Un fantasy targato Besson

Un fantasy targato Besson

Pterodattili, faraoni, avventure esotiche. Benvenuti nello straordinario mondo di Adele Blanc-Sec, giornalista free lance e scrittrice, amante dell’impossibile, “stramba” eroina di carta con la capacità di trovarsi sempre nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Frutto della fantasia di Jacques Tardi, geniale innovatore del fumetto francese, Adele è un personaggio “incredibile” che è entrato di prepotenza nel mondo dei comics che contano fin dalla sua prima apparizione nel 1976. Testarda, caparbia, sfrontata, Adele aveva tutte le carte in regola per proiettarsi nel mondo della celluloide. Registi giapponesi tedeschi, francesi e americani, si sono proposti per una riduzione cinematografica. E alla fine l’ha spuntata Luc Besson, regista di donne d’azione, che per dieci anni ha sedotto Jaques Tardi per poter portare la sua eroina sul grande schermo. Adesso il film esiste ed è pronto a sbarcare nel nostro paese il 15 Ottobre in 350 copie distribuito da Medusa. “Onestamente Tardi aveva venduto i diritti ad un “grande” regista americano” confessa il regista francese vistosamente dimagrito alla presentazione alla stampa di Adele e l’enigma del Faraone, “ma poi, dato che il progetto non è mai partito, ho fatto carte false per poterlo dirigere io!” E’ soddisfatto Besson della sua nuova creatura, ancora nelle corde dei suoi film con eroine donne. Il film è uno di quei prodotti per tutti, grottesco e avventuroso che non si prende mai sul serio e che, soprattutto, non tradisce lo spirito “picaresco” del fumetto da cui è tratto. Magari non è un propriamente perfetto, però ha la capacità di divertire con intelligenza. Basta vedere come è dipinta la mummia co-protagonista del film. Non più crudele e sanguinaria, ma bonaria e simpatica: beve the, ed in una battuta spera che nella piazza del Louvre (siamo nel 1911) venga costruita una piramide. Ma non solo. Adele per la sua epoca è una donna emancipata, che sa quello che vuole, che non ha paura di cacciarsi nei guai, che fuma, fa il bagno nuda (all’epoca era vietato), che gioca a tennis, che spara come un uomo e come un uomo si butta in una serie di “folli avventure”, che adesso farebbero impallidire Indiana Jones.

In quasi tutti i suoi film le donne sono protagoniste. Come mai?

Trovo che le donne siamo molto effervescenti. Inoltre nei miei film mostro di come possano essere migliori degli uomini. Anzi, tramite loro, mi piace analizzare le debolezze degli uomini. Inoltre le donne hanno una concezione diversa della vita… perché la creano. Infatti, nessuna donna ha mai dichiarato guerra…

E nel caso di Adele?

Adele è una donna diversa, perché per l’epoca va contro corrente. Spara, tira pugni, si infila in avventure più grandi lei. E soprattutto non ha paura di apparire diversa. Diciamo che una donna moderna in un mondo antico.

La Francia ha una secolare tradizione fumettistica. Come mai nel suo paese non si traggono molti film da questo genere?

Da parte mia non trovo molta differenza scrivere film tratti da fumetti o da romanzi. La differenza sostanziale è che il fumetto è già uno storyboard. La Francia in questo settore ha una tradizione molto vasta e forse non si fanno molti film, come accade in America, perché, tranne per alcuni casi, come Asterix, non sono andati bene al botteghino. Adele, per fortuna, sta avendo buoni riscontri nei paesi nei quali è uscito, ma lungi da me l’idea di farne un sequel.

Come mai, dato che il film ha un finale aperto?

Per un sequel bisogna avere una storia forte che dia ancora di più spessore al personaggio. Sono quindici anni che mi chiedono un sequel di Leon. Anche Natalie Portaman me lo suggerisce di sovente. Magari se lo facessi, anche contando che dovrei far resuscitare Jean Reno, diventerei più ricco. Ma no. Se alla base non c’è una storia credibile e coinvolgente non è possibile farne un sequel.

Tardi è un sempre stato geloso della sua creatura. Come ha fatto a convincerlo?

Fin dall’inizio gli ho detto che avrei rispettato lo spirito ed i “colori” del fumetto. La storia del film è un compendio di due, ma soprattutto, di tutte le avventure di Adele Blanc-Sec. Anche perché i fumetti di Tardi sono zeppi di idee e suggestioni che si sposavamo bene per una sceneggiatura cinematografica. Tardi poi nel mondo non è così conosciuto come in Francia. Quindi il film doveva avere un respiro più universale.

E lui sulle prime come l’ha presa?

Ha voluto leggere la sceneggiatura. Gli è piaciuta molto e non si è sentito tradito. Una volta avuto il suo bene placido, abbiamo potuto cominciare con la pre-produzione del film.

Secondo lei cos’è quel pizzico che rende questa storia diversa?

Il film va contro tutti i canoni dei film d’avventura. Gli stereotipi vengono invertiti. Adele se la deve vedere con uno pterodattilo, criminali e una mummia; tutte cose che fino ad ora erano state affrontate da un uomo. Inoltre porta i tacchi e nelle sue avventure è molto ironica, sebbene determinata.

Come ha trovato Louise Bourgoin?

Prima di fare l’attrice a tempo pieno presentava le previsioni del tempo in un modo veramente folle. Ogni giorno doveva inventarsi una “scenetta” per dare credibilità a quello che diceva. Quell’ironia e quell’istrionismo mi avevano fatto capire che era perfetta per la parte di Adele. Oltre al fatto di assomigliarle fisicamente. Louise è molto meno pazza di Adele, però va dritta per la sua strada e niente e nessuno può fermarla. E’ un’attrice nata, con molto humour e una spiccata allergia verso lo star system. Sono pronto a scommettere che farà strada.

La storia è ambientata nel 1912, com’è cambiata Parigi da allora?

Tantissimo. In quel periodo era veramente il centro del mondo e stava vivendo il suo ultimo memento di spensieratezza. Poi, purtroppo, ci sono state le due guerre mondiali che hanno cambiato del tutto la sua mentalità “libertaria” e la sua fisionomia.

Con Europa Corp, ormai lei è più produttore che regista, quali saranno i suoi prossimi progetti?

Stiamo finendo di girare una versione sud americana di Nikita, dal titolo Colombiana. L’interprete principale sarà Zoe Saldana, l’attrice di Avatar, questa volta non dipinta di blu, ma in tutta la sua bellezza. Poi Lock Out, un film di fantascienza con Guy Pierce e Halal police d’etat; una commedia a sfondo civile che prende in giro questa Francia che si sta spingendo sempre più verso l’estrema destra. Inoltre sto scrivendo molto e non è detto che nei prossimi tre/quattro anni avrò un nuovo progetto tutto mio.

Roberto Leggio