La buona logica ai tempi di Facebook

La buona logica ai tempi di Facebook
*La tensione verso una conoscenza corretta e scevra di pregiudizi si basa sulla “buona logica”: quella logica che ci permette di argomentare in modo corretto. E’ ciò che nei paesi anglosassoni viene definito “pensiero critico”. Si può veramente imparare a pensare come promette il titolo di questo libro?*
di Ivano Basile
“La buona logica, imparare a pensare”, di Legrenzi e Massarenti, è una breve guida al pensiero critico, che offre una serie di strumenti per affinare il ragionamento ed evitare gli errori logici più comuni
Imparare a pensare in maniera pura, e cioè con la mente libera da pregiudizi, stereotipi o da qualsiasi altro elemento possa inficiare un corretto sillogismo, ha conseguenze importantissime per la nostra vita, perché significa saper argomentare e parlare bene; portare avanti in modo convincente le proprie opinioni; risolvere problemi più o meno complessi. Per riuscire nella scuola e sul lavoro, non si può tralasciare l’eleganza irresistibile di un ragionamento ben fatto, e bisogna essere in grado di individuare, isolare e mostrare, i principali meccanismi di cui si compone il pensiero argomentativo, attraverso la riflessione e l’argomentazione logica. Eppure in Italia il “pensiero critico” è assente come disciplina nelle scuole, nelle università, e spesso anche come buona pratica nelle famiglie. La scuola, infatti, spesso troppo concentrata sui contenuti, non si sofferma abbastanza sulla struttura del ragionamento, intesa come necessità di stimolare argomentazioni possibili a partire dai contenuti. Proprio da queste lacune prende spunto il libro “La buona logica, imparare a pensare” di P. Legrenzi e A. Massarenti. L’obiettivo degli autori è risvegliare la nostra capacità di riflettere in modo non automatico, per evitare di cadere nelle trappole del pensiero. In che modo? Utilizzando quelle strutture mentali che, prescindendo dai contenuti, sono applicabili ai contesti più diversi: ai problemi pratici della nostra vita quotidiana, alle decisioni da prendere in ambito economico e sociale, fino alle nostre esperienze lavorative e formative. Un filtro, quello del ragionamento puro, ancor più indispensabile in un’epoca come la nostra, immersa nell’overload informativo che prolifera sul web, e che ha in facebook il suo veicolo principale. Utile per orientarsi in quel marasma sensazionalista che affonda le sue radici in tutti quegli articoli-scoop urlati sulle bacheche, da maneggiare con estrema cura. Il pensiero critico diventa ancor più strategico per opporre ad una lettura (e condivisione) superficiale e distratta, il corretto sillogismo: stabilite le premesse, si tratta di riuscire a capire qual è la conclusione che si può, o non si può dare. Per evitare di abboccare a quelli che Aristotele definiva “entimemi”, ossia quei ragionamenti basati su premesse non certe bensì solo probabili, ma che ciò nonostante, riescono a radicarsi – per i motivi più diversi: coinvolgimento emotivo, superficialità o semplicemente pigrizia mentale- nella mente di chi legge. Le credenze false che ne derivano, diventano poi difficili da estirpare. Ecco perché, prima di aderire, o condividere – per restare nell’ambito web – questa o quella argomentazione, è importante fermarsi a pensare, invece di dare retta ad intuizioni immediate che molto spesso ci ingannano. La sfida del ragionamento critico è tutta qui: imparare a prestare attenzione al modo in cui vediamo le cose, per non cadere nei tranelli della mente – fallacie logiche, pregiudizi culturali e distorsioni cognitive – in cui spesso le nostre prime intuizioni ci fanno inciampare.
AutorI: Legrenzi Paolo, Massarenti Armando
Titolo: La buona logica
Sottotitolo: Imparare a pensare
Pagine: 136
Anno: 2015
www.raffaellocortina.it