Super-ricchi e middle-class: la ricchezza mondiale si è spostata a Oriente e il sogno americano cede il passo a quello cinese
Per la prima volta nella storia la Cina ha superato gli Stati Uniti per numero di miliardari e per ampiezza della classe media.
Un primato assoluto del colosso asiatico dal sapore agrodolce, che risulta bizzarro e ancor più sorprendente dal momento che avviene proprio quando la crescita di Pechino subisce una grossa frenata: la crescita dell’economia cinese rallenta, ma la sua capacità di concentrare ricchezza nelle mani di singoli aumenta.
I dati sono contenuti nella Hurun List compilata a Shanghai e nell’indagine sulla salute dell’economia globale di Credit Suisse: nel 2015 l’elenco dei miliardari nella Repubblica Popolare si è allungato a 596, ben 242 unità in più rispetto al 2014, ciò significa sorpasso nei confronti degli Stati Uniti, dove i billionaires sono “solo” 537. E se prendiamo in considerazione la Greater China, vale a dire includendo Hong Kong, Macao e Taiwan, i super-ricchi che parlano mandarino salgono a 715.
In testa alla classifica con 34,4 miliardi c’è Wang Jianlin, presidente del Dalian Wanda Group, nel settore immobiliare, è però l’IT, l’Information Technology, il settore che sta sfornando il maggior numero di nuovi miliardari in Cina.
Un aspetto significativo dell’universo miliardario cinese è rappresentato dalle donne: le leader di grandi aziende miliardarie sono il 21%. La prima è Zhou Qunfei, che ha fondato l’azienda di touchscreen Lens Technology e che vale ben 17 miliardi.
Per quanto riguarda invece la classe media, a Pechino è stato raggiunto il record di 109 milioni di persone a fronte dei 92milioni degli USA. Il sorpasso è avvenuto nonostante la middle class cinese abbia rallentato la sua espansione dal +8,5% del 2009 al + 7,1% del 2015.
Scendendo ancor più nel dettaglio, secondo l’Accademia delle scienze di Pechino, il 38% dei cinesi appartiene alla classe media, con punte del 49% nella capitale e a Shanghai. In aggiunta, nel 2015, per la prima volta il 51% del ceto medio risiede in Asia a fronte del 31% del 2001.
Fino ad oggi le analisi sulla middle class erano state rapportate alla popolazione degli Stati Uniti, il Paese che aveva il numero più alto di abitanti con un reddito di almeno 50 mila dollari.
Anche i consumi con i prodotti che si impongono sul nostro mercato sono stati un riflesso del successo partito dagli USA: ora, se la bilancia di questo benessere si sposta verso la Cina e l’Asia, è possibile che anche le nostre abitudini di consumatori ne risentano.
Tuttavia, non va sottovalutato che la Repubblica Popolare dei record miliardari resta anche un Paese ad alta diseguaglianza sociale: 70 milioni di cinesi restano sotto la soglia dell’assoluta povertà, sopravvivendo con 2.300 yuan all’anno, l’equivalente di 300 euro.
Ylenia Leone