Sebbene in questo devastante periodo di crisi la cultura sia la prima a soffrire con spregiudicati tagli che inficiano la sopravvivenza stessa del nostro patrimonio culturale, il perdurare di eventi culturali come il Festival Barocco di Viterbo è da considerarsi, soprattutto nell’attuale contesto storico, un evento eccezionale e di grande valenza culturale.
Nell’affascinante atmosfera romanica di S. Maria in Castello a Tarquinia ha avuto luogo uno dei concerti più interessanti del festival, dedicato alla musica romana del Seicento. Concepito, in realtà, come un atto teatrale incentrato sulla figura della Maddalena, il concerto si è articolato in una alternanza – senza soluzione di continuità – di brani di Girolamo Frescobaldi, Marco Marazzoli, Domenico Mazzocchi e Luigi Rossi, tutti attivi a Roma nel XVII secolo, con brani eseguiti dal soprano, liuto e viola da gamba e passaggi recitati con accompagnamento strumentale.
Filo conduttore dello spettacolo e centro focale dell’azione drammatico-musicale è il dolore di Maddalena per l’imminente uccisione di Gesù; un dolore che sembra ripetersi all’infinito in una sorta di limbo in cui si confondono presente, passato e futuro e dove il ricordo si tramuta nella speranza/illusione che tutto ciò non sia accaduto. In questa atmosfera sospesa, di struggente incertezza, le musiche con il loro gusto profondamente teatrale emergono in uno strettissimo connubio poetico-musicale attraverso un linguaggio chiaroscurale potentemente espressivo e di grande suggestione.
Regista e autore dei testi è Andrea De Carlo, affermato violista da gamba, nonché direttore dell’ensemble Mare Nostrum, che in questa occasione vede la partecipazione della liutista Monica Pustilnik, e del soprano argentino Nora Tabbush, di grande talento e dalle notevoli doti espressive. Una performance davvero convincente e inusuale, in cui l’aspetto teatrale e quello musicale si compenetrano in una perfetta simbiosi. Una serata di raffinate emozioni musicali, valorizzate ancor più da un contesto architettonico e acustico ottimale.
di Franco Bruni