Al Giardino dei Tarocchi tutta la Toscana che non ti aspetti

Al Giardino dei Tarocchi tutta la Toscana che non ti aspetti

Se la vita è un gioco di carte noi siamo nati senza conoscere le regole. Dobbiamo giocare la nostra mano attraverso gli anni: poeti, filosofi, alchimisti hanno studiato il loro significato”.

Niki de Saint Phalle

La Papessa

Dimenticatevi dei borghi dalle architetture medievali, delle città turrite e dei capolavori rinascimentali. Al Giardino dei Tarocchi di Niki de Saint Phalle, in quel lembo di terra che è la Maremma, appena prima di varcare il confine con il Lazio, si trova una Toscana inedita, una Toscana che nessuno si aspetta.

Ribelle, cosmopolita, outsider del mondo dell’arte – motivo per il quale era tanto osteggiata dagli addetti ai lavori quanto apprezzata tra i profani – Niki de Saint Phalle ha fatto germogliare in questo parco un seme iberico innestatosi in lei dall’età di 25 anni.

Nell’iscrizione posta all’ingresso, oltre quel muro da lei voluto per separare il mondo della realtà dal mondo onirico, racconta infatti di come le sia venuta l’ispirazione durante un viaggio a Barcellona. Fin dal primissimo impatto, è impossibile non notare il tributo ad Antoni Gaudì e al suo Parc Guell ma, come accade con ogni allievo di talento, l’artista è riuscita a superare il Maestro…

Le 22 carte dei tarocchi, tema del giardino, sono rappresentate in altrettante statue immerse tra gli ulivi su una collinetta non lontana dal mare. I tarocchi (o arcani maggiori) hanno una tradizione antichissima alle spalle e, a partire da un significato generico, la loro lettura può assumere a seconda delle combinazioni sfumature diverse, mai del tutto positive o negative. Ecco perché l’artista non ha voluto che si effettuassero visite guidate nel parco, per lasciare liberi i visitatori nel percorso d’interpretazione.

La prima carta che si incontra nella piazza centrale è quella del Mago, intelligenza e gioco. Una scultura imponente dalla cui grande bocca aperta si srotola una cascata d’acqua a gradini terminante in una piscina (il richiamo più immediato qui è al Parco dei mostri di Bomarzo).

Al centro zampilla la Ruota della Fortuna, firmata da Jean Tinguely, marito dell’artista, così come quella collocata nel ventre della Giustizia – matrona bianca e nera sui cui seni è appoggiata una bilancia – o ancora quella in cima alla carta della Torre, simbolo secondo alcune letture di superbia (basti pensare alla torre di Babele).

La morte

Sul lato sinistro della piazza si trova la Papessa, una sfinge colorata, coronata e prosperosa all’interno della quale si sviluppa un appartamento interamente rivestito di specchi in cui ha abitato la stessa artista nel periodo dei lavori di costruzione del parco. Insieme al vicino igloo della Temperanza, adibito a cappella in memoria del marito, questo è l’ambiente più spettacolare che vedrete. È disorientante e avvolgente, spiazzante e penetrante. Pensare che l’artista abbia davvero potuto vivere in quelle stanze sembra incredibile…

Sparse qua e là nel giardino ci sono poi le piccole sculture e panchine su cui riposarsi o fermarsi a riflettere che alludono a figure mitiche e animali, in particolare serpenti (molto ricorrenti) e gatti in memoria dell’assistente dell’artista, Ricardo Menon.

Ai piedi della Torre si colloca la cittadella dell’Imperatore. È una costruzione circolare, dalle forme curve, ondeggianti, con un cortile aperto interno, sormontato da un loggiato e da una torretta, adornato da 22 colonne policrome, tutte diverse, decorate da tasselli, specchi, vetri, maschere e piastrelle. Qui l’unione tra essere umano e natura, vegetazione e architettura è completo. Si tratta della rappresentazione della mascolinità, del ruolo dell’uomo nella società, eppure è popolata soprattutto da figure femminili, come le quattro nanas della fontana caratteristiche dell’arte di Niki.

Un vero trionfo di colori, di gioia, di libertà. È l’espressione massima della potenza creativa dell’uomo, di cosa siamo in grado di produrre quando scegliamo di superare l’individualismo e cooperiamo (artisticamente in questo caso) dando vita a un’unica mente feconda.

il mago

Gli occhi sono frastornati dallo scintillio degli specchi colpiti dai raggi del sole, dai colori vivaci delle tessere dei mosaici, dalle linee ricurve che si mescolano a volti umani (tra cui un profilo di Niki) e sagome animali. Si viene risucchiati in una vera e propria centrifuga cromatica e sensoriale! Salendo sul loggiato si apre poi alla vista l’orizzonte e il mare e la distesa verde delle colline toscane, ed ecco allora sopraggiungere la sensazione di non voler essere in nessun altro luogo, di non voler tornare nel mondo che là fuori…

In questo ambiente, l’influenza gaudiana e gli echi del Parc Guell sono evidenti, meno in altre statue come il Papa (ricorda forse Picasso?), la Forza, il Profeta, la Luna e gli Innamorati. Isolate rispetto al gruppo sono le carte del Diavolo, del Mondo e del Matto.

Le carte sono collegate da sentieri e scalette in cemento: “state attenti” quindi a dove mettete piedi, come Alice nel Paese delle Meraviglie, i messaggi che l’artista voleva lasciarci in eredità sono anche qui, scritti in più lingue, insieme a numeri, disegni e pensieri sparsi.

La luna

Infine l’Albero della Vita (o l’Appeso), un tronco d’albero con serpenti al posto dei rami sulla cui superficie è narrata la storia dell’artista o parti di essa, riflessioni sulla società, sui tempi, sulla politica. Ed è tristemente sorprendente vedere come ciò che scriveva Niki più di vent’anni fa sia ancora calzante coi nostri giorni.

Questo è uno di quei casi in cui le parole non sono sufficienti a descrivere la bellezza, la ricchezza e la straordinarietà del luogo. Non potranno mai esserlo perché se, da un lato, si piega alla lettura personale del singolo visitatore, dall’altro – come sosteneva Niki – il Giardino è un’opera in continua evoluzione, nel tempo e nello spazio.

Al di là del significato che vorrete dargli, questo luogo sprigiona un’energia dirompente che non può che essere il concentrato dell’amore dell’artista per la sua creatura, la quale ha voluto proteggerlo anche dopo la sua morte dando vita alla Fondazione “Giardino dei Tarocchi”.

Rispettate il parco, sempre, le opere che lo compongono sono fragili!

Il Giardino è aperto tutti i giorni da Aprile a Ottobre, per conoscere gli orari e i giorni di apertura negli altri mesi è bene consultare il sito ufficiale ilgiardinodeitarocchi.it.

Testi e foto di Viaggiatrice Indipendente