti blu, rosse e gialle, scale che non hanno una direzione precisa e piante grasse curate e perfette per aggiornare il vostro feed di Instagram. Girando in città potrete vedere tantissime signore con gli abiti tipici e la loro fantastica e immancabile bombetta. Andate al Museo Santuarios Andinos a conoscere di persona Juanita, la ragazzina sacrificata agli dei Incas, la sua storia e di come il suo corpo è stato ritrovato vi verrà raccontata tante, tante volte.
La Cruz del Condor
Colca Canyon
In questo viaggio occhi aperti: dai finestrini del bus imparerete a distinguere e riconoscere i vicuñas dai lama e dagli alpaca. A questo punto del tragitto preparatevi a provare il primo pacchetto di foglie di coca contro il “soroche” o mal d’altura: 8 foglie da mettere in fondo al palato e da masticare molto lentamente. Arrivati a 4.900 m s.l.m., al Mirador de los Volcanos, vi troverete al cospetto dei vulcani El Misti, il Chachani, l’Ampato, il Sabancaya e lo Huaka Huaka. Dopo un bagno termale a Chivay, all’alba partite per Yanque dove alle 7.00 della mattina troverete già gente che balla con abiti e vestiti bellissimi. Ah, entrate nelle chiese, sono un mix di cultura country, barocca e sud americana. Ultima tappa: la Cruz del Condor, dove i Condor planano nel Canyon passandovi a pochi metri dalla testa. Uno spettacolo unico. Altre soste: Maca, Patahuasi, Laguna Lagunillas (4.400 m s.l.m.).
Puno e Lago Titicaca – Isola degli Uros, Isola Amantanì e Isola Taquile**
A Puno percorrete le strade in zona porto, più vere e a volte crude, e lasciatevi coinvolgere dall’atmosfera del caratteristico mercato sopra i binari in disuso. La mattina presto partite per le isole del Lago Titicaca. La prima è quella degli Uros: un’isola artificiale in movimento che è costruita pazientemente dai suoi abitanti giorno dopo giorno nel corso degli anni. Un po’ turistico, ma interessante. Salutati gli Uros, dopo due ore e mezza di battello arriverete sull’altissima Amantanì dove potrete dormire a casa di una famiglia locale. Una salita fino a 4.000 m s.l.m. che non scorderete mai: cuore a mille e costole che sembrano schiacciare i polmoni. Quando arriverete ai templi del Pachamama e Pachatata tutto tornerà regolare, tranne il tramonto. Quello è eccezionale. Rispetto alle altre due, nell’isola di Taquile c’è solo una differenza, tutti indossano un cappello che cambia a seconda del suo stato civile. Altro che Tinder…
Cuzco** Tappe tra Puno e Cuzco che meritano: La Raya, da cui ammirare il ghiacciaio dove nasce il Rio delle Amazzoni e il tempio Wirawocha. Cuzco è un po’ come Roma: ad ogni angolo c’è una chiesa, qua però sono costruite sui templi Incas distrutti. Sali e scendi, mercatini, negozi, un sacco di alpaca addomesticati e altrettanti Soles (la moneta locale) spesi per fare foto con loro. Da visitare i siti archeologici nei dintorni: Sacsaywamàn, Q’enqo, Pukapukara e Tambomachay.
Valle Sagrado**
Le salineras de Maras e Moray sono belle, Pisac anche, ma Ollantaytambo di più. Dopo aver visitato il sito, da qui prenderete l’Incarail che segue il fiume Urubamba fino ad Aguas Calientes, ultima tappa prima di Machu Picchu.
Machu Picchu**
Macchu Picchu
Davanti a questo spettacolo, riuscirete a pensare solo a una cosa, la pagina del libro di storia delle elementari dove per la prima volta avete visto Macchu Picchu. In un secondo vi ritroverete di nuovo in quella classe, sul vostro vecchio banco. Credo vi verrà da sorridere, perché davanti a qualcosa che credevate di conoscere da una vita, vi ritroverete a non sapere nulla. E sarà bellissimo. Fino a quando non vi diranno che Macchu Picchu si pronuncia Maciu Pikciu.
Montañas de 7 colores**
Se potete, fate passare almeno un giorno tra Machu Picchu e le Rainbow Mountains. Si parte alle 4 di mattina. La camminata è fattibile, ma non è una passeggiata. Resistete: ne vale la pena. In cima a questa montagna, troverete sconosciuti da tutto il mondo che ridono e che si danno il cinque, che esultano con voi. Lì, su quel cocuzzolo, un posto piccolo e difficile da raggiungere, c’è spazio per tutti. C’è aria per tutti, anche a 5.000 metri s.l.m. Niente di più, niente di meno. Non lo scorderete mai.
Dove mangiare**
Lima – Isolina, Av. San Martin 101, Barranco 15063
Nazca – Pollo Rico, Calle Lima, 11400
Arequipa – Chica di Gastòn Acurio, Santa Catalina 210, Cercado De Arequipa 04001
Puno – Mojsa, Plaza de Armas, 51
Cuzco – Mercado Central de San Pedro
Sull’isola di Amantanì assaggiate il tubero Oca e la zuppa andina.
Nota sul mal d’altura
Non c’è una preparazione per non soffrirne, a meno che non ci si abitui sopra i 4000 m s.l.m. I sintomi sono soggettivi: c’è chi accusa solo mal di testa, chi vomita o sviene o chi perde sangue dal naso. Ci si abitua in qualche giorno, ma non sottovalutatelo: ogni passo vi costerà fatica.
Testo e foto di Anna Lasagni