Dario de Blanck, pittore di fama internazionale, incarna le qualità e le capacità dell’Artista con la A maiuscola, proprio perché non solo esprime la sua vena creativa attraverso le sue opere pittoriche, ma, con i suoi studi sulla luce e sul colore, è passato dal campo artistico a quello della ricerca in una dimensione metafisica dalla quale trae una forza che lo rende in grado di trasformare la materia.
Recentemente ospite alla più importante mostra d’antiquariato allestita a Roma nel complesso monumentale di S.Spirito in Sassia, ha dato ampio saggio del potere che ha, attraverso il tocco delle sue mani, di fare risplendere i preziosi oggetti usurati dal tempo.
Si tratta di un’energia particolare, che il maestro riesce a convogliare e a riversare nelle cose, che diventano così più cristalline e luminose. Per comprendere questi fenomeni si rende necessario considerarci parte di un sistema che travalica la realtà fisica, indirizzando le proprie ricerche in quella regione impalpabile del nostro essere di cui ci sono giunte notizie solo da religione, astrologia e magia, insomma proprio da quelle discipline messe in discussione dall’epoca dei Lumi. 300 anni di scetticismo e scientificità non hanno poi condotto l’essere umano sulla strada che porta alla soluzione di quel mistero di cui è invece ammantata la vita.
Chiunque entra in contatto con Dario De Black è chiamato a spogliarsi della mente ‘ordinaria’ per vivere un interessante viaggio nello stupore della scoperta, per fare esperienza delle straordinarie qualità e capacità che incarna. Non è difficile, nemmeno alle persone che oppongono il maggiore scetticismo, riconoscere in lui una fortissima carica elettromagnetica, un potere con il quale oltre a restituire agli oggetti trattati lo splendore perduto con il tempo e l’ usura, riesce ad aprire porte invisibili in dimensioni superiori attraverso le quali operare delle vere e proprie trasformazioni dello stato della materia.
Se Newton è stato definito l’ultimo alchimista che ci ha condotto alla scienza moderna, possiamo definire Dario De Blanck il primo alchimista del nuovo millennio, vero maestro della capacità di operare sulla materia, mostrandoci attraverso il materiale fotografico raccolto in questi anni di ricerca con il quale sta allestendo una mostra destinata a scardinare ogni baluardo verso la Conoscenza.
Senza l’ausilio di strumenti, se non quello della volontà e dello spirito di ricerca, Dario de Black è riuscito ad effettuare degli interessanti esperimenti che ci aiutano a comprendere come il sistema conoscitivo che lega il tempo allo spazio è sempre in continua evoluzione.
Come è avvenuto il passaggio dall’arte alla ricerca?
Il momento culminante è rappresentato dallo studio della luce che mi ha condotto alla scomposizione del suo spettro solare. Quando ho compreso che oltre a riprodurre la luce nelle mie opere, ero in grado di entrare in contatto con essa ed operare da li delle curiose modificazioni della materia.
Quale momento possiamo identificare come il più significativo del suo percorso di ricerca?
È stato il momento in cui ho compreso che la materia non è altro che energia con una diversa densità molecolare. Questo ci consente di non porre limiti tra la realtà visibile e quella invisibile, di ampliare il campo d’indagine in quella dimensione metafisica finora appannaggio esclusivo della religione.
Si può dire che per andare avanti è necessario tornare indietro e recuperare la Sapienza che gli antichi ci hanno tramandato attraverso i sacri testi?
Credo sia giunto il momento di riesaminare e comprendere il vero significato di quello che ci è stato canonicamente insegnato, prendendo in prestito anche da Tradizioni diverse da quella Cristiana, la mistica ebraica ne è un fulgido esempio, tutto lo scibile necessario per elaborare un corretto sistema d’appartenenza al vertice del quale è posizionato Dio, che non è un signore con la barba bianca ma un’energia creatrice che tende all’espansione, all’armonia e si manifesta attraverso il movimento.
Su quali materiali ha effettuato i suoi studi?
Dal punto di vista pratico il lavoro su pietre preziose e materiali nobili ha dei riscontri immediati, visibili agli occhi di tutti. Alla mostra dell’antiquariato allestita in Santo Spirito in Sassia ho riscontrato un grande interesse di pubblico e di espositori nel vedermi trasformare la brillantezza degli oggetti sottoposti al tocco delle mie mani. Mi è stato dato il dono di trasformare la materia, attraverso un veloce processo di purificazione e raffinamento che restituisce e a volte amplifica l’ originale lucentezza e preziosità.
Questo vuol dire che Lei è in grado di far aumentare il valore di oggetti e gioielli, a cui il tempo aveva sottratto la purezza e la lucentezza?
Sì, questo è l’effetto che il mio fluido ha sulla materia, rinnovandola ne aumenta il valore sul mercato. Mi rendo conto che questo effetto potrebbe provocare un interesse nei miei confronti, che però non è lo scopo del mio lavoro di ricerca ma solo un debole riflesso. Inoltre sono in grado di interagire con una radiazione sconosciuta con la quale è possibile fare molte applicazioni e che proiettano la ricerca in ambiti ancora sconosciuti.
Possiamo quindi asserire che Lei con i suoi poteri e la sua conoscenza è in grado di modificare il sistema conoscitivo attuale?
Il sistema conoscitivo è sempre in evoluzione e nel momento storico in cui stiamo vivendo si rende necessario approdare ad una forma di pensiero che maggiormente si sposi con le esigenze e gli interrogativi del presente. Molto illuminanti sono le dichiarazione di Roberto Battiston curatore scientifico della mostra inaugurata al Palazzo delle esposizioni di Roma intitolata Astri e Particelle, il linguaggio dell’Universo, che dichiara essere tutti parte dell’ universo che ci invia continui se pur deboli messaggi che gli scienziati stessi cercano di decodificare.
Ha un sogno nel cassetto?
Si, mi auguro nel futuro di poter collaborare con eminenze scientifiche come Battiston che sono impegnate a combattere in nome della conoscenze battaglie di cui si vedranno i frutti in un futuro non molto lontano da venire. Dopo di che mi piacerebbe tornare nell’oblio.
Deve qualcosa a qualcuno per ciò che oggi è?
Sicuramente alla mia famiglia che mi ha fatto crescere in un ambiente stimolante e ricco di incontri unici come il mio Maestro March Chagall. Ho poi avuto la fortuna di incontrare sul cammino una donna meravigliosa che è mia moglie Jacqueline, artista ad ampio raggio, che mi ha sostenuto ed ispirato con la sue intuizioni spirituali. E poi gli amici che mi hanno sostenuto in questo campo di battaglia chiamato vita.
Alessandra Guardati