Un quartiere immerso nella periferia carioca rappresenta la possibilità per il paese intero di rinascere, mettendo da parte la crisi politica e i soliti luoghi comuni…
Lì dove il Cristo del Corcovado non abbraccia nient’altro che le montagne, sorge un quartiere chiamato Deodoro. Lontano dal mare.
In passato Deodoro, conosciuto con il nome di Gericinò, era un immenso canneto che si estendeva a perdita d’occhio e da cui si otteneva il necessario per la produzione dello zucchero.
Col tempo, quest’area è stata trasformata in un campo di addestramento per l’Esercito e le sue terre, cedute al Ministero della Guerra, ci hanno lasciato la Deodoro futurista di oggi.
Tra i grandi complessi residenziali e le baracche, attualmente scorre un’energia disciplinata da caserma militare, mentre lo zucchero si è esaurito da molto tempo.
Il quartiere, che porta il nome del Maresciallo Deodoro da Fonseca, si è trasformato in uno dei più grandi dell’hinterland di Rio e, come tutti i quartieri periferici, è attraversato dai binari di ferro della linea ferroviaria Central do Brasil che lo collega al centro.
Siamo ben lontani dalla Rio de Janeiro famosa e questa zona sarebbe completamente ignorata dai turisti se non fosse stata scelta come sede di una delle strutture che ospiteranno le gare delle Olimpiadi 2016.
Il Complesso di Deodoro, che ha già fatto da sfondo a importanti eventi come i Giochi Panamericani del 2007 e i Giochi Mondiali Militari del 2011, ospiterà ben undici discipline olimpiche e paraolimpiche quest’anno.
I nuovi “guerrieri”di Deodoro, in questo caso i campioni olimpionici, andranno a competere nell’hockey su prato, nell’equitazione, nel pentathlon moderno e nel tiro a segno. Tuttavia, a richiamare maggiore attenzione sono gli sport estremi che sfileranno sempre qui, in un nuovo spazio appena costruito, chiamato “Parque Radical”.
Il Parco è immerso in un’area verde di più di 500 mila metri quadrati ed è il secondo parco
ricreativo della città, perdendo di misura contro il “Parque do Flamengo”. Aperto alla comunità dal dicembre 2015 e con un feedback, finora, abbastanza positivo, ospiterà i circuiti di canottaggio Slalom, ciclismo BMX e mountain bike.
Molti ottimi atleti brasiliani gareggiano in queste competizioni estreme, per lo più nelle categorie di surf e skate: nomi come quelli dei pluripremiati Gabriel Medina, Maya Gabeira e Pedro Barros sono famosi a livello mondiale, ma molto meno nel paese da cui provengono.
Il calcio, pur nella sua decadenza, e la pallavolo (beach volley compresa), sono ancora, senza ombra di dubbio, gli sport preferiti dal brasiliano medio, con tutta una magia, stimolata dalla cultura nazionale e vincolata sia a sogni infantili che ad ambizioni di successo.
Parlando di calcio, la tanto famosa passione nazionale, non è raro, ancora nel 2016, sentir dire da un bambino che il suo sogno è di diventare un giocatore e Pelè, almeno qui, è ancora considerato il re.
Il merito va ad anni di vittorie in campo e a migliaia di prati e terreni deserti sparpagliati in tutto il paese, dal momento che per imparare a giocare non serve altro che una palla è un po’ di volontà.
La passione del brasiliano è un monumento, restaurato anno dopo anno, fin dal primo titolo guadagnato.
I Giochi Olimpici, con il loro impatto sull’immaginario collettivo, possono essere un’occasione per portare qualcosa di nuovo e inaspettato al Brasile. La generazione che frequenterà il nuovo “Parque Radical” potrà vivere più da vicino questi sport e che dal contatto e dal sogno non nasca un reale interesse? Perchè non lo skate al posto di quella palla ormai logora?
Magari da qui a pochi anni, verremo a sapere che il quartiere di Deodoro, nel suo lungo percorso di urbanizzazione tra canne da zucchero e addestramenti militari, è approdato ad una forma di estremismo…almeno nello sport. Chi lo sa!
Marco Notaroberto