Si chiama “The art of Banksy. A visual protest” e si tratta della prima raccolta personale in un museo pubblico dei lavori del provocatorio artista britannico. Un’esposizione di oltre settanta opere tra video, sculture, dipinti e fotografie che fino al prossimo 24 marzo, salvo eventuali proroghe, sarà visitabile presso il MUDEC di Milano. L’esposizione, non autorizzata dal writer, è stata curata da Gianni Mercurio ed è articolata in 4 sezioni. Un percorso critico sul suo messaggio, la sua collocazione nel panorama artistico contemporaneo e le sue modalità espressive. Sono passate in rassegna tutte le tecniche da lui utilizzate: dalla pittura su parete attraverso gli ironici murales sparsi in tutto il mondo, allo stencil, che lo ha incoronato re della street art.
Banksy è un personaggio leggendario, avvolto da un alone di mistero, del quale ancora si conosce molto poco, se non che sia originario di Bristol. Sono state formulate delle congetture sulla sua identità, secondo alcuni si tratterebbe di un membro dei Massive Attack, band britannica formatasi negli anni ‘80, secondo altri invece di un collettivo di artisti operanti sotto lo stesso nome. Altri ancora hanno ipotizzato che si tratti invece di una donna. Ad oggi però non si può ancora dire con certezza chi si celi dietro questo nome e ciò non fa altro che alimentarne la fama.
All’inizio di ottobre, l’artista è tornato a far parlare di sé con una performance tra le più memorabili e indicative del suo stile. Durante un’asta di Sotheby’s a Londra, per l’appunto, non appena il banditore ha sancito la vendita del suo quadro “Ragazza con palloncino”, a una cifra che supera il milione di sterline, sfiorando il suo record personale, un tritacarte attivato da remoto e inserito nella cornice anni prima ha ridotto la tela in strisce. Lo stesso Banksy ha rivendicato l’accaduto sul suo profilo Instagram, postando un video accompagnato da una semplice frase: “Anche l’urgenza di distruggere è un’urgenza creativa”. Un’altra delle sue trovate geniali andata a segno.
La mostra milanese è dunque un’occasione unica per scoprire l’opera e l’autore, le contraddizioni della nostra epoca e il destino dell’arte contemporanea.
Fino al 24 marzo
Beatrice Vecchiarelli