In onore del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci, l’Italia celebra il genio toscano con un palinsesto di eventi che collegano idealmente Roma, Milano e Firenze, poli principali della sua attività. Non mancano le iniziative europee, dalla Norvegia alla Francia.
Scienziato, artista, ingegnere e pensatore, Leonardo da Vinci è più di chiunque altro l’uomo del Rinascimento, colui che è riuscito a plasmare un’intera epoca con le proprie opere e invenzioni, dando lustro al Belpaese oltre il tempo e lo spazio. Per questo il 2019, anno in cui ricorrono i cinquecento anni dalla sua morte, avvenuta appunto nel 1519, sarà tributato alla commemorazione del grande maestro attraverso delle iniziative che dalla penisola valicheranno anche le Alpi.
In primo luogo si parte da Firenze, culla dell’Umanesimo, dove è stata allestita una mostra alla Galleria degli Uffizi, intitolata “L’acqua microscopio della natura. Il Codice Leicester di Leonardo da Vinci”. Quest’ultima ha anticipato di fatto gli eventi dell’anno leonardiano, riportando in Italia, dopo trentasei anni di assenza, il noto manoscritto, incentrato principalmente sugli studi di idraulica. Grazie al supporto di Bill Gates, proprietario del codice dal 1994, le famose carte, ricche di annotazioni, schizzi e riflessioni innovative sulla Luna e sulla Terra, redatte dal genio vinciano all’inizio del XVI secolo, sono state al centro dell’esposizione curata da Paolo Galluzzi. A corredo del codice anche una serie di disegni provenienti dalla Biblioteca Vaticana, dalla Biblioteca Reale di Torino, dalla British Library ma soprattutto quattro tavole scelte dal Codice Atlantico in prestito dalla Biblioteca Ambrosiana di Milano, il quale è forse il documento che più di ogni altro ha conferito a Leonardo il titolo di genio.
La mostra è stata il frutto di due lunghi anni di preparazione, durante i quali sono stati raccolti circa 80 fogli e numerosi incunaboli, oltre al Codice sul volo degli uccelli di mano dell’artista, e ha traghettato verso i successivi appuntamenti fiorentini. Dall’8 marzo al 14 luglio si terrà infatti a Palazzo Strozzi un’altra imperdibile esposizione dedicata ad Andrea del Verrocchio, presso la cui bottega si formarono molti degli artisti protagonisti dell’epoca, quali Botticelli, Perugino e lo stesso Leonardo. La rassegna, chiamata “Verrocchio, il maestro di Leonardo”, nasce dalla collaborazione col Museo Nazionale del Bargello e passerà il testimone nella seconda metà dell’anno all’ultimo dei tre maggiori eventi che avranno luogo nel capoluogo toscano, ovvero la mostra dedicata agli studi di botanica condotti dal vinciano, realizzata grazie alla partnership con Aboca (Info su www.palazzostrozzi.org).
Da Firenze ci si sposta a Milano, città in cui Leonardo si trasferì sul finire del ‘400 per lavorare alla corte di Ludovico Il Moro. Qui si impegnò in modo assiduo negli studi di ingegneria e architettura, pur non abbandonando mai del tutto il disegno e la pittura, come dimostra una delle sue opere più famose al mondo, “Il Cenacolo”, nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. Tuttavia al centro delle celebrazioni milanesi dedicate all’artista vi è un altro dei suoi stupefacenti lavori, meno conosciuto del precedente ma di fattura altrettanto straordinaria. Si tratta della Sala delle Asse, presso il Castello Sforzesco, rimasta chiusa al pubblico per anni dopo un lungo intervento di restauro, esclusa la parentesi di Expo 2015. Dal 2 maggio, giorno esatto in cui cade la scomparsa del genio, sarà infatti possibile osservare nuovamente da vicino il complesso pergolato arboreo elaborato da Leonardo per la decorazione dell’ambiente, generato dall’intreccio delle fronde di alberi di gelso e ricco di simboli facenti riferimento al ducato degli Sforza. Dalle passerelle installate dopo la rimozione dei ponteggi, si potrà poi godere a tutto campo del Monocromo fresco di ristrutturazione nella parte inferiore della parete orientale e dei disegni preparatori, rivelati dall’asportazione dell’intonaco con il laser.
In parallelo a questa attesissima riapertura vanno ad aggiungersi, da un lato, l’esposizione di disegni originali del maestro nella cappella ducale del castello, volti a far capire quale fosse l’originale composizione della Sala delle Asse e, dall’altro, una serie di convegni di respiro internazionale sugli ultimi dieci anni di vita del genio, organizzati dall’Ente Raccolta Vinciana, in collaborazione col Comune di Milano e del Mibact presso il Palazzo Reale.
Meritano un accenno anche gli eventi che prenderanno avvio nella capitale, dove il padre della “Monna Lisa” lavorò tra il 1513 e il 1516 alla corte di Giuliano de Medici. Le principali iniziative riguardano il Museo Leonardo da Vinci Experience, un percorso immersivo dedicato interamente all’artista toscano. A rompere il ghiaccio è stato il 14 dicembre lo spettacolo “Leonardo-Psychedelic Genius”, mentre nei prossimi mesi si susseguiranno appuntamenti di vario genere che includono anche il cinema. Le macchine in mostra nel polo romano, realizzate dalla Bottega Artigiana Trifernate sulla base dei progetti leonardeschi, insieme alle riproduzioni certificate delle tele, sbarcheranno invero sul grande schermo grazie al film “Io Leonardo”, interpretato da Luca Argentero e prodotto da Sky e Progetto Immagine. Per l’occasione, il museo ha deciso di pubblicare un compendio dell’esposizione permanente che attraversa le invenzioni e l’arte del genio vinciano, disponibile in cinque lingue (Info su www.leonardodavincimuseo.com).
Tutte le iniziative promosse per il 2019 sono state valutate e approvate dal Comitato per le celebrazioni dell’anno leonardiano, insediato a febbraio 2018 e composto da alcuni nomi del calibro di Paolo Galluzzi, eletto unanimemente presidente del collegio, Barbara Agosti, docente di storia della critica d’arte (Università degli studi di Roma Tor Vergata), dott.ssa Roberta Barsanti, direttore del Museo Leonardiano di Vinci, dottor Fiorenzo Galli direttore generale del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, architetto Pinin Brambilla Barcilon, restauratrice dell’affresco “L’ultima Cena” nel complesso di Santa Maria delle Grazie a Milano, professor Luke Syson, curatore della scultura e delle arti figurative europee al Metropolitan Museum di New York e molti altri ancora. Un lavoro corale, come si può ben vedere, incentrato sulla cura minuziosa di tutti gli eventi in calendario.
Per quanto riguarda le celebrazioni europee, non si può che partire dalla Francia, seconda solo all’Italia per numero e tenore delle iniziative. Leonardo spese gli ultimi tre anni della sua vita nella valle della Loira, ad Amboise per l’esattezza, dove era stato invitato dal re Francesco I. Qui lavorò con grande impegno alla progettazione del Castello di Chambord, senza poterne vedere tuttavia la costruzione finale. In questa sorta di città ideale, tra maggio e settembre 2019, prenderanno forma tre eventi principali: una competizione internazionale di architettura, un festival musicale e una mostra sullo spirito dell’Umanesimo. In autunno ci si sposta invece a nord, nella capitale, dove sarà allestita al Museo del Louvre un’ambiziosa mostra allo scopo di raccogliere il maggior numero possibile di opere leonardiane, dalle sculture, ai dipinti fino ai disegni.
Da non perdere anche l’esposizione al Museo Teylers di Haarlem, in Olanda, sugli studi fisionomici di Leonardo, quella della città di Stavanger, in Norvegia, e soprattutto quelle della Royal Collection della Corona britannica, organizzate in tutto il Regno Unito, fino a marzo 2020.
Insomma, il 2019 sarà un anno di festa, italiana ed europea, un anno destinato a celebrare e conoscere meglio la vita e l’opera rivoluzionaria di Leonardo, l’artista geniale del Rinascimento, simbolo immortale di un’Italia culla di cultura e splendore.
Beatrice Vecchiarelli