A dicembre 2014 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato per il 21 giugno – giorno del Solstizio d’Estate – la Giornata Internazionale dello Yoga. Lo stesso anno si è registrato un nuovo Guinness World Record per la più grande sessione di yoga mai realizzata nella capitale dell’India, New Delhi. Tre anni dopo la pratica dello yoga – termine provieniente dall’antica lingua Sanscrita e che richiama l’unione di corpo e mente – è diffusa ovunque con un successo eccezionale. Il Primo Ministro Narendra Modi continua a promuovere lo sviluppo di questa antica disciplina, nella ferma convinzione che non solo il suo Paese, ma il mondo intero, possano giovare dei suoi effetti positivi.
50.000 persone nella città di Lucknow – nell’India settentrionale – sono rimaste per ore al caldo, sotto l’inesorabile pioggia monsonica riparandosi solo con delle stuoie colorate. La ragione? Celebrare la terza edizione della Giornata Internazionale dello Yoga in una speciale sessione guidata dal Primo Ministro Narendra Modi.
Un po’ come Michelle Obama, che si è fatta ambasciatrice dell’importanza di una corretta attività fisica, così Modi non perde occasione per sottolineare l’inestimabile valore dello yoga, che è praticamente quello di un’assicurazione sanitaria a costo zero. “Potremmo risparmiarci molti problemi se ognuno degli 1,25 miliardi di miei concittadini raggiungesse questo obiettivo, un corpo e una mente sana”.
La filosofia olistica di Modi basata sullo yoga non si ferma alle sole dichiarazioni. Tre anni fa il Primo Ministro indiano ha convinto le Nazioni Unite a istituire una Giornata Internazionale dello Yoga, un evento che quest’anno si è svolto in ben 180 nazioni del mondo.
Parlando agli entusiasti e numerosissimi partecipanti dell’evento di Lucknow, Modi ha raccontato come l’antica pratica dello yoga abbia rafforzato i legami tra l’India e il resto del mondo. “La pratica, che connette il corpo, la mente e l’anima, ha avuto anche un grande ruolo nell’riunire tutto il mondo”, ha detto prima di eseguire diverse posizioni dello yoga (asana) insieme a Yogi Adityanath, Capo Ministro dell’Uttar Pradesh (Stato dell’India settentrionale) manifestando come l’arte e la pratica dello yoga trascendano tutte le barriere culturali e linguistiche.
Yoga, un’eredità di 5.000 anni
Nel subcontinente indiano lo yoga ha prosperato per millenni.
La graziosa città di Mysore, o Mysuru, sita nella provincia meridionale dello stato di Karnataka, è conosciuta come la culla dell’Ashtanga vinyasa, uno dei più noti stili di yoga.
La città è anche il luogo in cui hanno insegnato alcuni tra i più importanti guru, come Sri Pattabi Jois e Sri B.K.S. Iyengar, nonchè la terza città per grandezza nel Karnataka, collocata ai piedi delle colline della Chamundi Hills, a circa 146 km a sud ovest della capitale Bangalore.
Ma la pratica yoga, naturalmente, non si limita alla sola Mysore.
Infatti, per la terza edizione della Giornata Internazionale dello Yoga tutto il Paese si è fermato, gli uffici, le scuole, i parchi di tutto il paese hanno preso tempo per “tuffarsi” in questo unico movimento internazionale.
Mentre a Lucknow si svolgeva la sessione principale, anche a Delhi ci si riuniva al Lodhi Garden, al Nehru Park, al Talkatora Garden, al Children’s Park e in molti altri parchi pubblici, senza dimenticare che il Ministro del Turismo indiano e le autorità locali hanno organizzato appuntamenti anche a Bruxelles, a Tengzhou City nella provincia dello Shandong della Cina orientale, a Time Square e a Kabul.
Godendosi, dunque, i risultati di un giusto successo considerato l’impegno che il Paese e i suoi leader hanno profuso, nel Paese sono stati accolti oltre 50 delegati da 23 paesi invitati dal Ministero del Turismo per testimoniare e vedere da vicino l’esperienza di questa iniziativa nella terra in cui tutto ha avuto inizio, l’India, la culla dello yoga. Anche loro, bagnati dalla pioggia, hanno potuto vivere in prima persona l’evento nel paese che ha dato origine allo yoga.
Dal caleidoscopico mercato di Delhi, alla “Silicon Valley” di Bangalore fino ai prodotti dell’agricoltura biologica e il centro di salute olistico Soukya, i giornalisti, tour operator e istruttori di yoga provenienti da tutto il mondo hanno potuto vivere e raccontare i tanti volti dell’India.
Useremo, allora, le parole di Ravi Ramaswamy, direttore della IndeBo, compagnia che si occupa di far conoscere i “sapori dell’India”, per spiegare l’importanza di un viaggio esperienziale che ponga al centro proprio lo yoga: “Nella società attuale ci si rivolge allo yoga solo quando non ci sono alternative, quando tutte le altre opzioni hanno fallito. Il che spiega perché il mondo è così com’è… Immaginate se invece lo yoga fosse, fin dall’inizio, parte della filosofia di vita di ognuno – che tipo di mondo sarebbe?”
Kathryn Carlisle