“Ben venga maggio” scriveva l’umanista Poliziano in una popolare ballata, inneggiando alla rinascita della natura e alle feste che nel mese fiorito animavano Firenze durante il secondo Quattrocento. E, in un modo o nell’altro, tutte queste celebrazioni non si sono mai interrotte. Anzi, hanno trovato la loro somma realizzazione nel Maggio Musicale, la manifestazione artistica fiorentina che ha raccolto la grande eredità medievale della città e ne ha fatto un festival di altissimo pregio.
Con l’arrivo della bella stagione, riparte dunque la LXXXII edizione della rassegna, intitolata “Potere e Virtù” e contrassegnata da un cartellone variegato e accattivante. Il via alle danze lo darà il “Lear” del tedesco Aribert Reimann, basato sulla tragedia shakespeariana “King’s Lear”. Un’opera del 1978 dagli esasperati toni drammatici che sarà rappresentata dal 2 al 9 maggio al teatro del Maggio Fiorentino, diretta da Fabio Luisi. Dagli sperimentalismi degli anni ’70, il testimone passerà al melodramma ottocentesco di Vincenzo Bellini “La straniera”, in scena per tre repliche.
Ma non finisce qui, perché la maratona operistica quest’anno non si fa mancare proprio nulla portando a teatro un’opera commissionata proprio per questa edizione del festival, interpretata in prima assoluta il 25 maggio al Teatro Goldoni. Si tratta de “Le leggi fondamentali della stupidità umana” di Vittorio Montalti, ispirata al testo di Carlo M. Cipolla la quale sembra fare da contrappeso all’arcinoto capolavoro mozartiano “Le nozze di Figaro” (15-21 giugno). Ed è qui che, come ha sottolineato il Sovrintendente della Fondazione del Maggio Musicale Fiorentino, Cristiano Chiarot, si può riscontrare l’impegno profuso nel voler offrire al pubblico una chiave di lettura rinnovata su temi e opere da sempre presentati attraverso lo sguardo maschile. La regia e la direzione orchestrale di questa, così come delle altre due opere di Mozart in calendario per il 2020, saranno infatti affidate a delle donne, da Sonia Bergamasco a Nikola Raab. Solo così, con occhi nuovi, a partire da ciò che si vede sulla scena, si può riflettere su temi all’ordine del giorno, come la violenza sulle donne. Chiudono infine il palinsesto operistico gli “Intermedi della Pellegrina”, allestiti nella Grotta del Buontalenti del Giardino di Boboli.
Tra gli ospiti più attesi di certo vanno ricordati i Maestri Zubin Mehta, direttore onorario dell’Orchestra del Maggio, e Riccardo Muti, che salirà sul podio martedì 28 maggio. Imperdibile l’omaggio a Leonardo da Vinci nell’anno del cinquecentenario della sua morte, i concerti di musica da camera, le serate dedicate al recital e poi le performance della “Martha Graham Dance Company”, a giugno, e gli spazi riservati alla musica contemporanea. Accanto a questi incontri, si snoda inoltre una serie di eventi quali conferenze, guide all’ascolto, spettacoli per le scuole e concerti domenicali per le famiglie.
Del Maggio Musicale Fiorentino e della sua importanza ne abbiamo parlato con Pierangelo Conte, Coordinatore artistico dell’evento. Il Maestro ci ha idealmente aperto il sipario sulla kermesse musicale che animerà la città in questo scorcio di primavera, portandoci direttamente sul palco fiorentino.
Pierangelo Conte, Coordinatore Artistico del Maggio Musicale Fiorentino.
Maestro, siamo giunti ormai all’82esima edizione del Maggio Musicale Fiorentino. Un evento che, possiamo dirlo, è diventato quasi un’istituzione nel territorio toscano, e non solo.
È il fiore all’occhiello della nostra attività, il punto di maggior importanza che il Maggio Fiorentino propone ed è un focus importante per quella che è l’offerta del festival. Abbiamo opere, balletti, concerti, conferenze, collaborazioni con le più prestigiose associazioni culturali della città. È un festival dalla rilevanza internazionale.
Firenze è storicamente uno dei maggiori centri d’arte d’Italia. La musica non poteva esimersi dall’avere un ruolo di spicco per la città. Che significato ha questo evento per Firenze? L’intenzione, fortemente voluta dal nostro Presidente e dal Sindaco, è quella di dar vita ad un festival della città. Vuole essere il festival di Firenze, e con lei di tutte le principali istituzioni culturali fiorentine. Il festival interessa tutta la città e alcune date sono anche state programmate in altri centri della Regione. Abbiamo coinvolto l’Università, l’Accademia delle Belle Arti, la Fondazione Franco Zeffirelli, il Conservatorio, sono circa una settantina le collaborazioni con istituzioni cittadine per un ventaglio di eventi che spaziano dal ‘600 sino alla musica dei giorni nostri.
Non solo musica classica infatti, trova spazio anche quella contemporanea.
Una vocazione del festival è sempre stata quella di prestare particolare attenzione al contemporaneo. È una delle sue caratteristiche fondamentali, essere una finestra sulla musica del presente. In più c’è la volontà da parte nostra di far incontrare le partiture del passato con quelle più recenti, e quindi in questo senso in una città come Firenze, fortemente connotata dal punto di vista musicale, questa intenzione è molto apprezzata. Spaziamo in 5 secoli di storia cercando di far incontrare le diverse epoche.
Opera di Firenze. Concerto del maestro Fabio Lusi con orchestra e coro del maggio fiorentino.
Quest’anno ricorre il cinquecentenario della morte di Leonardo. Anche il Maggio Musicale Fiorentino ha riservato spazio, ed eventi, al genio vinciano…
Sia nella giornata inaugurale che nel proseguo del festival abbiamo pensato a Leonardo. Lo ricorderemo in appuntamenti sia in veste contemporanea, che in eventi con protagonista la musica che si componeva, e ascoltava, nella sua epoca. Assieme al Gruppo di Musica Antica del Maggio Musicale Fiorentino faremo un concerto, a Vinci, il 5 maggio, e in questo concerto Leonardo verrà rievocato attraverso le musiche del suo tempo.
Cosa vuole dire per invitare le persone a partecipare a questa, ormai storica, rassegna musicale? Innanzitutto vorrei invitare il pubblico a venire a trovarci nei luoghi del festival perché verranno messi in scena tutti eventi di grandissima qualità, di grandissimo interesse. Ci sarà la possibilità di ascoltare e ammirare allestimenti mai visti in Italia come il Re Lear di Reimann, eseguito nella giornata inaugurale. Saranno tantissimi i concerti con alcuni dei più grandi direttori del mondo. Proponiamo una variegata offerta di alto livello con esponenti di spicco della musica internazionale.
Insomma, a Firenze sanno davvero come aprire le porte alla primavera, rispettando la tradizione secolare tanto intima nella storia della città ma rinnovandola con grande attenzione al pluralismo dei generi. E che sia allora benvenuta la bella stagione e bentornato Maggio Musicale.
Beatrice Vecchiarelli