Girando per le cantine, parlando con i produttori, calpestando le vigne, si ha idea che il vino non è solo mora di rovo, cuoio russo, tamarindo e sbuffi minerali. C’è spesso un lavoro artigianale dietro, c’è passione, c’è l’alzarsi la mattina e pregare che non grandini, ci sono le mani callose, c’è il profumo della terra e c’è il lavoro di un team di persone che hanno fatto del vino la loro vita.
Come comunicare questa realtà a chi beve un “semplice” bicchiere di vino? Difficile riuscire a trasmettere tutti questi valori solamente tramite un calice, o una bottiglia, di vino. Meno difficile venire a contatto con la realtà vinicola in uno degli eventi di settore a livello internazionale: Vinitaly. Il salone raccoglie produttori, importatori, distributori, ristoratori, tecnici, giornalisti e opinion leader. L’esperienza di Vinitaly è a tutto tondo: oltre alle aree espositive dedicate ai produttori di vino, infatti, il salone si compone di workshop, buyers club e aree espositive speciali per promuovere il Made in Italy e far conoscere sul mercato le aziende emergenti.
Dopo più di cinquanta edizioni Vinitaly ha raggiunto i 95.000 metri quadrati di esposizione, contando più di 4.000 espositori l’anno e registrando circa 150.000 visitatori per edizione. Vinitaly nel 2019 festeggia i 53 anni ampliandosi e rinnovando il proprio patto di fedeltà con tutto il settore vitivinicolo, e non solo. In ogni edizione vengono organizzati concorsi e premi internazionali come il “Concorso Enologico l’Internazionale”, l’“International Packaging Competition” e il “Premio Internazionale Vinitaly” che assieme all’ “International Wine and Spirit Competition” promuove la divulgazione della cultura del vino nel mondo.
Vinitaly and the City
Il fuori salone del vino è un appuntamento fisso dell’agenda dei wine lover. Quattro giorni di degustazioni dei migliori vini italiani e internazionali in abbinamento a specialità street food gourmet. Vino, cultura, incontri e spettacolo per un’esperienza unica nelle piazze e nei luoghi più suggestivi di Verona – tra i quali Piazze dei Signori, Cortile Mercato Vecchio, Piazza San Zeno, l’Arsenale, Palazzo Carli –, una delle poche città al mondo ad avere il proprio centro storico interamente dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Vinitaly & the City, che coinvolge anche alcuni luoghi suggestivi della provincia veronese (Bardolino, Valeggio sul Mincio e Soave), diventa sempre più una grande opportunità per far incontrare i giovani wine lover e farli crescere come consumatori consapevoli.
La parola ai numeri
Lo riferisce l’anticipazione della ricerca effettuata dall’istituto di ricerca IRI in esclusiva per Vinitaly 2019: il mercato del vino italiano nella grande distribuzione ha registrato una flessione nel 2018, ma si prevede una ripresa nel 2019. I dati relativi alle vendite nei mesi di gennaio e febbraio 2019, infatti, vedono i vini a denominazione d’origine aumentare del 5,3% (bottiglia da 0,75), mentre il totale del vino confezionato cresce dell’1,7% (a volume).
Nella grande distribuzione si sono venduti nel 2018 più di 619 milioni di litri di vino italiano per un valore di 1 miliardo e 902 milioni di euro. Tra i vini più venduti ai primi posti della classifica nazionale si trovano Lambrusco e Chianti, con buone performance di Montepulciano d’Abruzzo, Muller Thurgau, Gutturnio e Primitivo. Nella speciale classifica dei vini “emergenti”, cioè a maggior tasso di crescita, va sottolineato l’exploit del Lugana, un bianco doc prodotto soprattutto nelle provincie di Brescia e Verona, che conquista il primo posto con un aumento a volume del 22,1% nel 2018 (e a valore del 24,2%). Crescono in modo rilevante Passerina e Ribolla ed entrano tra i top 15 Grignolino, Cerasuolo, Refosco e Aglianico.
Aumentano le vendite degli spumanti che crescono del 2,1% a volume, mentre i vini Doc e Docg chiudono a – 0,7%, con un prezzo medio di 4,74 euro al litro. I vini Igt perdono il 2,4% ed i vini generici l’8,9% (a volume, bottiglia 0,75). Il dato complessivo del vino confezionato (che comprende il brik, il bag in box e altro) vede una flessione del 4,4% a volume, ma un aumento a valore del 2,9%. Aumentano sensibilmente vini e spumanti biologici, rispettivamente del 18% e dell’11,8%, ma le vendite nei supermercati sono ancora limitate a circa 5 milioni di litri l’anno. Per quanto riguarda i formati, cala ancora il brik col – 5,6%, mentre continua a crescere il bag in box col +10,3% (a volume).
“Da anni cantine e catene distributive portano avanti la scommessa sul valore – spiega Virgilio Romano, Business Insight Director di IRI – per dare la giusta rilevanza alla grande offerta di uve presenti in Italia. E questo significa lavorare sulla qualità, sui disciplinari delle denominazioni d’origine, ridurre le promozioni e definire i prezzi più appropriati”.
La ricerca completa dell’IRI verrà presentata a Vinitaly lunedì 8 aprile nel corso della tradizionale tavola rotonda organizzata da Veronafiere, con la partecipazione di cantine e catene distributive.
La Toscana dei “super-wine”
Sassicaia 2015
Il portale inglese Wine-Lister misura la forza dei marchi di vino valutando la frequenza con cui sono ricercati su Wine-Searcher e la loro presenza nella lista dei vini dei ristoranti stellati. Il risultato è il ranking “Brand Score” per ogni paese. Nell’ultima edizione italiana le prime cinque posizioni della classifica sono occupate da altrettanti vini toscani iconici: Sassicaia, Tignanello, Ornellaia, Solaia e Massetto.
La medaglia d’oro va alla Tenuta San Guido Sassicaia, con 998 punti su 1000, che è anche la numero 1 dei “Top 100” di “Wine Spectator” con l’annata 2015, e che ha ricevuto un punteggio di 100/100 per l’annata 2016 di ‘The Wine Advocate’. Il secondo posto è di Antinori Tignanello, con 995 punti, il primo Sangiovese ad essere affinato in barrique, e il primo moderno vino rosso miscelato con varietà non tradizionali, come il Cabernet Sauvignon e il Cabernet Franc. Sul gradino più basso del podio c’è Ornellaia, un altro giocatore importante nel mercato del vino di lusso con 991 punti. Seguono Solaia, un’altra etichetta leader di Antinori, con 988 punti, e Masseto, un vino che domina, tra gli italiani, nelle aste internazionali. Oltre ai cinque super vini toscani nelle 10 migliori marche di Wine-Lister ci sono cinque importanti vini piemontesi. Al numero 6 della classifica, infatti, c’è Gaja Barbaresco, con 975 punti, davanti a Giacomo Conterno Barolo Monfortino Riserva, al numero 7 con 969 punti. In ottava posizione, c’è un altro pezzo di storia dell’enologia delle Langhe, Bartolo Mascarello Barolo con 962 punti, seguito da Giacomo Conterno Barolo Cascina Francia con 955 punti. L’ultima posizione della top 10 è occupata da due grandi vini, entrambi con 954 punti, Gaja Barolo Sperss e Fontodi Flaccianello della Pieve, ancora una volta un vino toscano.