Negli ultimi anni si è sviluppata una tendenza, specialmente tra i giovani, di una riscoperta di oggetti “vintage“, protagonisti ai tempi dei loro nonni e caduti nel dimenticatoio nel corso degli anni.
Dalla radio al giradischi, ma anche macchine e altri prodotti “di culto” che hanno riscoperto una “seconda vita” grazie a un rinnovato interesse nei loro confronti da parte di una generazione che, nativamente, non è legata a loro.
Proprio uno degli oggetti, che come lo conosciamo oggi è stato tra i più in voga tra fine ottocento e prima metà del novecento, e che grazie alla passione di una nicchia non è mai morto nel corso dei decenni, è la pipa.
Simbolo di una generazione che non esiste più, continua ad affascinare e a suscitare curioso interesse.
A Gavirate, in provincia di Varese, in una tipica casa lombarda di fine ‘800 trova il suo spazio il Museo della Pipa, gestito e curato da Ariberto Paronelli (nipote del fondatore), membro di una famiglia storicamente legata al mondo di questo caratteristico manufatto.
Quello di Gavirate è il “Primo Museo italiano della Pipa” italiano, conosciuto a livello internazionale per la sua ricca e pregiata collezione di oggetti esposti, provenienti da tutto il mondo.
Ariberto Paronelli – L’intervista
Ariberto, Da cosa nasce questa sua passione per le pipe?
Mio nonno e mio papà, prima di me, svolgevano questo lavoro e io fin da piccolo ho vissuto in questo mondo. Ricordo che al posto delle macchinine giocavo con le pipe di scarto e probabilmente la mia passione per questo oggetto è iniziata in quei momenti dell’infanzia.
Il Museo della Pipa di Gavirate
Da cosa nasce, invece, l’idea del museo?
Il museo è stato creato da mio nonno Jean Marie Alberto Paronelli che negli anni ’70 decise di dar vita a questa collezione nella quale sono racchiusi i pezzi raccolti nell’arco di una vita. L’idea era quella di raccontare sia la storia di un oggetto a cui era molto legato che la vita di molti lavoratori della zona di Varese che, appunto, si dedicavano alla produzione delle pipe (non a caso la zona di Varese è ancora oggi chiamata il distretto delle pipe). Pensi che solo la ditta F.lli Rossi di Barasso (VA), la fabbrica di pipe più grande al mondo, nel suo periodo d’oro dava lavoro a oltre 850 persone più l’indotto.
Quanto tempo è servito per la sua realizzazione?
Come le dicevo il museo è il frutto di una vita. Ci sono voluti parecchi anni per raccogliere tutti i pezzi che ora sono visionabili nelle 8 sale del museo. Ancora adesso se ci dovesse capitare qualche pezzo particolare cercheremmo di acquisirlo per esporlo agli appassionati.
Come ha raccolto tutto il materiale esposto?
Mio nonno era produttore e commerciante di pipe già dall’età di 19 anni (iniziò a lavorare proprio per la ditta F.lli Rossi di Barasso ). Durante la sua attività di commercio ha avuto l’opportunità di crearsi una piccola collezione che poi negli anni si è ampliata, prima con l’acquisizione della storica SALA CAMPIONI della ditta F.lli Rossi e poi successivamente con altre collezioni e campionature rilevate in giro per il mondo. Ad oggi il museo conta circa 30.000 pezzi.
Pipa in terracotta con inciso il Padre Nostro
Come giudica la cultura della pipa in Italia?
Negli ultimi anni vedo un incremento di interesse verso la pipa. Molti giovani si stanno avvicinando. Tanti spesso arrivano a noi dopo avere rinvenuto in soffitta o in qualche armadio la pipa del loro nonno o del loro papà. La voglia di ridare vita a un oggetto abbandonato per molti anni li porta ad appassionarsi a loro volta.
Organizzate anche eventi per diffondere la cultura, e la conoscenza, della pipa?
Sì, organizziamo diversi eventi. Il più importante si tiene il primo weekend di aprile di ogni anno e si chiama SMOKING ON THE LAKE – ITALIAN PIPE SHOW. In questo evento portiamo ad esporre al museo le migliori eccellenze produttive italiane. Sempre durante questo evento organizziamo degustazioni di tabacchi abbinati a distillati, convegni e seminari sulla cultura del lento fumo.
È complicato portare avanti la cultura e la considerazione di un oggetto così “vintage”?
Se c’è la passione nulla è complicato. Mio nonno ha portato avanti questo lavoro con molta passione e infatti non è mai stato un peso. Per lui è sempre stato più un hobby che un lavoro. Anche per me questo lavoro è frutto di tanta passione che cerco di trasmettere quotidianamente a tutti coloro che vengono a trovarmi presso il Museo della Pipa.
Paronelli Pipe di Paronelli Ariberto. Via Roncoroni 4 – 21026 Gavirate (VA) TEL. + 393407444130. Sito web
Foto per gentile concessione del Museo.
Alessandro Creta