Dopo l’ampio progetto dedicato alle Sinfonie proposto circa un anno fa, Daniele Gatti continua l’approfondimento della musica di Schumann nella Stagione Sinfonica dell’Accademia di Santa Cecilia (Auditorium Parco della Musica di Roma, 9, 10 e 11 febbraio) con Il Paradiso e la Peri, Oratorio profano per Soli, Coro e Orchestra. Composizione di rara esecuzione ascoltata l’ultima volta nella stagione di Santa Cecilia nel 2003, sotto la direzione di Wolfgang Sawallisch. La storia, è tratta dalla novella Lalla Rookh del poeta irlandese Thomas Moore da cui Schumann attinge un racconto di ambientazione orientaleggiante presentato il 4 dicembre del 1843 al Gewandhaus di Lipsia sotto la direzione d’orchestra dello stesso autore. È lo stesso Schumann che in due lettere racconta la genesi dell’Oratorio: «In questo momento sono assorto in un grande lavoro, il più grande che io abbia affrontato sino ad oggi. Non è un’opera, bensì qualcosa di un genere tutto nuovo (…) Il soggetto è così puro e poetico da conquistarmi interamente e da farmi scrivere la musica in un tempo relativamente breve, quasi come Mozart ».
La vicenda è imperniata intorno a una fata, la Peri, che scacciata dal Paradiso potrà rientrarvi soltanto se saprà recare alla divinità un dono fra tutti il più caro. La Peri inizia così le sue peregrinazioni alla ricerca del dono, che troverà nelle lacrime di pentimento di un bandito sanguinario, commosso dalla purezza della preghiera di un fanciullo.
Pregiato il cast dei cantanti che annovera tra gli altri il soprano statunitense Angel Blue (nuova stella del firmamento lirico) e Regula Mühlemann, il contralto Jennifer Johnston, i tenori Brenden Gunnell e Patrick Grahl, il basso Georg Zeppenfeld.
DB