Disubbidienza, questa la parola chiave, e il tema, scelto per Identità Golose 2024. L’ormai affermata convention che riunisce a Milano i grandi dell’alta cucina mondiale giunge all’edizione numero 19 e lo fa con un argomento che, apparentemente, potrebbe presupporre negatività. Ma che, soprattutto in cucina, può tramutarsi in qualcosa di nuovo, innovativo e rivoluzionario, destinato (in quanto disubbidiente) a scavare un solco con la quotidianità e la standardizzazione. Qualcosa, per certi versi, destinato anche a fare storia. Ma come si attua la disubbidienza in cucina? Come si manifesta la rivoluzione in ambito gastronomico? A dirlo i diretti protagonisti della scena gastronomica mondiale.
Attorno a questi temi infatti si discuterà a Identità Golose, dal 9 all’11 marzo a Milano, nel corso di un convegno che unisce addetti al settore da tutta Europa. Una tre giorni in cui ci si immergerà in un contesto dove pandemia e guerra hanno sconvolto il mondo. Un contesto in cui tuttavia, anziché accettare passivamente il corso degli eventi, si suggerisce un approccio radicalmente diverso: essere protagonisti diretti, agire anziché subire.
Dopotutto che cos’è la tradizione? È un’innovazione riuscita, ma attenzione a fermarsi a questa sola verità. Il fulcro dell’evento sarà la volontà di cambiare le regole, cercarne di nuove e ipotizzare scenari diversi. Un nuovo corso guidato dalla convinzione che, sebbene la tradizione sia un’innovazione riuscita, l’innovazione stessa è una disobbedienza andata a buon fine. L’accento si sposta dalla nascita dell’abitudine alla ricerca della novità.
In fin dei conti anche gli chef sono dei creativi e, in quanto tali, non hanno bisogno di giustificarsi per rompere schemi noti, per ripensare e riadattare le convenzioni. Le nuove idee devono essere giudicate per il loro valore intrinseco, non per il fastidio che possono causare. L’atto creativo è, per sua natura, una forma di disobbedienza, un’innovazione che sfida le regole consolidate.
Creatività, certo, ma non improvvisazione: l’arte culinaria non presuppone il mero sommare ingredienti a caso, ma di comprendere il motivo di ogni azione. L’esempio della disubbidienza accidentale, trasformata in una ricetta positiva, illustra l’importanza di capire e replicare gli errori.
Chi disubbidisce sceglie di camminare su un filo teso nel vuoto, sfidando le regole dominanti in equilibrio tra successo e fallimento. Discorsi e tematiche che saranno protagonisti in talks e convegni (oltre all’immancabile cibo firmato dai grandi della cucina contemporanea) ad Allianz MiCo dal 9 all’11 marzo.
In foto: Lo chef Enrico Bartolini e l’ideatore di Identità Golose Paolo Marchi - Credits Brambilla-Serrani