Chissà cosa direbbe il celebre giornalista Tom Wolfe, autore di una tragicomica descrizione degli automatismi del New York Hilton, se alla reception di un hotel lo accogliesse un velociraptor. Può succedere a Sasebo, nella prefettura di Nagasaki, nella parte sud occidentale del Giappone, dove l’imprenditore Hideo Sawada ha investito nella creazione di un albergo gestito da robot e ivisitatori possono interagire con un cyborg dalle sembianze umane, un androide classico, e uno, appunto, dalla forma di dinosauro. I clienti che vogliono registrarsi, avranno a disposizione anche un servizio porta bagagli automatizzato, un carrello che, dopo aver digitato il numero della stanza, porterà le valigie davanti alla camera. Né chiave né scheda magnetica serviranno per aprire la porta, bensì un riconoscimento facciale, tramite una foto scattata durante il check in.
Frigobar a parte, tutto sembra arredato nel più classico dei modi, salvo, poi, scoprire un altro robot che risponde a domande semplici, come l’indicazione dell’orario, le condizioni atmosferiche e gli eventi del giorno. Di certo non manca il personale in carne ed ossa: cameriere, concierge e addetti alla sicurezza sono pronti a soddisfare tutte le richieste degli ospiti.
In un’intervista al Guardian, il proprietario ha dichiarato che, oltre all’attrazione dei turisti, il ricorso agli automi ha come fine ultimo quello di abbassare i prezzi, tagliando sui costi del personale. Novemila yen (circa 80 euro) è quanto vale una notte all’ Henn-na Hotel, un prezzo relativamente basso per l’ancor più caro mercato locale. La struttura si trova all’interno dell’ Huis Ten Bosch, un parco a tema che riproduce una città olandese in tutte le sue peculiarità, dai canali alle villette, dai parchi ai palazzi in mattoni rossi. “I robot non potranno mai sostituire il lavoro umano – ha detto un cliente – ma in fatto di educazione e gentilezza sono imbattibili”.
Mirko Giustini