L’ex Mattatoio di Roma sarà la nuova location che ospiterà dal 24 settembre al 24 ottobre FUTURSPECTIVE, la nona edizione del FotoGrafia Festival Internazionale di Roma guidata dal direttore artistico Marc Delogu e da un prestigioso team di curatori: Marc Prust, Valentina Tanni e Paul Wombell. La conferenza stampa di inaugurazione all’ex mattatoio di Testaccio, adibito in passato alla macellazione e distribuzione di carni cambia il suo volto e diventa “ una fabbrica di cibo, ma fatta di immagini e nutrimento” ed è proprio così che Luca Massimo Barberi, direttore della struttura esordisce, dando inizio alla presentazione dell’evento, esibendo quest’imponente e storico edificio come” la casa della diversità e del contemporaneo”. Diversi tra loro sono gli artisti ospitati questo mese, e altrettanto diverso è il modo di elaborare la loro poetica che si realizza in immagini, che ha però un unico tema: il futuro. Infatti Delogu tiene a sottolineare che “qui la fotografia non è l’arte del passato”, ma al contrario intende rappresentare l’avvenire.
Ma se noi ci chiedessimo cos’è il futuro saremmo capaci di raccontarlo? O meglio: che immagine abbiamo noi del nostro futuro? Forse troppo superficiale e limitata all’immediatezza della nostra quotidianità. Invece su questo intenso e variegato palcoscenico di immagini, volti fugaci, quello che si coglie è proprio un futuro che nasce, si, dalla vita di tutti i giorni, ma che noi tutti consideriamo alieno, forse perché poco si confà alla nostra accomodante “occidentalizzazione”.
Non è forse futuro il padiglione curato da Valentina Tanni che mette insieme Fotografia e New Media? Il pianeta virtuale, indice di cultura nella nostra società è inserito in scatti di territori, che sono effettivamente reali ed esistenti, ma troppo lontani da noi per essere compresi. E il futuro sono quattro splendidi bambini di nazionalità diverse, con gli occhi lucidi, e il volto solcato dalle lacrime. Basta guardargli per rimanere folgorati dalla bellezza dei loro visi, e chiedersi, perché quel pianto? Qui ha scattare è Jill Greenberg, che partendo da un report americano che non preannunciava nulla di buono per ciò che verrà, ritrae il futuro attraverso questi bambini che piangono, infatti dichiara per esemplificare la sua opera: “ I fondamentalisti non solo stanno facendo la guerra in Iraq. Attaccano il concetto di evoluzione, bloccano la medicina e trascurano l’ambiente. E come se pensassero che il momento apocalittico della fine sia vicino, e che quindi proteggere la terra e il futuro dei nostri figli sia del tutto futile. Come madre devo tener conto che i nostri figli soffriranno per gli errori commessi dal nostro governo. La loro sofferenza preannuncia ciò che avverrà”. Parole che fanno rabbrividire, e costatazioni di un futuro inevitabile, che come ho già affermato giorno dopo giorno si è fatto strada attraverso scene che vediamo, volti che incontriamo, ma che non siamo capaci di fare nostri, e sono quelli ritratti dal Flaneur Tod Papageorge, che da testimonianza di tracce di vita romana attraverso il suo modo di vedere il mondo.
Questi artisti e tanti altri, in uno spettacolo, a volte sconcertante, ma certamente capace di arricchire la mente del fruitore.
Roberta Cesari