Sembrano dati anticrisi quelli che emergerebbero a sorpresa dall’Indagine della Camera di commercio di Monza e Brianza: la macro-area di Monza e Brianza, che include Milano e Lodi, si porrebbe ai primi posti tra le macroaree d’Europa sia in termini di Pil complessivo che per quanto riguarda il Pil pro capite.
Questa nuova realtà nasce dalla fusione tra Assolombarda, la maggiore territoriale di Confindustria, con Confindustria Monza e Brianza. Quest’ultima, infatti, ha dato, proprio nei giorni scorsi, il suo via libera all’unione, ma il progetto deve ancora essere sottoposto per l’approvazione all’assemblea privata straordinaria di Assolombarda.
Malgrado i dati promettenti, non si è trattato di un’operazione del tutto indolore.
Innescata dalla riforma Pesenti, la fusione tra Assolombarda e Confindustria Monza, com’era prevedibile, ha provocato tensioni soprattutto in Brianza, un territorio in cui la rappresentanza del mondo produttivo ha radici lontane, dal momento che “Confindustria Monza e Brianza” può contare sui suoi ben 113 anni di storia.
Una realtà territoriale con una forza produttiva che può gareggiare con i migliori distretti metropolitani d’Europa, come emerge dall’Indagine su dati Eurostat e Registro Imprese, in cui si evidenzia come la macroarea di Milano, inclusa Lodi, Monza e la Brianza, si attesti al quarto posto in Europa in termini di Pil (quasi 185 miliardi di euro) dietro soltanto all’area di Londra, Parigi e Madrid.
La capitale economica italiana resta nella top ten europea anche nel confronto statistico del Pil pro capite con le principali aree metropolitane europee. Infatti, secondo questo studio, il Pil pro capite della macroarea di Milano si attesta a 44700 euro, dietro ad Amsterdam, Londra (50600 euro), Bruxelles, Parigi (53mila euro pro capite) e Stoccolma. Roma si ferma soltanto a 37600 euro pro capite. Davanti a Barcellona, ma, soprattutto, dato più significativo, davanti alla tedesca Berlino. L’economia di Monza e della Brianza stenta, ma resiste sulla linea del Piave dell’Europa.
Balza subito all’occhio come il capoluogo lombardo si confronti praticamente con distretti economici che fanno capo alle cinque più importanti capitali europee.
La gran parte dei distretti che sopravanzano Milano, a differenza del capoluogo lombardo, fanno riferimento a una città che è anche la capitale di uno Stato, con tutto l’indotto che ciò comporta.
La Milano allargata continua a volersi beare del ruolo di «locomotiva» del Paese. Frenata però dai mali di cui soffre l’Italia nel suo insieme: burocrazia, lentezza della giustizia, un carico fiscale tra i più elevati d’Europa e così via lamentando. Ma in realtà, come dimostra il confronto messo a punto dalla Camera di Monza, per cercare il “vero nemico” si guarderebbe nel posto sbagliato: il problema è una popolazione che invecchia mentre il tasso di natalità resta tra i più bassi d’Europa.
E in condizioni tali non sembra facile guardare al futuro.
Ylenia Leone