Attraverso X-MEN LE ORIGINI, ripercorriamo il passato di Logan/Wolverine e scopriamo come, quando e perché ha subito gli interventi che hanno reso la sua struttura ossea di adamantio e il motivo per cui ha perso la memoria del suo passato.
Il film, ricco di effetti speciali, è forse quello più “virile”. La quasi totale assenza di personaggi femminili, tranne quello di Silverfox, la moglie di Wolverine, ha permesso di analizzare la psicologia dell’uomo Logan, di scavare sull’aspetto emozionale che lo porta a trasformasi in Wolverine e accettare la sua natura animale e solitaria.
Se alla base dei precedenti episodi degli X-MEN c’era il tema della lotta alle discriminazioni e ai pregiudizi subiti dai mutanti - mostrandoci delle persone normali con delle abilità che li rendono diversi e per questo emarginati dalle loro stesse famiglie – oltre che l’eterna lotta tra il bene e il male qui la vera battaglia è quella interiore. Un po’ come dottor Jekyll e Mr Hyde, Logan/Wolverine vive la scissione tra la natura razionale e umana e quella impulsiva e “animale”.
Dopo aver scoperto i suoi poteri, Logan, insieme a suo fratello Victor Creed – meglio noto come Sabretooth – diventa un soldato e si unisce al Team X, un’unità militare capitanata da Ted Stryker - che gli appassionati della saga hanno già conosciuto in X-Men 2 - e di cui fanno parte altri mutanti.
Per la gioia del pubblico , arrivano finalmente sullo schermo personaggi leggendari della saga a fumetti, come Gambit, capace di far esplodere qualsiasi oggetto, Emma Frost potente telepata in grado di subire una trasformazione dell’epidermide in diamante organico, con conseguente aumento della resistenza e della forza fisica, ed altri mutanti che fanno da contorno alle gesta di Wolverine.
L’attore Hugh Jackman, dalla prima apparizione come mutante, ha visto la sua carriera mutare e crescere. E’ stato eletto uomo più sexy del mondo, ha condotto la notte degli oscar e - ultimo ma non ultimo - ha da poco ha avuto l’onore di imprimere le proprie mani, senza artigli, nello spazio antistante il celeberrimo Grauman’s Chinese Theater sulla cosiddetta Walk of Fame, grande attrazione turistica dove star del calibro di Cary Grant e Judy Garland sono state onorate con lo stesso calco. Lo abbiamo incontrato durante la presentazione romana del film.
Wolverine è uno dei personaggi più amati dal pubblico e anche i precedenti film sembrano essere, nonostante i cast ricchissimi, pellicole tagliate su questo personaggio. Cosa l’ha spinta , dopo quasi dieci anni, a calarsi di nuovo nella parte?
Un personaggio non riesci a capirlo fino in fondo se non ne conosci le origini, se non sai cosa lo ha portato a diventare quello che è. E’ per questo che è nato questo film. Personalmente amo molto la saga giapponese di Wolverine e non mi dispiacerebbe poterla interpretare. Poi ammettiamolo: nessun attore si lamenta se il suo personaggio è quello che ha più spazio in scena, anche se poi ci sono molti personaggi amati; ad esempio, quando abbiamo mostrato il trailer ed è comparso il personaggio di Gambit c’è stata un ovazione.
Chi è Wolverine, secondo lei?
Con questo film siamo passati ad un’evoluzione del personaggio rispetto a come veniva presentato negli altri film, che erano maggiormente corali. Qui lui, che non ha mai avuto un passato, non è ancora il personaggio che conosciamo e nel quale si trasformerà; Wolverine è un uomo buono ma con un carattere molto spigoloso. Sin dalla prima comparsa nei film di Bryan Singer, si capisce la sua natura di outsider: lui è sì un mutante, che crede nei valori che sono alla base di tutti i film, ossia la fratellanza, la lotta all’intolleranza ecc, ma resta comunque un outsider per natura.
Prima dell’uscita del film è circolata una copia pirata in rete. Pensa che questo possa danneggiare il successo al botteghino?
Sinceramente quando abbiamo saputo della copia che circolava in rete siamo rimasti molto turbati. Abbiamo pensato al danno, danno che riguarda non solo noi, ma tutte le persone che hanno lavorato a questo film e che ci hanno creduto, messo l’anima. Però la reazione della rete è stata di rifiuto verso quella copia. Poi un film come Wolverine va visto almeno per la prima volta al cinema per goderne appieno gli effetti speciali.
Wolverine, come hai appena detto, è caratterizzato da tantissimi effetti speciali. Qual è stato il più difficile da realizzare?
Sono tutti molto complessi ed elaborati, e il risultato è ottimo. Sicuramente la scena che ha richiesto maggiore impegno è quella in cui salto in una cascata nudo quando fuggo dal laboratorio dopo l’operazione. Il salto era molto alto e non abbiamo trovato nessuna controfigura, in più il regista non poteva riprendermi frontale così hanno dovuto ricostruire il mio corpo in modo che si vedesse il salto ma non si vedesse altro.
Qual è stata la scena più difficile da interpretare?
La scena dell’operazione quando ero immerso nella vasca d’acqua gelata per l’esperimento e dovevo tenere gli occhi ben aperti. Con Gavin Hood, il regista del film, abbiamo dovuto inventare un codice per comunicare: una strizzata d’alluce voleva dire stai per morire, due strizzate sei morto, tre strizzate esci urlando!
Stefano Mastropaolo
(Nella foto Hugh Jackman nei panni di Wolverine)