Le Seychelles sono universalmente note per la loro bellezza paesaggistica: mare incantevole, rocce granitiche che incorniciano spiagge dalla sabbia bianchissima, una foresta lussureggiante che copre interamente colline e montagne. Ma se queste sono le caratteristiche che definiscono le Seychelles nell’immaginario collettivo, è anche vero che, assieme alla natura, la grande ricchezza di questo arcipelago è il suo popolo.
La terra
Al giorno d’oggi, ogni anno, decine di migliaia di turisti visitano le bianche spiagge delle isole seychellesi, solcando, in canoa o in barca a vela, le cristalline acque di questo arcipelago. In pochi sanno, però, che i primi uomini attraversarono il mare per toccare queste terre nel lontano 1770. Si trattava non certamente di viaggiatori in cerca di relax, di una fuga dalla quotidianità o di un soggiorno da favola, bensì di pirati e commercianti che attraccavano per procurarsi delle scorte alimentari. Nemmeno il tempo di godersi il paesaggio, il mare e le spiagge, che subito ripartivano verso altri affari in terre lontane.
Se oggi le Seychelles ci appaiono come un paradiso terrestre, come un locus amoenus in cui l’intervento dell’uomo è solo marginale, in cui la natura la fa da protagonista, lo dobbiamo proprio alla natura stessa, alle caratteristiche di un territorio che ha “resistito” ai tentativi di sfruttamento e manomissione da parte dell’uomo. Quando infatti, anni più tardi, arrivò una nave francese inviata dal Re per prendere possesso di queste terre, l’obiettivo era chiaro. Convertire un paradiso naturale in un’enorme piantagione di spezie, sfruttando manodopera di schiavi africani. Il progetto però venne presto abbandonato, in quanto il terreno si rivelò inadatto alla coltivazione delle spezie stesse. I francesi, dunque, desisterono dal loro intento: la flora e la fauna erano salve, libere di prosperare e di svilupparsi secondo un processo quanto più naturale e incontaminato possibile. Sino, è il caso di dirlo, a diventare il paradiso naturale che oggi noi, nelle vesti di turisti in cerca di un posto magico, possiamo godere dimenticandoci per qualche giorno delle (lontane) fatiche quotidiane.
Quei francesi che arrivarono nelle Seychelles però non tornarono in patria, ma assieme agli schiavi africani e a un piccolo gruppo di indiani si stabilirono in queste terre. Ci piace pensare che furono attratti e conquistati dallo spettacolo naturale che li circondava, convinti nel dar vita alla prima comunità straniera che si stanziò stabilmente in queste isole dalla flora, e fauna, tuttora uniche al mondo. Chissà se quegli uomini, arrivati da così lontano, avrebbero mai immaginato che, qualche secolo dopo, sarebbero stati ricordati come i primi coloni di una delle mete turistiche più affascinanti e gettonate al mondo…
La società
Le Seychelles furono tra i primi paesi del mondo ad abolire la schiavitù. Mentre infatti, solamente nel dicembre del 1865 in America si firmava l’emendamento che rendeva tutti gli uomini liberi, nell’arcipelago africano gli schiavi non esistevano già da 30 anni. Era il 1835 quando nelle Seychelles venne abolita la schiavitù, favorendo un processo di emancipazione e integrazione che toccò tutte le comunità presenti in queste isole. Ora tutti avevano la possibilità di vivere la propria libertà, e questo contribuì alla nascita di una società multietnica, che secoli fa come oggi non vede contrasti di natura culturale e religiosa, rendendo le Seychelles un perfetto esempio di società multietnica.
Una multiculturalità che caratterizza non solo la società seychellese, ma che si può notare anche nei volti e nella fisionomia di chi popola queste terre. Sia girando per le città che per i villaggi più piccoli che popolano le coste o l’entroterra delle Seychelles, non sarà raro trovare persone dai lineamenti unici, figli di una contaminazione sociale che affonda le sue radici nella storia di questa nazione. Ecco dunque che potete incrociare lo sguardo di donne dagli occhi asiatici e labbra africane, mentre vi dirigete verso qualche mercatino a comprare manufatti locali da venditori con la pelle scura ma con occhi cerulei; ma non sarà strano nemmeno sedervi a pescare su qualche scoglio accanto a un ragazzo dai capelli afro ma dalla carnagione bianca. Qui, più che in tutte le altre parti, ogni persona è differente dalle altre.
Una commistione di culture che non trovate solamente nei lineamenti di chi popola queste terre, ma che potete riscontrare anche nella gastronomia locale. La cucina seychellese, infatti, mescola tradizioni di paesi lontani, che si incontrano in un’esplosione di sapori nei piatti della cultura di questo territorio. Nei caratteristici ristoranti potete quindi gustare del pesce fresco grigliato insaporito da spezie del retaggio africano e indiano, accompagnato da verdure arricchite ed esaltate da salse della tradizione francese.
Tra tutte queste peculiarità, però, c’è una cosa che lega e accomuna tutto il popolo creolo: l’amore e la devozione verso il proprio territorio. Nel corso dei decenni anche le Seychelles hanno conosciuto un importante flusso migratorio, ma molti hanno deciso di rimanere in queste terre baciate dalla benevolenza di Madre Natura. Il popolo creolo vive infatti quasi in simbiosi con la natura locale, legato da un sentimento profondo, viscerale, con la sua terra. Non si tratta di un qualcosa di puramente fisico, esterno; è piuttosto qualcosa di spirituale, profondo, qualcosa che solamente un seychellese può capire, incarnare e tramandare. Qui l’uomo è ospite, qui l’uomo rispetta la terra che occupa, mosso da un sentimento di gratitudine verso la natura che lo guida in ogni sua attività. Un patto non scritto con la propria terra che viene stretto dai creoli sin dalla più giovane età: l’educazione ambientale rappresenta un insegnamento portante, che guida la popolazione locale per tutta la vita.
Calarsi, anche solo per qualche giorno, in questa ottica è fondamentale per apprezzare da semplice turista questa terra così unica. Questo rispetto per tutto ciò che circonda e caratterizza le Seychelles è un aspetto sociale riconosciuto anche a livello istituzionale, tant’è che gran parte del territorio locale è considerato Parco Nazionale. Flora e fauna hanno modo di esprimersi in tutta la loro autenticità, tanto da portare altri paesi del mondo a prendere come modello le Seychelles per la salvaguardia del proprio ambiente naturale. Numerose pratiche per la difesa di animali e piante in via d’estinzione infatti sono state esportate in tutto il mondo, come la creazione delle nursery di coralli e della prima riserva naturale al mondo a emissioni zero.
Tenete dunque bene a mente questo aspetto nel visitare un paese che se viene oggi considerato un paradiso terrestre è soprattutto grazie alla devozione di un popolo verso la propria terra. E allora, calati pienamente nella mentalità locale, potrete godervi appieno un’escursione in trekking tra le verdi colline dell’entroterra, una passeggiata sulla bianca sabbia che colora le coste, o ancora assistere con maggiore consapevolezza alle attività artigianali tipiche di questa terra, come la lavorazione della copra o l’estrazione, da foglie di palma, di una gustosa bevanda alcolica. Cercate di osservare questa semplice regola non scritta, tornerete a casa sicuramente arricchiti dal punto di vista umano, sognando magari di rivedere quella terra di cui continuerete a sentire il richiamo. Un richiamo si lontano ma, forse, mai così vicino…