Il Mekong – uno dei maggiori fiumi del mondo – nasce sull’altipiano del Tibet e, lungo i 5000 chilometri del suo
corso,attraversa ben 6 Paesi. Nel Laos meridionale, al confine con la Cambogia, raggiunge i 14 chilometri di larghezza. Questa è la regione di Si Phan Don, le “4000 isole”. Ed è qui che si scopre uno dei volti più sorprendenti del viaggio
Foto e testi di Raffaele Bernardo. Ha collaborato Fortunata Grillo
Naug Vanthyka è una signora senza età, gentile, sorridente, sempre attiva. È nata qui, in quest’isola di Don Khong, nel Sud profondo del Laos dove il Mekong, in prossimità del confine con la Cambogia, raggiunge una larghezza di 14 chilometri, frenando la sua corsa verso il Mar della Cina per perdersi in un labirinto di terre emerse. È la regione del Si Phan Don, in lingua lao: le 4000 isole, un vero insospettabile arcipelago fluviale. In effetti molte di esse sono semplici scogli o ciuffi di vegetazione che affiorano dall’acqua mentre alcune -come Don Khong- contano villaggi, mercati, strade e, qui in particolare, il nuovo ponte di collegamento con la terraferma. E soprattutto vantano comunità accoglienti ed un’atmosfera di grande serenità.
Naug è una vera depositaria della tradizione. “Le mie figlie sono andate via da tempo. Italia, Francia…. io resto qui! Non saprei vivere lontano da questo mondo.”
È piacevole andare con lei alla scoperta degli angoli più intimi e nascosti. Le tipiche case di legno sparse tra le risaie, un po’ abitazioni, un po’ laboratori che ogni famiglia apre volentieri ai visitatori. Una delle risorse dell’isola è il bamboo che la manualità sapiente di uomini e donne, tramandata di padre in figlio, trasforma in oggetti d’uso, di decorazione o addirittura in una carta molto ricercata. E poi la lavorazione del riso che segue da sempre i ritmi della natura. Quelli della cesteria e dello zucchero di canna. O del telaio, da dove nascono delicati tessuti fatti a mano.
Ma, per un rapporto più ravvicinato con il grande fiume, non c’è nulla di più piacevole e interessante di una gita con i pescatori: le loro barche, le reti, i segreti del mestiere….
Un mondo a sé con i piccoli mercati dove di prima mattina i contadini arrivano con i grandi cesti sulle spalle, carichi dei prodotti della terra ed i loro odori intensi e spesso sconosciuti.
La casa di Naug, nel capoluogo di Muang Khong, è una delle più antiche. Fino ad una ventina di anni fa ospitava solo i membri della famiglia Vantyka. Poi, all’inizio degli anni 2000, con l’avvento del libero mercato e la più decisa apertura del Paese al turismo, è diventata la “Maison Coloniale” una piacevole residence de charme che accoglie viaggiatori di tante provenienze diverse.
Il fascino del luogo è nella sua originale architettura in legno locale dai tetti spioventi in tegole; gli arredi d’antan; l’ambiente familiare ed autentico.
E accanto il lento scorrere del fiume…
Dopo cena Naug intrattiene spesso i suoi ospiti raccontando curiose storie e leggende intorno a quest’angolo remoto del Sud-est asiatico o ispirate al Mekong linfa vitale e genius-loci per la gente di qui. Lei ripete spesso: “I monaci regalano la pace” e dà appuntamento a tutti all’alba dell’indomani per vivere da vicino la secolare tradizione del Tak-Bat, uno dei riti più suggestivi dell’intero Laos. I bonzi, prima che faccia giorno, escono dal tempio e avanzano lentamente in fila indiana.
Sono scalzi e indossano il tradizionale saio arancione. Sembrano scivolare silenziosi e con rispetto dinanzi ai fedeli inginocchiati lungo il cammino, pronti ad offrire loro un pugno di riso, l’unico nutrimento del giorno, secondo le regole di Buddha.
I monaci, in segno di ringraziamento e guardando verso il fiume intonano una semplice e toccante orazione, mentre i presenti versano al suolo alcune gocce d’acqua. È il segno del perenne fluire della vita sulla Terra.
COME & DOVE
Incastonata tra Thailandia, Cina, Cambogia e Vietnam, la Repubblica Popolare Democratica del Laos è un Paese del Sud-est Asiatico. Il suo nome deriva da quello della maggiore e più antica etnia – Lao – depositaria anche della lingua ufficiale.
Il Laos è privo di sbocchi a mare, ma bagnato per gran parte della sua lunghezza dal Mekong, che rappresenta linfa primaria per la vita, le attività e l’economia del paese. Il “grande fiume dell’Indocina”, con i suoi affluenti segna profondamente l’ambiente, assicurando anche alle popolazioni più lontane risorse, vie di comunicazione e lavoro.
Scoperto recentemente dal turismo internazionale il Laos, nonostante le alterazioni di un progresso invadente e della globalizzazione, offre ancora ai visitatori i caratteri peculiari della sua cultura e del proprio stile di vita, conservando i valori più alti nella natura, nelle tradizioni e nei segni del suo passato.
CAPODANNO AL TEMPIO
Luang Prabang è l’antica capitale del Laos, famosa per il suo centro storico – dal 1995 Patrimonio Mondiale dell’Umanità – così ricca di templi, di edifici coloniali e centri di artigianato che esprimono forme e colori della tradizione più autentica.
L’ultima notte dell’anno, lungo le strade affacciate sul Mekong, si accendono i fuochi della festa. In ogni angolo spuntano tavole imbandite con semplicità. Si cena in compagnia per festeggiare l’avvento del nuovo anno. Si canta, si suona, si balla sotto le stelle, auspicando come sempre un futuro migliore.
Anche i turisti si lasciano coinvolgere in questa atmosfera allegra e spensierata.
Ma c’è chi preferisce allontanarsi alla ricerca di un luogo più tranquillo, magari lasciandosi andare ai ricordi che l’anno vecchio porta via con sé.
Noi tra questi ci incamminiamo verso il monte Phousi, il punto più alto della città. Prima di iniziare l’ascesa appare all’improvviso l’immagine solenne ed inconfondibile del Vat May, il “ tempio reale”, con il suo tetto a cinque piani, fatto costruire in legno nel 1756 dal Re Anourouth.
Entriamo sommessamente richiamati dall’armonia di un canto religioso. Oltre la porta e le minuziose decorazioni alle pareti, si apre una grande sala illuminata a giorno.
Monaci e fedeli sono seduti a terra, ai piedi di un enorme statua del Buddha che campeggia sul fondo. La presenza così numerosa, partecipe e le intense orazioni, creano un’atmosfera estremamente suggestiva.
Così coinvolti non ci rendiamo conto, che la mezzanotte è già passata, ma lieti di aver trascorso un Capodanno diverso dagli altri.
LE BUONE SOSTE
Vientiane
✑Mandala – Boutique Hotel e ristorante, in una zona molto tranquilla della trafficata capitale, con un buon rapporto qualità prezzo. www.mandalahotel.asia
✑Ansara – Hotel e ristorante ricavato da un’elegante villa francese, in posizione centrale ma molto silenzioso. Comfort elevato, piscina. www.ansarahotel.com
✑Kualao – Ristorante di tradizione, in centro città. Tel 021/214813
✑Makphet – Ristorante centrale, cucina locale e creativa. Piccolo shop artigianale. Tel 021/2 60587
✑Sivone – Taxi e minibus. Tel 020/55669991
Luang Prabang
✑Maison Dalabua – Raffinato Hotel e ristorante all’interno di una piccola laguna, appena fuori dal centro storico. www.maison-dalabua.com
✑3 Nagas – Ristorante ricavato da una antica villa coloniale. Si pranza e si cena sotto gli alberi di un fresco giardino. Tel 071/253888
✑Villa Santi – Elegante albergo ristorante nel centro storico. www.villasantihotel.com
✑Manda de Laos – Ristorante familiare in pieno centro. Tel. 020/55517047
✑Luangchit – Agenzia viaggi, biglietteria, noleggi auto, moto, bici. Tel 071/254344
✑Traditional Arts & Technology Centre – Tessuti tradizionali e sete. www.taeclaos.org
✑Asiama – Galleria di artigianato, oggetti etnici e fotografia contemporanea. Tel. 071/212682
✑Ock Pop Tok – Produzione tradizionale e vendita di tessuti laotiani. Shop in centro città collegato con navetta gratuita al laboratorio sul Mekong. Piccolo caffè-ristorante. Tel. 071/212597
✑Nalong Kone – Laboratorio di carte tradizionali a Tang Kong, villaggio sul Mekong non lontano da Luang Prabang. Tel 071/254364
Don Khong
✑La maison coloniale– Albergo. www.ssx-hotel.com