In giro, a Roma, per musei e mostre nei giorni di festa.
I Musei Civici di Roma saranno aperti durante le festività natalizie con un ricco programma di mostre, eventi, spettacoli e attività didattiche, alcuni eccezionalmente anche il 1° gennaio 2020.
Tanti i siti da visitare, nella Capitale: dai Musei Capitolini a Villa Borghese, dal Museo Carlo Bilotti (Villa Borghese) al Museo di Roma Paolo VI e ai Mercati di Traiano. Per citarne solo alcuni senza voler tralasciare la bellezza di altri.
Ingresso gratuito in molti musei, il 6 gennaio 2020, in occasione della prima domenica del mese, per i residenti a Roma e nella Città Metropolitana.
Tra le tante, non perdiamo una bellissima opportunità!
Nella magnifica Piazza del Quirinale, Roma trasmette emozioni. Non solo per la bellezza dei Palazzi quirinalizi e per il rigore elegante del contesto. Una terrazza panoramica sulla città che sembra dilatare spazio e tempo.
In questa suggestiva e austera piazza, alle Scuderie del Quirinale, fino al 6 gennaio 2020 (allestita dall’11 ottobre 2019) è ancora possibile visitare la mostra ‘Pompei e Santorini: l’eternità in un giorno’.
Promotore e curatore del progetto, insieme al greco Demetrios Athanasoulis – che guida l’Eforia delle Antichità delle Cicladi – è il direttore del Parco di Pompei, Massimo Osanna.
“Terremoti, eruzioni vulcaniche, incendi, inondazioni, diluvi, mutando di colpo, con la faccia della terra, il corso delle società umane, le hanno combinate in modo nuovo, e queste combinazioni, le cui cause prime erano fisiche e naturali, sono divenute, col tempo, le cause morali che mutano lo stato delle cose”, ha scritto Jean- Jacques Rousseau.
Da sempre, il vulcano è mito, come nella storia di Tifone, mostro orribile con torso e braccia d’uomo ma cento teste di serpente, schiacciato dall’Etna per aver strappato a Zeus i tendini delle mani.
È anche attrazione e paura insieme. Una ‘finestra’ aperta sull’imperscrutabile della Terra. Nell’immagine suggestiva della sua potenza si è come sospesi sull’orlo di un abisso che non è solo fisico ma che mette a nudo la fragilità della condizione umana di fronte alla Natura.
Nella mostra ‘Pompei, Santorini’, l’energia della natura, attraverso la sua forza distruttiva, diventa eternità. ‘L’eternità è ritrovata’, scrive Arthur Rimbaud (1872) nella poesia che chiude idealmente la mostra.
L’esposizione delle Scuderie del Quirinale è dedicata a due città spazzate via da un’eruzione vulcanica.
L’inedito confronto è il tema della mostra, così illustrata da Mario De Simoni, presidente e amministratore delegato di Ales, società in house del Ministero per i Beni e le Attività culturali che gestisce le Scuderie del Quirinale:
“L’esposizione racconta due storie lontane 1.700 anni l’una dall’altra, la preistorica Akrotiri sull’isola di Santorini, e Pompei, evidenziando mondi diversi legati da un’identica fine che ne ha interrotto tragicamente la fioritura. Conservate nei millenni sotto un manto di cenere e lapilli, entrambe le città rivelano affreschi e manufatti che permettono una riflessione sull’arte, la religione, i costumi e la vita quotidiana nell’antichità. Conoscere il passato consente di confrontarci con le nostre radici storiche e culturali e al tempo stesso di riflettere sugli splendori e le fragilità dei destini umani.
Tra i capolavori esposti, imperdibili per rarità e difficoltà di reperimento, innanzitutto gli spettacolari affreschi di Santorini, per la prima volta fuori dalla Grecia: l’affresco di quattro metri detto “Le Adoranti” e il celeberrimo “Pescatore”, che può essere definito la “Gioconda” minoica. E poi, da Pompei, sicuramente la spettacolare ricostruzione integrale della Casa del Bracciale d’oro”.
Successo di pubblico per questo bellissimo evento. Turisti e scolaresche affascinati da una mostra che sembra restituire attualità facendo rivivere due ricche e complesse civiltà (minoica e romana) attraverso una ‘macchina del tempo’ che evoca il passato e la sua sopravvivenza nel mondo contemporaneo. Oltre 300 oggetti, fra statue, affreschi, vasi, rilievi, gemme, incunaboli e quadri ripercorrono un lungo arco temporale che va dall’età del bronzo ai nostri giorni. Un magma di vita e di morte, di creatività e di distruzione.
Sulle ceneri stratificate nei secoli rinasce la vita. Pompei e Akrotiri (città portuale dell’isola di Thera, oggi Santorini) risorgono grazie all’archeologia restituendoci le radici della nostra cultura. Akrotiri, distrutta dalla catastrofe naturale nota come eruzione minoica della metà del II millennio a.C., ha conosciuto la stessa sorte di Pompei, cancellata dal Vesuvio nel 79 d.C.: la distruzione, la riscoperta e la creazione di un mito storico e artistico.
Come si legge sul sito ufficiale delle Scuderie del Quirinale “Pochi avvenimenti hanno marcato la storia del pensiero moderno più della riscoperta di Pompei nel 1748: quasi 1700 anni prima la pioggia di cenere e lapilli provocata dall’eruzione del vulcano conservò l’antico centro urbano e la complessità della sua vita quotidiana. Mai come prima di allora è stato possibile leggere la vita degli antichi, rapportandola agli spazi urbani, al rito, alla vita domestica, analizzando i complessi intrecci sociali di una città così antica.
Una nuova visione del passato, composta dallo stupore per la riscoperta e dallo sgomento per la catastrofe eruttiva, ha contribuito a fare di Pompei il sito archeologico più importante al mondo. La vita della città vesuviana è rimasta sospesa nelle rovine, nelle sale delle domus e delle terme, nelle suppellettili e nei reperti organici, nei calchi dei corpi che raccontano un mondo lontano, eppure vicinissimo. Come tanta arte e letteratura ci hanno raccontato, a Pompei il presente e il passato si uniscono nell’evocazione di una vita drammaticamente interrotta dalla tragedia del 79 dopo Cristo, eppure, ancora, velatamente presente. La moderna archeologia è nata e prospera nel sito vesuviano, dove il mondo antico ha cominciato a raccontarsi, come un ‘immenso edificio del ricordo’.
“In un clima culturale radicalmente diverso – come si legge ancora sul sito – immerso nel pensiero scientifico del XX secolo, la riscoperta dell’insediamento di Akrotiri a Santorini nel 1967 ha riaperto il ragionamento sul tema della catastrofe naturale e della scoperta. Circa un decimo del sito è stato scavato. L’antico centro minoico, distrutto da una spaventosa eruzione a metà del II millennio avanti Cristo – eruzione che segnò profondamente gli equilibri sociali e politici del Mediterraneo – ha restituito, sepolti sotto la cenere vulcanica, edifici, affreschi, ceramiche e forniture perfettamente conservate. Da quasi 2000 anni. Come a Pompei, i preziosissimi reperti permettono di resuscitare una civiltà ricca e complessa, evocando allo stesso modo la catastrofe che ha messo fine alla sua storia. L’eruzione non causò solo il crollo delle case, ma di un’intera epoca, seppellendola letteralmente sotto svariati metri di materia vulcanica.
La mostra propone un confronto straordinario e inedito fra i due siti antichi, accomunati da un’identica fine. Due interi insediamenti umani furono seppelliti dalle eruzioni, con i loro ideali, il loro credo, le loro culture. Il tema della catastrofe e della rinascita accompagnerà i visitatori in un sorprendente percorso a ritroso nel tempo che li immergerà nella Storia, nella Sorpresa e nel Buio, nella Bellezza. Pur con modalità diverse, le due antiche città rivelano sotto un mantello di cenere l’istante della fine che diventa elemento d’ispirazione per l’arte”.
Una differenza esiste, tra Santorini e Pompei. A Santorini non sono stati ritrovati i resti di alcuna vittima. Forse, grazie ai terremoti che hanno preceduto l’eruzione, gli abitanti riuscirono a mettersi in salvo.
Possiamo approfittare anche di promozioni speciali per visitare le Scuderie del Quirinale. Ad esempio, per gli over 65 (lunedì e martedì dalle ore 15 in poi), gli studenti universitari, ricercatori e dottorandi delle università italiane (venerdì e sabato dalle 19). In pausa pranzo per tutti i visitatori (dalle 12.40 alle 14.20, dal lunedì al venerdì non festivi).
Nel periodo natalizio, nutriamo anche la mente e il cuore. E’ un modo per stare insieme, condividendo con amici e famiglia una gioia che non ha età. Per impiegare bene un’ora della propria frenetica giornata.
Non è necessario essere archeologi ed esperti della materia per provare emozioni che ci fanno interrogare sulla fragilità della nostra condizione umana.
Foto dal sito ufficiale
Elvira Frojo