Berlino sotto i riflettori

Berlino sotto i riflettori

La Berlinale dal 1951 segue da vicino i film di recente produzione, proiettati sui grandi schermi di molte delle sale cinematografiche berlinesi e seguiti da oltre 4000 tra critici e giornalisti, provenienti da 115 Paesi. Giunta all’edizione numero 67, con oltre 330 mila biglietti venduti al pubblico ed oltre 400 film in concorso divisi in cinque categorie, si appresta ad ospitare i registi più talentuosi e di maggior risalto nel mondo cinematografico per soddisfare le menti assetate di novità ed opere profonde degli spettatori sempre più desiderosi di conoscere le pellicole che invaderanno le sale di tutto il mondo. I film in concorso hanno come uniche restrizioni quelle di dover essere stati prodotti non più di 12 mesi dalla data di presentazione al festival, di essere stati distribuiti solamente nel paese d’origine e, naturalmente, non devono aver partecipato ad alcun concorso precedentemente.download
Le sezioni più seguite dagli spettatori di tutto il mondo negli ultimi anni sono state soprattutto ‘Panorama’, che comprende le novità nate da produttori indipendenti e delle Art-house americane, ‘Forum’, dedicata ai documentari rivolti all’attualità politica e sociale proveniente da ogni angolo della Terra, e ‘Generation’, per film d’animazione e non destinati prevalentemente alla fascia di pubblico più giovane.
In attesa del 9 febbraio, giornata inaugurale della rassegna, qualche notizia comincia già a circolare.
Se l’anno scorso come Presidente c’era Meryl Streep, quest’anno a guidare i giurati ci sarà Paul Verhoeven (Elle, Basic Instinct, Total Recall). Verhoeven che tra i vari riconoscimenti annovera anche una nomination all’Oscar, è stato tra i protagonisti di Cannes 2016 con il film Elle, molto apprezzato dalla critica, e ha di recente trionfato sul palco dei Golden Globe premiato dalla Hollywood Foreign Press Associated per il miglior film straniero, sempre con Elle.
Traguardi che sembravano irragiungibili per questo regista olandese giunto ad Hollywood alla fine degli anni’80 e per anni snobbato dalle premiazioni, bollato come autore di block-busters, come il primo Robocop.
Oltre alla rivincita di Verhoeven a far parlare c’è l’atteso The Other side of Hope del regista finlandese Aki Kaurismäki, già direttore di Miracolo a Le Havre (2011). Il film parla di un appassionato giocatore di poker, ma di professione ristoratore che incontrerà un rifugiato siriano appena arrivato in Finlandia in cerca d’asilo, un tema quanto mai d’interesse in questo periodo.download (1)
Continuando a scorrendo la lista dei film annunciati – che trovate qui interamente riportata – salta all’occhio The Dinner del regista americano Oren Moverman che vede nel cast Richard Gere, Laura Linney, Steve Coogan, Rebecca Hall, e Chloë Sevigny, e il biopic Django che aprirà ufficialmente il festival di Berlino con la storia del leggendario chitarrista jazz Django Reinhardt, interpretato dall’attore francese Reta Kateb e diretto da Etienne Comar.
Tra i fuori concorso, invece, sorprende la rinascita di una pellicola cult, che è uno dei capolavori della cinematografia britannica, «Trainspotting 2». Stesso regista (Danny Boyle), stessi protagonisti, questa volta non più ragazzi e non più drogati, ma ora uomini con storie che convergono nel business illegale della pornografia.
La trama scorre sempre sulla traccia di un romanzo dello scrittore scozzese Irvine Welsh- «Porno»- e si preannuncia come un’opera spartiacque fra la Gran Bretagna che fu e quella che sarà, con un occhio ai paradossi del ceto medio borghese. Non mancano i rimandi all’originale come la scena in apertura: «Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete un maxi televisore del cazzo, scegliete un futuro… io ho scelto di non scegliere la vita» e la chiusura: «Sono cattivo ma cambierò».

L’edizione 2017
Ana, mon amour di Călin Peter Netzer (Romania, Germania, Francia)
On the Beach at Night Alone di Hong Sangsoo (Corea del Sud)
Beuys di Andres Veiel (Germania) – documentario
Colo di Teresa Villaverde (Portogallo, Francia)
The Dinner di Oren Moverman (USA)
Django di Etienne Comar (Francia) – opera prima download (2)
El bar di Álex de la Iglesia (Spagna) – fuori concorso
Félicité di Alain Gomis (Francia, Senegal, Belgio, Germania, Libano)
Final Portrait di Stanley Tucci (UK, Francia) – fuori concorso
Have a Nice Day di Liu Jian (Repubblica Popolare Cinese) – animazione
Helle Nächte di Thomas Arslan (Germania, Norvegia)
Joaquim di Marcelo Gomes (Brasile, Portogallo)
Logan di James Mangold (USA) – fuori concorso
Mr. Long di Sabu (Giappone, Hong Kong, Taiwan, Germania)
The Party di Sally Potter (UK)
Spoor di Agnieszka Holland (Polonia, Germania, Repubblica Ceca, Svezia, Repubblica Slovacca) Return to Montauk di Volker Schlöndorff (Francia, Germania, Irlanda)
Sage femme di Martin Provost (Francia, Belgio) – fuori concorso
T2 Trainspotting di Danny Boyle (UK) – fuori concorso
On Body and Soul di Ildikó Enyedi (Ungheria)
The Other Side of Hope di Aki Kaurismäki (Finlandia, Germania)
Una mujer fantástica di Sebastián Lelio (Cile, Usa, Germania, Spagna)
Viceroy’s House di Gurinder Chadha (India, UK) – fuori concorso
Wilde Maus di Josef Hader (Austria) – opera prima