FESTA DEL CINEMA, IL GIORNO DI OLIVER STONE

FESTA DEL CINEMA, IL GIORNO DI OLIVER STONE

Protagonista della giornata di ieri Oliver Stone, a Roma per incontrare il pubblico e proporre il suo ultimo film, “Snowden”.
Se il brano di Bruce Springsteen, Born in the USA, avesse accompagnato il suo ingresso in sala Petrassi, il pubblico non si sarebbe affatto meravigliato. Il regista newyorkese ha dedicato un’intera carriera ai film di denuncia, fotografando le manie di grandezza che i governi americani trasmettono di generazione in generazione al loro popolo. Nel corso della serata sono state proiettate sequenze tratte dai suoi film più importanti come “Wall Street”, “Nato il quattro luglio” e, naturalmente, “Platoon”, il capolavoro antibellico che lo ha reso famoso, anche per la stupenda colonna sonora di George Delerue.

Con l’occasione si parla di politica, di elezioni e di potere, ormai unico mito dell’uomo moderno. Un lungo applauso ha accolto il monologo di Michael Douglas, “Il denaro non dorme mai” estratto da Wall Street. Nei panni di Gordon Gekko, uno tra i tanti “squali” pronti a idolatrare il libero mercato, l’attore vinse il premio Oscar come migliore protagonista.
Al termine della conferenza, il pubblico si è trasferito alla Sala Sinopoli per la proiezione. Si tratta di un interessante e acclamatissimo ritratto dedicato al personaggio dal cognome omonimo che dal 2004 al 2013 ha sfruttato il suo potenziale nell’informatica per spiare segretamente gli abitanti negli Stati Uniti e all’estero. Dapprima per telefono, poi tramite i motori di ricerca e i social network, l’operazione avviata dal presidente George Bush, mirava a influenzare i rapporti con il resto del mondo, manipolando scelte politiche e idee personali.
Non sono mancate le polemiche dovute ai tempi di attesa eccessivi (la visione di Snowden ha avuto inizio con 45 minuti di ritardo) e litigi tra spettatori a cui non era stato assegnato il posto. Al termine di una lunga coda, c’è chi si è dovuto accontentare del corridoio per ascoltare la conferenza, chi invece è rimasto fuori dalle sale, ha abbandonato l’Auditorium esprimendo il suo dissenso.
Avere la possibilità di ascoltare dal vivo attori o registi non è cosa da tutti i giorni e sarebbe un gran peccato, specie in manifestazioni come queste, se il pubblico rinunciasse a partecipare, solo per evitare di mettersi in fila.

Eugenio Bonardi