Un po’ perché c’è dietro Francesco Minoli, uomo che questo settore lo conosce molto bene, un po’ perché si tratta di un progetto che presenta sfaccettature molto interessanti e innovative per l’oreficeria italiana, di Queriot si sente già parlare.
La linea editoriale è molto precisa. Collezioni che vanno oltre la moda, dedicate a una donna che nella sua vita dà spazio a letture, curiosità, affetti, passioni.
Una donna così ama i gioielli belli, ma in questi tempi di oro alle stelle non è davvero disposta a svenarsi. Queriot le offre pezzi di autentica gioielleria a prezzi accessibili perché utilizza oro 9 carati – molto comune nei paesi anglosassoni – argento, pietre, anche piccoli diamanti.
Queriot ha debuttato in società il 21 novembre con un evento di grande emozione, creato dalla compagnia del Piccolo Teatro Strehler e ispirato alla collezione Civita. Una scelta molto milanese come quella della sede del primo negozio monomarca, aperto in Foro Buonaparte 63, con allestimento ideato dall’architetto Federica Zanuso.
Queriot sarà distribuito attraverso una rete di concessionari molto selezionati e per il futuro è prevista l’integrazione di questa rete con una di franchising e di negozi di proprietà. Il prossimo progetto è aprire nelle città d’arte non appena ultimato lo start up di Milano.
In questa nuova impresa Minoli è affiancato nel commerciale dall’esperienza di Stefano Superchi e da Giovanna Good e Panteha Tassi nello sviluppo prodotto, creatività e tecnica del gioiello.
Aleggia un’ultima curiosità: da dove arriva il nome Queriot? Francesco Minoli racconta con un gran sorriso: “L’ho trovato io, è il nome del primo cavallo che mi è nato in casa. Lui è l’altra mia passione, oltre ai gioielli. Ha un grande pedigree e, sotto la sella di mia figlia Ludovica, si sta comportando piuttosto bene nei concorsi di equitazione. Queriot è inconfondibile, come il concept che ha dato vita a questo progetto.”
Queriot. Joaillerie toujours à porter.