Export vino italiano: +60% in dieci anni, superata la Francia

L’Italia cresce più di Francia e Nuova Zelanda nell’export vinicolo, ma resta forte la concentrazione su pochi mercati e il ritardo nel segmento luxury.
Export vino italiano: +60% in dieci anni, superata la Francia

Negli ultimi dieci anni, l’export del vino italiano ha registrato una crescita del 60%, superando la Francia (+51%) e la Nuova Zelanda (+33%). Questo dato emerge dal “Rapporto sulla competitività delle regioni del vino” realizzato da Nomisma Wine Monitor in collaborazione con UniCredit, presentato al Vinitaly 2025 presso lo stand di Confagricoltura.

L’Italia si conferma leader nell’export vinicolo, con una crescita del 60% negli ultimi dieci anni, superando la Francia (+51%) e la Nuova Zelanda (+33%). Tuttavia, il 60% dell’export italiano si concentra in soli cinque paesi, con gli Stati Uniti al primo posto (24%). In confronto, la Francia presenta un indice di concentrazione del 51% e la Spagna del 48%. L’export italiano è fortemente concentrato anche a livello regionale: il Veneto rappresenta il 37% delle esportazioni nazionali, seguito da Toscana e Piemonte con il 15% ciascuno. Aggiungendo Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna, si arriva a un’incidenza dell'80%.

L’Italia domina nei segmenti entry level, popular e premium, ma è meno presente nel segmento luxury, dove la Francia detiene una quota del 42% e gli Stati Uniti del 30%. Nel segmento deluxe, l’Italia ha una quota del 10% del valore globale, pari a 2,8 miliardi di dollari.

Nonostante la crescita, l’export italiano è vulnerabile a causa della sua concentrazione geografica. Ad esempio, i bianchi Dop del Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia destinano il 48% del loro export agli Stati Uniti, mentre i rossi Dop della Toscana e del Piemonte vi destinano rispettivamente il 40% e il 31% . La diversificazione dei mercati di sbocco e l’espansione nel segmento luxury rappresentano sfide cruciali per il futuro del vino italiano