Il mercato della moda in continua evoluzione e rivoluzione si dedica alle donne di fede musulmana
Di velo islamico si parla sovente, soprattutto in Europa, facendone, più che altro, una questione politica e sociale.
Tuttavia, il velo può diventare un accessorio come tanti altri, oltre che testimonianza di uno stile culturale, segno di modestia e sottomissione alla fede religiosa.
La ‘modest fashion’, la così detta moda islamica, sta cominciando a spopolare, tant’è che molti grandi marchi come Prada, DKNY, Valentino e D&G hanno presentato delle collezioni rivolte alle donne islamiche.
La modest fashion è caratterizzata da uno stile estremamente sobrio – vuole corpo e braccia coperte- connotato da abiti lunghi, morbidi, ampi e rispettosi dei valori e delle regole musulmane, ma per quanto riguarda i tessuti, i colori e le trame si rifà ai canoni e agli usi occidentali.
La moda islamica si accinge a ricoprire una fetta di mercato sempre più ampia e generare profitti sempre maggiori, quindi un mercato davvero promettente che attira l’attenzione delle maggiori case di moda. Mancano ancora dei brand dedicati esclusivamente a questo stile e a questa fetta di consumatori, tra l’altro sempre più presenti e diffusi in occidente, infatti, tra i Paesi con maggior numero di consumatori musulmani, oltre la Turchia, Emirati Arabi e Iran abbiamo anche la Francia la Germania e il Regno Unito.
L’industria della moda islamica non è ancora molto sviluppata, vi è tutt’ora un vuoto da parte delle produzioni occidentali, un campo poco esplorato e anche poco conosciuto, in cui non mancano certo dei progressi.
A lanciare la prima collezione dedicata alla donna musulmana è stata DKNY con la linea ‘Ramadan’- il mese sacro del digiuno- seguita da altre case di moda come D&G e brand popolari come Zara, Mango e H&M.
Proprio D&G ha realizzato una variegata collezione rivolta alle donne musulmane -la collezione “Abaya” – che prende il nome dalla tunica lunga e scura delle musulmane, e in cui le modelle indossano l’hijab (il velo) e sono arricchite da particolari e imponenti accessori. La collezione è stata presentata da Stefano Gabbana su Instagram e su Style.com/Arabia, che si occupa di moda in Medio Oriente.
In uno stile caratterizzato da vesti lunghe con tessuti leggeri e colori tenui che vanno dal nero, al bianco, al beige, alternate da stampe geometriche, a giocare un ruolo predominante sono gli accessori, maxi borse pitonate coloratissime, oppure arricchite da stampe floreali dipinte, e occhiali barocchi.
Tutte coperte sì, ma non possono sicuramente mancare gli iconici tacchi alti, determinazione di glam e stile, e lo stesso hijab si presenta decorato ed adornato da pizzi, merletti e fiori.
Quindi in uno stile sobrio una sferzata di energia ed estrosità viene data anche dal velo (che può essere acconciato in modi disparati) oltre che dagli accessori, i quali permettono di mostrare la propria personalità e stile, raccontando molto della donna che li indossa.
Ricami particolari e inserti in pizzo, elemento caratterizzante della maison italiana, a decorare le vesti, inoltre si riscontra un’insolita contaminazione fra i decori ripresi dalla tradizione siciliana -come i limoni- e le fogge arabe. Giochi di trasparenze, contrasti cromatici fra bianco e nero creano uno stile estremamente elegante e raffinato che si rivolge ad una clientela di consumatori del lusso. Dunque il mercato della moda si sta rivoluzionando, un tempo rivolto a ricchi clienti russi e/o occidentali adesso va indirizzandosi verso i clienti dei Paesi Arabi. Cercando nuovi sbocchi economici ci s’impone d’investire sul mercato dell’Islamic Fashion, mercato in forte crescita ed espansione che prospetta dei guadagni sempre più fiorenti e cifre sempre più stratosferiche, in cui vi è una richiesta sempre maggiore da parte di consumatori che non voglio più essere esclusi e desiderano delle collezioni adatte al loro target.
Al contrario di ciò che si pensa gli abiti alla maniera islamica sono ricchi, pieni di stile e design e si può spaziare e creare molto, soddisfacendo dunque le richieste da parte di questi nuovi consumatori.
Federica Bonetti