Organizzato dalla rivista All about Italy, piattaforma che da quasi 30 anni promuove le eccellenze italiane sui principali mercati internazionali, l’evento si terrà giovedì 12 dicembre 2024 nella prestigiosa Hercules Hall, all’interno della Residenza di Monaco di Baviera.
L’evento prevede l’esecuzione della Messa Solenne per il Principe Esterházy (1811) di Luigi Cherubini, che accompagnerà un’esclusiva rappresentazione di 25 Tableaux Vivants, ispirati ai dipinti di Michelangelo Merisi da Caravaggio e altri maestri italiani. Queste scenografiche ricostruzioni, eseguite da un gruppo teatrale italiano, offriranno al pubblico un elegante spettacolo di musica, scene, luci e giochi di chiaroscuri, tipici dello stile caravaggesco.
La Hercules Hall, con i suoi 1.450 posti, rappresenta il luogo ideale per un evento di tale portata. Questa sala storica, progettata secondo i canoni del Rinascimento fiorentino, contribuirà a creare un’atmosfera suggestiva e immersiva.
Direttore artistico e direttore d’orchestra sarà il Maestro Annunziata De Paola, per cinque anni direttore stabile dell‘Orchestra Sinfonica Siemens di Monaco di Baviera e con vaste esperienze professionali internazionali.
Paolo Del Panta, editore di All about Italy, ha sempre lavorato per portare la cultura italiana all’estero attraverso eventi di altissimo livello. “La collaborazione con il maestro De Paola è collaudata", ha dichiarato Del Panta. “Anche quest’anno il Gala Italia si distingue per la sua innovazione e l’esclusività dei contenuti, grazie a un imponente organico musicale e scenico”. E proprio con il Maestro De Paola abbiamo parlato per scoprire qualcosa in più di questo evento unico.
Come si sente a dirigere la quarta edizione del ‘Gala Italia’ in una location così prestigiosa come la Herkulessaal di Monaco?
L’Herkulessaal è una sala importantissima, sede storica dell’Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese, dove ho più volte diretto concerti sinfonici. Sono molto lieta di farvi ritorno per questa edizione del Gala Italia.
Può parlarci della scelta della ‘Messa Solenne in re minore’ di Luigi Cherubini per questo evento?
La decisione di eseguire proprio quest‘opera nasce da una lettura approfondita di questa singolare partitura di Luigi Cherubini, che ha lasciato in me tracce durature e la consapevolezza di trovarmi di fronte ad un lavoro straordinario.
L’immane progetto creativo, tra i più imponenti che tale letteratura musicale annovera, e la vastità di elaborazione che caratterizza ogni singola parte dell’intera composizione, affrancano definitivamente questa Messa dalle esigenze della liturgia e la rendono a pieno titolo un brano da concerto. L’uomo di teatro, Cherubini, alle prese con elementi espressivi e drammatici sapientemente trattati e posti in gioco in una persistente disattesa delle aspettative dell’ascoltatore ottocentesco, e la natura intellettualistica del compositore di solidissima formazione contrappuntistica, costituiscono due immissari morfologici finora inaccostati, che rendono questa partitura un caso unico nella letteratura sacra dell’epoca. La Messa Solenne in re minore è il visionario e monumentale risultato di una laboriosa e meditata osmosi tra il lessico vocale antico della compiuta tradizione polifonica italiana e un moderno linguaggio orchestrale sinfonico, che generano una dinamica discorsiva unica nel suo genere.
Cosa rende questa Messa particolarmente adatta a rappresentare la cultura italiana?
Essa è frutto dell’unicità di un percorso artistico, quello di Luigi Cherubini, che affonda le proprie radici in una formazione musicale acquisita nell’Italia del centro nord tra il 1760 e il 1784. Cherubini nasce a Firenze e recherà con sè, nel corso di tutta la sua vita, la componente toscana, l’impronta dell’evoluto ambiente musicale fiorentino, terreno del suo apprendistato.
Compie gli studi a Bologna e in seguito a Milano, venendo così a contatto con una scrittura vocale giunta ormai al compimento della perfezione stilistica, con l’universo polifonico di Palestrina, con la leggendaria biblioteca di Padre Martini e con l’opera italiana coeva. Trascorre in Italia i primi, decisivi 24 anni, prima di stabilirsi a Londra nel 1784, dove documenti dell’epoca lo rintracciano tra le file dei primi violini alle prese con esecuzioni delle sinfonie di Haydn e Mozart.
Quando si stabilisce a Parigi nel 1788 è ormai in possesso della perfetta tecnica contrappuntisticaʾ appresa in Italia, e conta su di una conoscenza diretta di un raffinato sinfonismo di matrice più ampiamente europea. Parigi era la capitale della musica. Per intenderci, all’epoca, poteva considerarsi inesistente una composizione che non avesse avuto un’esecuzione parigina. Cherubini ottiene incarichi di rilievo, diviene Sovrintendente della Cappella di Luigi XVIII e direttore del Conservatorio di Parigi, mentre le sue opere vengono eseguite dappertutto in Europa. In Germania esse riempiono i cartelloni dei teatri più importanti ed è noto in quale grande considerazione la civiltà musicale tedesca dell’Ottocento abbia tenuto Cherubini. È ammirato da Wagner, Brahms, Schumann, Mendelssohn e da Beethoven, che lo considerava “uno dei piu grandi compositori drammatici del tempo”. Riportare a Monaco la musica dello stimato compositore italiano significa restituirla al pubblico tedesco dopo un incomprensibile e, tranne rare eccezioni, secolare silenzio.
Monaco di Baviera è un crocevia di arti e cultura. Cosa significa per Lei rappresentare l’eccellenza italiana in una città con una ricca tradizione musicale e culturale?
La cultura italiana è presente a Monaco ai massimi livelli. Finanche il complesso architettonico che ospita il nostro concerto è stato realizzato ispirandosi ai progetti fiorentini di Palazzo Pitti e Palazzo Rucellai. Un crocevia di arti e cultura configura un interlocutore colto: il pubblico. È al pubblico di Monaco che mi rivolgo direttamente. La sfida di questo concerto è proporre l’inatteso, cogliere ed evidenziare nessi, contribuire con visioni personali, fare in modo che il cammino delle idee proceda.
In che modo pensa che eventi come il Gala Italia possano contribuire alla promozione del Made in Italy a livello internazionale?
L’arte italiana contemporanea esprime, tra le varie cose, un segmento che viene solitamente definito Made in Italy. Le espressioni artistiche italiane, antiche o contemporanee, recano immancabilmente con sè un sapere non recente, evoluto. Contano su di un percorso di conoscenze e di competenze spesso centenarie. Le realizzazioni provenienti dall’Italia non sono mai estemporane o casuali, innaturali o artificiose, bensì costituiscono il risultato di un sapere autentico, colto, capace di assimilare elementi esterni ed incline ad innovare. Infine il Made in Italy si configura come l’esito di un sapere che si tramanda con competenza, storie che vanno tuttora raccontate, affinché non vadano perse.
Raccontare è tra gli impegni che assumo proponendo e interpretando la musica di Luigi Cherubini e All About Italy, organizzatore del Gala Italia, con la propria rassegna concertistica, fa suo il preciso incarico di narrare efficacemente il risultato di parabole creative giunte alla massima espressione.
Quali sono le sfide artistiche e tecniche nel dirigere un’opera così imponente, considerando l’integrazione con i Tableaux Vivants ispirati a Caravaggio?
Sul palcoscenico, davanti a me, avrò un’orchestra sinfonica, i Münchner Bachsolisten, uno dei più importanti cori d’Europa, il Philharmonischer Chor München, quattro cantanti solisti, due tedeschi, molto noti al pubblico di Monaco, Stephanie Krug (soprano) e Christian Sturm (tenore), e due eccellenti interpreti italiani, Eleonora Vacchi (mezzosoprano) e Filippo Morace (basso). Alle mie spalle avrò sette attori che daranno vita a 25 quadri di Caravaggio e della sua scuola. In scena, saranno coprotagonisti la Musica e la Luce, Cherubini e Caravaggio.
Il titolo dello spettacolo è Chiaroscuro. La dinamica della costruzione delle scene caravaggesche, nelle atmosfere evocate dalla musica, sarà affidata all’esperienza ventennale della compagnia italiana “Teatri 35”, che trascinerà il pubblico di Monaco nel sorprendente e misterioso gioco di luci ed ombre che lo stesso Caravaggio aveva ideato. La sfida tecnica sarà sincronizzare, sul ritmo imposto dalla partitura di Cherubini, gli oltre 80 artisti impegnati sul palcoscenico e la regia delle luci, fondamentale per questo spettacolo, con un importante lavoro di prove.
L’altra sfida, quella artistica, sarà coinvolgere il pubblico nella fascinazione di un’esecuzione musicale filologicamente attenta, con elementi scenici inaspettati e di fortissimo impatto.
Cosa deve aspettarsi il pubblico?
Emozioni uniche per uno spettacolo in prima esecuzione assoluta mondiale.