Tra uno spezzone di Pulp Fiction ed una clip di Chinatown, tra una battuta di Paul Newman in Hoosiers ed i pugni di De Niro in Toro Scatenato. Phil Jackson, storico coach di basket e nella Hall of Fame della Nba, è stato ospite alla Festa del Cinema di Roma e nel suo intervento ha mescolato basket e film, spiegando come la settima arte lo abbia aiutato a motivare i suoi giocatori negli spogliatoi prima delle partite.
Coach Jakson, 2,03 metri d’altezza e 13 campionati Nba vinti (2 da giocatore, 11 da tecnico), sabato ha presentato al pubblico che assisteva al suo intervento vari spezzoni di film da lui personalmente scelti per mostrare come in uno sport come il basket ci vogliano virtù e valori spesso mostrati sul grande schermo. Ecco allora che il Jacke La Motta di De Niro incarna la forza e la determinazione che non sostengono solamente uno sportivo, ma qualsiasi persona, il Gene Hackman coach in Hoosiers instaura con i giocatori un’empatia decisiva ad alti livelli, costruendo nel pre partita una situazione in cui si inietta una forte auto consapevolezza in quelli che andranno in campo.
Coach Jackson si è specializzato nella tecnica di taglio e montaggio video per mostrare ai suoi campioni (tra i quali si annovera gente come Michael Jordan e Kobe Bryant) i valori che ci vogliono per giungere a grandi traguardi, per motivare i giocatori a dare sempre tutto sul parquet.
“Ho usato scene tratte dal Mago di Oz per mostrare ai miei giocatori per infondere ai miei giocatori una precisa mentalità: cioè che Cuore, Cervello e Coraggio sono le virtù fondamentali per affrontare i più grandi avversari” ha detto il coach durante l’intervento di Roma.
Phil Jackson ha reinventato nel corso della sua carriera il ruolo dell’allenatore, ricorrendo a pratiche come la meditazione e la psicologia motivazionale, sfruttando elementi come le tradizioni dei nativi americani o la filosofia per far emergere il meglio dai suoi giocatori, nell’ottica di costruire squadre compatte e orientate al risultato.
Film, basket e psicologia, ma anche un’analisi sulla società contemporanea sempre frettolosa, digitale ed impersonale. “Ormai l’Iphone ci accompagna in tutte le fasi della vita quindi è importante spiegare come sia fondamentale staccarsi dalle distrazioni per recuperare il rapporto con noi stessi. Secondo me la forza più grande di ognuno di noi è il modo in cui la singola persona riesce ad essere riflessiva “, una lezione più che un monito che Phil Jackson non solo ha dato ai più grandi cestisti della terra ma che è un insegnamento destinato a tutti noi.