A Roma il Pulp ha il sapore del jazz

A Roma il Pulp ha il sapore del jazz

L’Associazione Culturale “Allora si può” propone la messa in scena dello spettacolo teatrale Sono PULP perché mi chiamo Bukowski scritto e diretto dal regista Valerio Molinaro, libero adattamento del romanzo Pulp di Charles Bukowski, e ufficialmente autorizzato da Maria Eugenia D’Aquino, attualmente detentrice di tutti i diritti concernenti l’Opera in toto di Bukowski.
Valerio Molinaro è un esordiente giovane regista del contesto romano, alle prese con la sua seconda regia; attraverso questo testo egli si cimenta con uno dei maggiori e più contestati personaggi dell’epoca moderna, ed in particolar modo col suo ultimo e ambiguo romanzo, Pulp, unendo nella sua idea di scrittura e di messa in scena elementi tipici del romanzo noir miscelati con la fantasia e la magia della musica jazz (dalle note di Charlie Parker fino alle improvvisazioni più calde di Miles Davis).

L’opera risulta così nel suo insieme una visione, un trionfo dell’onirismo dove alla fine lo spettatore è spinto a riflettere, ripensare a ciò che ha visto, e quindi alla realtà che gli sta intorno, ed è portato, anzi deve analizzare il mondo che lo circonda in base alle informazioni che riesce a raccogliere dalla storia. La soluzione del crimine, che è al centro del plot, passa così quasi in secondo piano.
Ovviamente il tutto è condito dalla malinconia etilica e visionaria tipica di Bukowski e ha il sapore tipico ed i ritmi della beat generation.

Ad interpretare il protagonista, il goffo investigatore Chuck Malone, è David Milita, attore teatrale dalle numerose e varie esperienze; vicino a lui due grandi interpreti dei palcoscenici e della televisione degli ultimi anni : Filippo Dionisi, qui interprete-vate di un ritratto dello stesso Charles Bukowsky, e la giovane e avvenente Elena Russo, che si cimenterà nell’interpretazione della più fatale delle donne di Bukowsky.
Fra gli interpreti principali figura anche Marco Rea, attore di prosa e performer di musical, spesso al fianco di Gigi Proietti e interprete di molti degli allestimenti estivi in scena al Silvano Toti-Globe Theatre di Roma.

Per riassumere, potremmo raccontarvi tutta l’opera con un aforisma che appartiene proprio al Maestro americano: “Mi annoiano a morte quegli intelletti preziosi che devono dir diamanti ogni volta che aprono bocca. M’annoio a dover lottare per ogni alito di vento che faccia respirar la mente. Ecco perché mi sono tenuto lontano dalla gente. E adesso che vado in società, scopro che devo tornare nella mia caverna. Ci sono altre cose oltre alla mente: i macinini da pepe, io terrò un macinino da pepe nella mia caverna. Così, allegria.”

Questo è PULP : il trionfo dell’eccesso, musicale, onirico… visivo.