Ha diviso, e non poteva non farlo, il film su Stefano Cucchi con protagonista Alessandro Borghi. “Sulla mia pelle“, che ritrae gli ultimi giorni del ragazzo romano morto nel 2009, è stato accolto da molti applausi al Festival di Venezia, ma ha anche scatenato critiche da parte dei sindacati di polizia e carabinieri.
Stefano Cucchi, morto il 22 ottobre in custodia cautelare dopo essere stato arrestato per spaccio di droga, è impersonato nella pellicola da Alessandro Borghi (tra i protagonisti della serie tv Suburra) affiancato da Jasmine Trinca, nel film Ilaria, la sorella del ragazzo romano.
La vicenda Cucchi è una ferita ancora aperta e, a quasi 10 anni di distanza, continua a creare dibattito e a alimentare discussioni e polemiche. Una vicenda sicuramente controversa a livello sociale e giudiziario, ancora oggetto di indagini e al centro di un processo che pare ben lontano dall’emettere una sentenza.
Come detto il film su questa storia ha creato dissenso da parte dei rappresentanti delle divise, tanto che il Cocer (organo di rappresentanza dei Carabinieri) ha emesso una nota in cui critica la produzione e la realizzazione del film (che avrebbe ricevuto fondi da parte dello Stato). “Ci sarebbe da indignarsi se si accertasse che lo stesso è stato prodotto con il contributo dello Stato” recita il comunicato, che continua “infatti apparirerebbe alquanto strano che, con un processo ancora in corso per appurare la verità, organi dello Stato abbiano finanziato un film che sposta in una sala cinematografica un processo che proceduralmente, in uno Stato di diritto, andrebbe svolto in un’aula di Tribunale”.
Sulla scia del comunicato del Cocer anche Franco Maccari, Presidente nazionale di Fsp Polizia di Stato: “È impossibile contenere o sdegno per l’ennesima storia di ordinaria criminalizzazione di chi veste una divisa. A quando un film sul carabiniere Giangrande ferito a Palazzo Chigi? O sui poliziotti uccisi dal terrorismo rosso? A quando un film, pagato dallo Stato, sugli eroi in divisa? Basta con le gogne, le piaghe e le cicatrici che tanti appartenenti alle Forze dell’Ordine portano a vita sulla loro pelle”.
Alla 75esima edizione del Festival del Cinema di Venezia la pellicola è stata però accolta da scroscianti applausi. Borghi e Trinca hanno ricevuto i complimenti per la loro interpretazione e il regista Alessio Cremonini ha spiegato come sia nato il film: “Abbiamo studiato diecimila pagine di verbali. Lo abbiamo fatto con grande umiltà e senso francescano cercando di capire senza pregiudizi. Abbiamo cercato di capire – ha aggiunto – lo stato d’animo di una persona leggendolo da un verbale o ascoltando una fredda testimonianza”.
Alessandro Borghi, durante la conferenza stampa di presentazione del film, ha invece rivelato: “La cosa più difficile è stato perdere 18 chili, mentre la più bella quella di aver ricevuto una telefonata da Ilaria, sorella di Cucchi, che mi ha detto:’ sei uguale a lui’”. Non c’è nulla di inventato nel film su Cucchi: “Tutto ciò che viene raccontato di Stefano è documentato – ha proseguito l’attore – ci sono state dette da persone che lo conoscevano.”
La pellicola uscirà il prossimo 12 settembre sia al cinema che su Netflix.