Parte da Alghero una delle sfide cruciali per raggiungere gli obiettivi della cosiddetta Agenda 2030 stabilita dall’Onu. Lo ha dichiarato Maria Gabriella Lay, già funzionario delle Nazioni unite, nel convegno di apertura del progetto MediterranEU che si è svolto venerdì 20 luglio a Porto Conte. Insieme ad altri rappresentanti del sistema Onu – Tommaso Murè dell’United Nations Youth Delegates, Andrea Carapellese dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale e Simone Sanna di Unesco Giovani Sardegna – ha tenuto a battesimo questo intervento ideato da Rumundu e realizzato con il contributo indispensabile dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, su impulso del suo Presidente Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, per aiutare 30 giovani sardi nella progettazione e costruzione di altrettante attività imprenditoriali ad alto tasso di sostenibilità. Parallelamente a questo percorso verranno selezionati dodici ragazzi provenienti da paesi in conflitto per costruire dei progetti da realizzare nei loro paesi di provenienza. Nel corso della serata è stata anche inaugurata ufficialmente la Rumundu Academy, la scuola permanente di innovazione sociale che sta portando nel Nord Ovest della Sardegna docenti ed esperti da tutto il mondo. Il progetto è organizzato con la collaborazione del Comune di Alghero, di Rondine, della Fondazione Alghero, del Parco di Porto Conte con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura della Regione Sardegna.
I lavori sono stati aperti dal sindaco di Alghero, Mario Bruno, che ha salutato l’iniziativa come capace di aiutare i giovani a rivoluzionare il modo di concepire il lavoro e se stessi. Appello analogo è venuto anche da Maria Grazia Piras, assessore regionale all’Industria, che ha sottolineato l’importanza della formazione proiettata ad avviare nuove attività: “Si dovrebbe imparare a fare impresa fin dalle scuole medie”. Il direttore del Parco regionale di Porto Conte, Mariano Mariani, ha raccontato di aver accolto con entusiasmo l’iniziativa “perché un parco deve essere capace di favorire anche lo sviluppo locale”.
Entrando nello specifico delle attività che saranno attivate nel corso del progetto, il consigliere della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, Marco Pandozi, ha precisato come grazie a questo intervento si valorizzi il ruolo del Mediterraneo: “E’ un luogo cruciale per ridurre le distanze e comporre le lacerazioni”. Manuella Markaj di Rondine Cittadella della Pace ha illustrato come la sua organizzazione aiuti i giovani di tutto il mondo ad acquisire le competenze necessarie per sperimentare a casa progetti di sostegno locale. Stefano Cucca, innovatore sociale e fondatore di Rumundu, ha spiegato lo spirito del progetto: “In un territorio dove è presente il 52 per cento di disoccupazione diciamo ai giovani sardi che è possibile costruire qui un’attività imprenditoriale innovativa e sostenibile”.
Il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, che non ha potuto presenziare al convegno, ha inviato un messaggio di grande consapevolezza e positività per il futuro: “Formare le giovani generazioni dell’area mediterranea, la più svantaggiata ma anche quella potenzialmente più ricca di tradizioni, intelligenze creative e cultura, affinché possano contribuire fattivamente allo sviluppo del tessuto economico nazionale ed europeo diventando fondatori di start-up ed innovatori, per di più con un occhio di riguardo a quello che è diventato a buon diritto l’imperativo della nostra epoca, ovvero la sostenibilità, è quanto di più utile una fondazione possa oggi contribuire a fare. In aggiunta, dando un’opportunità concreta a 12 giovani provenienti da zone di conflitto, secondo il principio a me caro – e strategico al giorno d’oggi – che consiste nel promuovere lo sviluppo all’interno dei Paesi che ne hanno reale necessità. Per questo mi sento di affermare che non soltanto il nostro Paese, ma anche l’Europa tutta, abbiano un grande bisogno di progetti come MediterranEU”.
Ma il messaggio più forte è arrivato proprio da chi è impegnato nel sistema Onu. Maria Gabriella Lay ha sottolineato il valore internazionale di questo progetto: “Per la prima volta nella storia il mondo che lasceremo sarà peggiore di quello che abbiamo ereditato perché purtroppo non lo abbiamo rispettato. Da Alghero può partire un messaggio importante rivolto a tutto il Mediterraneo”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Tommaso Murè dell’United Nations Youth Delegates: “Smettiamola di dire che noi giovani siamo il futuro perché invece siamo il presente. Abbiamo però la responsabilità di prenderci i nostri spazi mentre la politica deve fidarsi maggiormente di noi”. Secondo Andrea Carapellese, membro dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale, in questo territorio ci sono tutte le condizioni per avviare iniziative positive di imprenditoria sostenibile, mentre Samuele Sanna ha spiegato ruolo e attività di Unesco Giovani.
Il dibattito è stato chiuso dalla testimonianza di Andrea Alessandrini, direttore generale di Nobento. I lavori, moderati da Dario Carrera di Impact Hub Roma, sono stati chiusi dal sindaco Mario Bruno che ha ribadito il valore del progetto per la comunità di Alghero.