Opinione pubblica ed esperti si dividono, tra chi intravede nella “flat tax” un segnale positivo per la competitività fiscale dell’Italia e chi una ingiustizia sociale
“Un Fiorino. Un Fiorino!” Una delle gag più divertenti di «Non ci resta che piangere», film del 1984 con Massimo Troisi e Roberto Benigni dove due amici e colleghi, tornati indietro nel tempo si trovavano costretti a versare la somma di un Fiorino a un fiscalissimo doganiere ogni volta che mettevano piede sulla linea di confine tra uno stato e un altro.
Non tratta ovviamente di questo la Flat Tax, l’opzione introdotta nella Legge di bilancio del 2017, ma di un’imposta forfettaria di 100 mila euro che gli investitori stranieri che vogliono trasferire la loro residenza fiscale in Italia, dovranno versare al fisco per godere così dei benefici di un unico pagamento annuo e di una serie di esenzioni sulle imposte di successione e donazione dei beni all’estero. Il provvedimento, nello specifico, riguarda coloro che attualmente non sono residenti in Italia o gli italiani che non siano stati residenti in Italia da almeno nove anni sugli ultimi dieci.
Se da un lato si tratta di una forma di tassazione che ha l’obiettivo dichiarato di attrarre capitali stranieri e incentivare investimenti dei cosiddetti “High net worth individual”, quelle persone, cioè, con patrimoni e redditi molto alti, dall’altro c’è chi parla di una vera e propria ingiustizia fiscale, facendo riferimento all’articolo 53 della Costituzione che recita: “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.”
Certamente l’economia italiana ha bisogno in questo momento come non mai di persone che credano e investano nel Paese, e sbagliata o giusta che sia, la Flat Tax, è una risposta concreta ai regimi di tassazione agevolata presenti già da anni in Paesi come Portogallo, Spagna, Malta e Gran Bretagna – quest’ultima di certo userà la leva fiscale a proprio vantaggio dopo la Brexit.
È, infatti, necessario tenere in cosiderazione lo scenario nella sua interezza, guardando anche agli Usa di Donald Trump che saranno molto aggressivi dal punto di vista fiscale per attirare investimenti e patrimoni e per riportare le multinazionali in patria.
Davide Zaccaretti @dav_zac