Camaleontica, coraggiosa, abile a vestire i panni di un’umanità variegata, Meryl Streep colleziona da anni premi Oscar e critiche positive, senza rinunciare mai a teatro, suo primo amore (ultimamente ha riportato in scena a Londra Madre Coraggio di Brecht, di cui ha detto: “la vera vittima di ogni guerra è la madre che deve chinarsi sul cuore spento dei suoi figli”).
Il segreto del suo successo?
Gli affetti familiari e un ottimismo sincero, che le impone di “ringraziare ogni giorno per essere ancora qui”.
Ce lo dica, come si diventa Meryl Streep?
Lentamente… e con molte gravidanze.
C’è un segreto dietro la sua bravura?
A volte mi preparo tantissimo per un ruolo, altre penso solo a mettermi in macchina e andare sul set. Dipende, non c’è una sola via.
Qual è il prezzo da pagare per essere una diva di Hollywood?
La celebrità è soprattutto perdita della privacy ormai. C’è addirittura un nuovo sito web che fa vedere da vicino dove abitano le star, ci sono fotografie, puoi sbirciare dalle finestre… questo è il vero lato negativo, lo trovo assurdo e spaventoso.
Donne e cinema: com’è il rapporto in un settore generalmente definito maschilista?
Malgrado i tempi cambino e si evolvano, le donne sono considerate ancora poco capaci per coprire ruoli pubblici in generale. Al cinema poi la maggior parte dei film sono pensati per gli uomini, alcuni miei grandi amici come Al Pacino o Robert De Niro sono un po’ machi, appartengono alla vecchia scuola. Che noi ci siamo o no sembra non avere grande importanza, mentre un film come Mamma mia ha invece dimostrato che le donne vogliono andare al cinema e divertirsi. Eccome.
In quel ruolo ha sbalordito tutti: cantava e ballava scatenata come avesse vent’anni, è questo l’effetto che le fanno gli Abba?
Non sono mai stata una loro fan, ma quel musical è stata una delle cose più belle mai fatte in tutta la mia carriera. Lavorare a suon di musica tutto il giorno… splendido. La mia preferita è Dancing Queen: appena la sento, inizio a ballare. Ma anche The winner takes it all è straordinaria, simile a Nothing Compares to you di Sinead O’ Connor, è un brano che ti scuote e con cui è facile emozionarsi. Cantare è sempre una gioia per me, quella di canto era la mia classe preferita a scuola di recitazione, dove tanti ragazzi dicevano “sono un attore, non voglio cantare” e l’insegnante rispondeva: “alla fine del corso, ognuno di voi canterà fino a farci piangere”. Incredibile: andò proprio così.
Se avesse scelto di fare la cantante, a chi si sarebbe ispirata?
Amo molto le “ladies singers” come Janis Joplin, Beyonce… penso sempre che se ho la canzone giusta e la giusta base musicale in bagno, posso cantare anch’io come loro! Cantare è un piacere estremo, qualcosa che ti entra dritta nel cuore. Mi dispiace che con I-Tunes si sia persa la tradizione che avevo io di ascoltare le canzoni dei miei genitori o di attraversare i generi. Per quanto mi riguarda sento sempre tanta musica, persino quando recito in ruoli come… la madre superiora!
Si riferisce a Il dubbio, film in uscita dove recita accanto a Philip Seymour Hoffman?
Sì, l’opera è tratta dalla piece teatrale che ha vinto il Pulitzer, io interpreto una madre superiora che lotta contro un ordine religioso, Philippe è il prete. Per prepararmi ho parlato con suore anziane che mi hanno aiutato a capire come si vive in clausura: con dedizione e un’energia gigante, mi hanno sbalordito.
Due curiosità per finire: per chi ha votato e che tipo di madre è lei?
Obama, ovviamente! Come mamma, io sono quella del no. E i miei quattro figli non vengono mai da me, vanno dal padre, che risponde: “certo, perché no!”. Vorrei essere tanto la mamma del sì, ma sono sempre preoccupata per tutto. Mio marito, invece, che fa lo scultore e sono molto fiera di lui, mai. Per questo credo che siamo un ottimo team di genitori, un po’ come il poliziotto buono e quello cattivo nei film.
Claudia Catalli
(Nella foto l’attrice Meryl Streep)