Se siete stati adolescenti negli anni Novanta, il vostro immaginario rispetto alla figura della bad girl si è plasmato intorno al personaggio di Jen Lindley, la sedicenne newyorkese che irrompeva come un uragano nella cittadina provinciale di Capeside, mettendo sottosopra l’esistenza del placido sognatore Dawson Leery. Da allora, ne è passata di acqua sotto ai ponti: sono arrivati i social network e il modo di comunicare e di relazionarsi dei più giovani si è modificato così radicalmente da farci apparire oggi la ribellione e la spregiudicatezza di Jen eccitanti quanto una camomilla prima di andare a dormire. Se è vero che i racconti di fiction spesso sono un fedele specchio della realtà contemporanea, possiamo dire che negli ultimi vent’anni i cosiddetti teen drama hanno assunto tinte via via sempre più fosche, squarciando un velo su una gioventù alla deriva, alle prese con problematiche che impensierirebbero il più scafato degli adulti.
Basti pensare a serie come “13”, “Riverdale” o “Elite”, solo per citare le più recenti produzioni del colosso dello streaming Netflix, in cui bullismo, suicidi, omicidi, sesso e droga attanagliano le vite dei giovanissimi protagonisti. Il torbido permea anche la trama di “Baby”, la nuova serie originale italiana di Netflix prodotta da Fabula Pictures, al debutto su Netflix in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo dal prossimo 30 novembre. In questo nuovo progetto, diretto da Andrea De Sica, figlio del compositore Manuel e del grande regista Vittorio, e Anna Negri, vengono raccontate in 6 episodi le vite segrete di alcuni adolescenti romani, romanzando un caso salito alle cronache qualche anno fa e ricordato come lo scandalo delle “baby-squillo” dei Parioli. Una storia senz’altro potente, visto il coinvolgimento di ragazzine di buona famiglia, diventate dark lolite e introdotte in un giro di prostituzione minorile, all’interno di uno dei quartieri più altolocati della capitale. La serie si ispira molto liberamente ai crudi fatti di cronaca giudiziaria e li amplia, dando loro un respiro più poetico e narrativo: “Baby” è una delle produzioni più attese dell’anno in Italia e analizza le variegate esperienze dei teenager italiani tramite lo stile coraggioso e originale dei GRAMS, un nuovo collettivo di scrittori composto da cinque giovani autori, Antonio Le Fosse, Eleonora Trucchi, Marco Raspanti, Giacomo Mazzariol e Re Salvador. Gli scrittori Isabella Aguilar e Giacomo Durzi si sono aggregati per contribuire, con la loro visione, ad arricchire il racconto della vicenda. La pulsione drammatica che muove l’agire di tutti i personaggi è senza dubbio una fame disperata di amore, sia gli adulti che i ragazzi non possono sottrarvisi e dunque gli episodi si dipanano con il ritmo intenso di una favola dark, in cui ciascuno si muove come in un viaggio alla scoperta delle parti più inconfessabili di sé, come angeli caduti che anelano il paradiso ma vagano nei recessi dell’inferno.
Chiara (Benedetta Porcaroli) è una ragazza che si sente incompleta e inquieta, alla ricerca della sua vocazione. Ludovica (Alice Pagani) invece è un’anticonformista che non vuole sottostare alle regole del senso comune. Di fronte ai coetanei che la discriminano e la insultano cerca di apparire forte e sicura. Un segreto condiviso le trasforma in complici perfette e all’inizio il loro sodalizio sembra inossidabile. Poi c’è Damiano (Riccardo Mandolini), nato e cresciuto nella periferia di Roma, costretto a trasferirsi con i genitori nel quartiere snob della città per eccellenza, i Parioli. Fabio (Brando Pacitto) invece è il figlio del preside del liceo, un uomo severo che si comporta in casa rigidamente proprio come a scuola. Le feste in ville di lusso sono all’ordine del giorno per gli adolescenti pariolini e occasioni ghiotte per parlare male degli altri, farsi notare e conquistare la popolarità a qualunque costo. Del mondo adulto, conosciamo Monica (Claudia Pandolfi), ex grande atleta, sposata con il padre di Damiano, Khalid (Mehdi’ Nebbou), e insegnante nel prestigioso Liceo Collodi, a guida della migliore squadra di atletica di Roma. Ludovica ha un rapporto simbiotico con la madre (Isabella Ferrari), ma non sopporta la sua insicurezza e la sua disperata ricerca di avere un uomo accanto, tanto che i loro ruoli spesso si invertono. Nelle vite di Chiara e Ludovica irrompe Saverio (Paolo Calabresi), proprietario di un night club, insieme al suo braccio destro Fiore (Giuseppe Maggio): i due lusingano le ragazze blandendole con complimenti e atteggiandosi a padri protettivi, instaurando con loro un rapporto ambivalente di fiducia e paura. Nel cast figurano anche gli attori Mirko Trovato, Galtea Ranzi, Massimo Poggio, Lorenzo Zurzolo.
Non abbiamo certo a che fare con la solita serie italiana impregnata di peloso moralismo: “Baby” vuole essere uno spaccato sincero del mondo adolescenziale italiano e raccontare gli anni più critici della crescita tramite lo sguardo delle protagoniste e dei loro amici. A movimentare la scena, un profluvio di serate mondane, appuntamenti al buio e soldi facili. Da questa serie potete davvero aspettarvi di tutto, d’altro canto, come dice la canzone del trailer, “Girls just want to have fun”.
Elisabetta Pasca