Nella splendida cornice romana del seicentesco Oratorio del Gonfalone, il concerto tenutosi l’11 aprile 2019 ha visto esibirsi l’Ensemble Mare Nostrum, diretto da Andrea De Carlo, in un programma alquanto intrigante, ispirato al “canto di Roma”. Un itinerario che ripercorrendo la storia della musica dal Medioevo al XX secolo ha posto come leit motiv, appunto, l’aspetto linguistico legato alla lingua italiana e, non da meno, al dialetto romanesco.
Se l’incontro tra antico e moderno poteva risultare poco ortodosso, in verità all’ascolto di brani come quelli proposti nel corso del concerto, ci si è resi conto di come l’approccio vocale e l’uso della lingua italiana, ovvero del dialetto, possano abbattere le barriere cronologiche. Sicuramente un fattore importante è dato dall’interpretazione che si è voluta dare a questi brani, con un’insistenza marcata sul gioco verbale, in taluni casi, e al senso teatrale con il quale il baritono Furio Zanasi ha eseguito egregiamente questi brani.
Iniziando dall’anonimo Oh Roma nobilis dell’XI secolo, canto di grande intensità, il programma ha proseguito con altri tre anonimi del XV e XVI secolo dove è emersa tutta la verve ritmico-verbale, quasi di rossiniana memoria, come nel brano Mosca e Mora, ovvero le licenziosità de La finta monachella. Passando dai toni moralistici del bellissimo Vanità di vanità su testo di San Filippo Neri, a momenti più aulici quale il personaggio del Tempo dalla Rappresentazione di Anima et di Corpo di Emilio de’ Cavalieri (1550-1662), al soavissimo Occhi belli, occhi neri di Marco Marazzoli (prima metà del XVII sec.), passando per Stefano Landi (1587-1639), il programma ha proposto anche uno dei più noti compositori d’oratori attivo a Roma nel Seicento, Alessandro Stradella, di cui si è ascoltata l’aria E’ si bella la luce del dì, tratta dall’oratorio San Giovanni Crisostomo.
Pur cambiando generi, stili e atmosfere, la bella voce di Furio Zanasi, dal timbro piuttosto “baritenorile”, si è prestata brillantemente sia nei toni più languidi e patetici, come nell’anonimo Arsi per voi (XVI sec.) sia nei brani dove a dominare è la vena più comica e popolaresca. Sicuramente ha dato il meglio di sé nelle quattro celebri canzoni romanesche (XIX-XX secc.), dove il baritono ha sfoggiato una interpretazione ricca di sensibilità e sfumature.
Oltre a Furio Zanasi, l’Ensemble Mare Nostrum, diretto dal violista da gamba Andrea de Carlo, si è avvalso della presenza del tiorbista/chitarrista Simone Vallerotonda – una eccellenza nel campo della musica antica – come anche della clavicembalista Lucia Adelaide Di Nicola: un organico, in questo caso, intimista e raccolto, atto a creare la giusta atmosfera e a dare risalto al canto.
Franco Bruni