“Ancestrale bisogno di te…
terra di tartan e whisky, terra che vissi d’estate,
terra che m’era familiare.
Son morbide le valli che mi inghiottono
e giaccio denudata d’ogni socialità
su pendii addormentati.
Coperta verde ove morire,
specchi d’acqua, e mormorii sommessi
tra Erica e Ginestre
mi culla incanto e favola.”
Isola di Sky
Non si potrebbe trovare sintesi migliore nelle parole di Ilaria Bonacchi che riesce, in pochi versi, a descrivere il fascino potente di una terra, la Scozia, incastonata tra acque, vallate e monti, nella caleidoscopica mutevolezza del suo cielo. Una terra da visitare con tutta calma, che sola permette di godere al meglio quanto ha da offrire.
Ripercorrendo a ritroso gli immensi paesaggi, dove nessun elemento di disturbo si pone tra il visitatore e la natura, si attraversano dolci vallate, e di nuovo specchi d’acqua e fiordi interrotti da incantevoli villaggi, castelli – ancora oggi abitati dai loro proprietari – per poi toccare le brulicanti città del sud: Glasgow, città industriale aperta al fascino dell’architettura contemporanea e Edimburgo, con i suoi antichi palazzi e la cittadella fortificata che la domina dall’alto.
Questo reportage attraverso le “alte terre” di Scozia inizia a Glasgow, città particolarmente vivace e ricca di gioventù per via della sua antica università, fondata nel XV secolo, nonché famosa per la sua vocazione ingegneristico-navale. È da qui che si parte verso il solitario Nord del paese, il cui fascino unico ci farà presto dimenticare il caos cittadino.
Prima tappa è il lago di Lochmond che, geograficamente parlando, si trova ancora nelle Lowlands, ma da cui già si inizia a respirare a pieno titolo quelle che saranno le atmosfere più autentiche delle Highlands. Il Lochmond è anche il più vasto dei laghi inglesi e costituisce parte integrante del The Trossachs National Park creato nel 2002 che, di laghi, ne conta ben 22!
Da Lochmond, nella cui area si trovano – neanche a dirlo – innumerevoli castelli, un must è la visita di quello di Loch Fyne nei pressi dell’omonimo lago. Oltre all’eleganza delle sue forme architettoniche, questo castello è noto per essere stato il set di una una delle puntate della pluripremiata serie televisiva inglese Downtown Abbey. Nel castello, ancora abitato dal Clan, come nella maggior parte dei castelli scozzesi si respira un’aria di altri tempi e già ci si sente parte integrante dell’atmosfera scozzese più autentica.
Cattedrale di Elgin
Lasciato Loch Fyne, ci si immerge nella spettacolare quanto esuberante valle di Glencloe, uno scenario davvero esaltante che merita solo di essere ammirato, piuttosto che descritto. Raggiunta la costa ci si imbarca per le Ebridi di cui l’isola di Skye è senza dubbio tra le più belle e più visitate dell’arcipelago con le sue alte scogliere e i caratteristici paesi di pescatori. Percorrendo le strette strade dell’isola, ci si ritrova nuovamente immersi tra paesaggi dove l’acqua costituisce il leit motiv: un’isola caratterizzata da fiordi dove non è difficile confondere la terra ferma con l’isola stessa e con le altre isole limitrofe. Un caos paesaggistico in cui i “profani” si lasciano cullare dagli incredibili scenari che si offrono alla vista. Accanto all’isola di Mull, altro luogo molto battuto dai turisti, si trova una perla assoluta: la minuscola isola di Iona, dove un antichissimo monastero, fondato nel VI secolo dall’irlandese San Columba, si staglia attorniato da verdissimi prati e acque incredibilmente cristalline.
Tornati sulla terra ferma – se di terra ferma si tratta, perché non si comprende mai bene, attraversando le Highlands, se ci si trovi nei pressi di un lago, di un’isola o lungo la costa di un fiordo – si prosegue verso nord tra paesaggi che nel mese di luglio si rivestono di viola grazie alla fioritura dell’erica. Una sosta d’obbligo è il castello di Eilean Donan, altra mitica location, nota per la sua selvaggia bellezza e per essere stata uno dei set del film, non è un caso, Highlander (1986).
Nell’avvicinarsi sempre più verso l’estremo nord della Scozia, si rimane incantati da alcuni scenari dominati dalla tavolozza di sfumature create, nei fiordi, dall’acqua e dalle lingue di sabbia bianca che in essa si insinuano… Effetti pittorici come creati dall’invisibile mano di un pittore.
Franco Bruni