In questo periodo di isolamento la gente a casa ha dovuto reinventarsi la propria vita, i propri tempi, i propri spazi.
C’è chi si è buttato sulla cucina, sfornando di volta in volta pane, pizza, dolci e quant’altro. C’è chi si è dedicato alla cura del proprio fisico, allenandosi a casa per patire il meno possibile le mancate sudate in palestra. C’è chi si è dedicato alla lettura e allo studio, e c’è chi (giovani e meno giovani) ha riacceso le proprie console di gioco per passare qualche ora spensierata davanti allo schermo con il joypad in mano.
Diego Campagnani
C’è ovviamente chi lo fa per semplice hobby, per passare il tempo in mondo leggero, ma c’è anche chi, lavorando proprio in questo ambito, si è dovuto tenere in allenamento.
Parliamo dei giocatori professionisti di e-sports, utenti che hanno avviato una carriera nel settore video ludico partecipando ad eventi sportivi “virtuali” seguitissimi a livello internazionale.
La domanda che sorge spontanea, a molti, è perché qualcuno dovrebbe vedere una partita (il calcio, ovviamente, va per la maggiore) giocata da due (o più) utenti? Perché le emozioni che si provano nell’assistere alle partite dei tornei sono, per molti, paragonabili a quelle trasmesse dagli sport reali. I giocatori piangono, soffrono, si aiutano tra di loro e esplodono in urli liberatori alla fine di un round, come dopo aver segnato un goal in uno stadio. Le arene piene di migliaia di “tifosi” durante questi eventi sono un emblema del successo degli e-sports.
E c’è, di conseguenza, chi su queste competizioni è riuscito a costruirsi una carriera, con importanti ricavi e successi.
Tra questi c’è di Diego Campagnani, ragazzo varesino di 22 anni, che ha fatto del proprio hobby un vero lavoro. Appassionato di FIFA, il simulatore calcistico più venduto al mondo, Diego ha vinto il campionato italiano nel 2016 e nel 2018, e pochi mesi fa a Bucarest ha trionfato in un evento internazionale di FIFA 20. Ingaggiato dall’Inter per partecipare al primo campionato virtuale di Serie A, Diego ora è in attesa della fine del lockdown per disputare la competizione che lo vede tra i favoriti per la vittoria finale.
Lui, come molti altri suoi colleghi/avversari, si sta preparando in attesa di poter tornare alle competizioni. Abbiamo intervistato Diego durante il lockdown e, con la passione di chi ha reso il proprio hobby un lavoro, ecco cosa ci ha rivelato del suo mondo.
Diego, il fenomeno degli esports in Italia è relativamente giovane e recente. Come spieghi questo grande successo ottenuto in così poco tempo?
Il successo lo si deve dare sopratutto alle persone che stanno investendo tempo e passione all’interno di questo settore e ciò mi rende tanto felice. Non siamo ancora al livello di altri paesi nel mondo, ma spero che in futuro si possa arrivare ai livelli esteri.
Riesci a considerarlo un lavoro a tutti gli effetti o, data anche la tua giovane età, pensi che sia ancora un hobby, seppur retribuito?
Per me è un lavoro a tutti gli effetti, ormai mi siedo davanti alla play e lavoro giocando a FIFA e tutto questo lo devo al mio team QLASH che mi supporta da 2 anni ormai.
Secondo te che cosa ha permesso la trasformazione del videogioco da semplice passatempo a vera e propria piattaforma sportiva e competitiva?
Secondo me la trasformazione l’ha permessa sopratutto la gente che ha voglia di competere non solo nel mondo reale, anche in quello virtuale e videoludico. La competizione c’è in tutto, anche nei videogames si vince e si fa fatica come in un vero e proprio sport, la differenza principale è che nei videogiochi si stanca la mente e non il fisico.
Come stai passando questo periodo, riesci ad allenarti con costanza a casa oppure hai preferito staccare la spina?
Al momento, così come tutte le manifestazioni sportive, anche il competitivo di FIFA è sospeso causa del Coronavirus. Tuttavia sto continuando ad allenarmi anche se al momento non si sa quando ricomincerà il tutto.
La rivalità che esiste nel mondo del calcio “reale” tra le squadre (per esempio tra Inter e Juve o Milan, Lazio e Roma) si riscontra anche nel campionato virtuale?
La rivalità si riscontra anche sui campi virtuali. Ci sono tanti ragazzi, giovani e appassionati al calcio reale, che faranno il tifo per me in quanto vesto e difendo i colori dell’Inter QLASH e sono pronto a dare il massimo per poter vincere il campionato.
Oltre a FIFA, riesci a giocare anche ad altro su console? Quali altri passatempi hai?
Oltre a FIFA sì mi diverto anche con altri giochi, sopratutto sparatutto. Tuttavia solitamente non passo l’intera giornata davanti allo schermo, mi piace anche andare in bici, camminare e uscire con amici.