Sono 36 quest’anno le candeline sulla torta del Torino Film Festival (TFF). Anche l’edizione del 2018, in programma dal 23 novembre al 1 dicembre, promette di non deludere i fan di uno dei principali festival cinematografici italiani.
Nata nel 1982 come Festival Internazionale Cinema Giovani (sarà nel 1997 che assumerà il nome che ha ora), la rassegna è dedicata soprattutto al cinema indipendente. Il programma del festival si compone ogni anno di un equilibrato mix di cinema d’autore, cinema di genere, panoramiche su cinematografie straniere e produzioni video. A fianco della promozione del nuovo cinema internazionale, inoltre, trovano posto una serie di retrospettive interessanti che offrono indicazioni di valore che aiutano lo spettatore alla formazione di una coscienza critica sul cinema come fenomeno di cultura, espressione artistica e mezzo di comunicazione di massa.
Ma è soprattutto lo spettatore l’elemento da sempre posto al centro della kermesse. Sin dai suoi esordi, scopo della manifestazione non era quello di animare le serate di bassa stagione di una località turistica né di proporsi come luogo di incontro tra addetti ai lavori: piuttosto, l’obiettivo è stato sempre quello di rispondere alla diffusa domanda culturale di una grande città come Torino. Far convivere una proposta culturale di qualità con l’esperienza urbana è l’elemento che davvero contraddistingue questo festival, che per questo motivo ha da subito creato un fortissimo legame con il proprio pubblico.
Tra le iniziative più attese nell’edizione di quest’anno vi è sicuramente la giornata omaggio che l’evento dedicherà a un grande regista come Ermanno Olmi, dal titolo “Lunga Vita a Ermanno Olmi!”. Un’intera giornata in cui saranno proposti film, documentari, materiali rari o inediti, incontri con ospiti speciali, testimonianze di collaboratori, allievi e ammiratori eccellenti e molte altre iniziative, per ricordare l’attualità e la vitalità di uno dei maestri del cinema moderno che continua a porsi come esempio per il rigore morale e la perfezione formale. Ad accompagnare le proiezioni e gli ospiti della giornata sarà un amico e storico collaboratore di Olmi, il regista Maurizio Zaccaro.
Come film di chiusura, la manifestazione proporrà la nuova opera di Nanni Moretti “Santiago, Italia”. Il film-documentario racconta, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali dell’epoca, i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973 che pose fine al governo democratico di Salvador Allende, e si concentra in particolare sul ruolo svolto dall’ambasciata italiana a Santiago, che diede rifugio a centinaia di oppositori del regime del generale Pinochet, consentendo poi loro di raggiungere l’Italia. Il film uscirà al cinema giovedì 6 dicembre.
Anche le retrospettive del Torino Film Festival di quest’anno sono di grande prestigio: sono dedicate infatti a Powell & Pressburger e Jean Eustache. Due generazioni, due stili, due immaginari che paiono agli antipodi: da una parte il sogno, la bizzarria, l’avventura e l’incubo nelle visioni dell’inglese Michael Powell (regista e produttore) e dell’ungherese Emeric Pressburger (scrittore); dall’altra vi è invece quella dura, scavata, morale, quasi “entomologica” di un cineasta come Jean Eustache, “fratello minore” della Nouvelle Vague.
Un programma che promette di non deludere. Già il manifesto dell’evento ha ottenuto enormi consensi: è infatti dedicato a una delle grandi dive del ventesimo secolo, Rita Hayworth. L’immagine utilizzata, con tanto di dedica, è tratta da ***“***Non sei mai stata così bella”, il suo secondo film interpretato insieme a Fred Astaire, diretto nel 1942 da William A. Seiter.
«La ragazza che sapeva essere una commediante più che l’icona sexy la cui foto fu appiccicata sulla bomba sganciata sull’Atollo Bikini – ha commentato Emanuela Martini, direttore artistico del festival – Senza dimenticare Gilda, è soprattutto a questa Rita che il Torino Film Festival rende omaggio nell’anno del centenario della sua nascita».
Lucia Mancini